Capitolo 17

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Il giorno dopo, prima delle ripetizioni con Harry - e dopo la giornata di lezioni più noiosa di sempre - Louis si era addormentato durante tutte e tre le lezioni, venendo ogni volta goffamente svegliato dagli altri, con i fogli appiccicati sul viso - Louis bussa alla porta di Zayn, con i nervi che gli saltano freneticamente e i palmi delle mani che sudano per il 'cosa cazzo gli dico'.

"Entra," sente rispondere la voce di seta e spinge la porta, sorridendo all'istante quando incontra Zayn, vestito con pantaloncini da ginnastica neri e una maglietta dei Nirvana, con le mani e le braccia sporche di vernice, in piedi davanti a una tela coperta di sfumature nere e grigie e punteggiata di bianco.

"Hey," saluta Louis, con le mani in tasca, mentre si avvicina lentamente, sentendosi piuttosto impacciato, nervoso e generalmente strano.

Zayn sorride immediatamente mentre osserva la scena. "Louis," saluta, con la paletta nella mano sinistra e il pennello nell'altra.

"Ehm, ciao," saluta Louis ancora una volta, e il suo imbarazzo è assolutamente evidente mentre si affanna mentalmente a cercare un'introduzione a ciò che sta cercando di dire.

Ma Zayn non sembra curioso o interessato, anzi continua come se Louis non fosse nemmeno nella stanza.

"Mi chiedevo quando saresti venuto a trovarmi," dice infine con un sorrisetto, i bellissimi occhi nocciola che catturano i riflessi delle luci mentre studia il suo lavoro, poi intinge il pennello nella vernice blu notte.

"Ci vediamo sempre," risponde Louis con una risata, ma è nervosa e leggera e Louis infila le mani in tasca.
Zayn alza lo sguardo mentre mescola il pennello nel colore. "Sei qui per via di Harry," si limita a dire.

Louis rimane a bocca aperta. Come cazzo è possibile?

"Come hai..."

"Rilassati. Non ha importanza." Fa una pausa, facendo scorrere il pennello sulla parte superiore della tela, la testa inclinata mentre segue il movimento della mano. "Liam è all'assemblea. Quindi siamo soli."

Louis annuisce, comprendendo le implicazioni e apprezzando che lo abbia rassicurato sulla privacy della conversazione. Ma è ancora nauseato. E le scarpe gli sembrano improvvisamente troppo strette, così le batte contro il legno scuro del pavimento. Sembrano così sporche contro il luccichio lucido del pavimento.

Non è mai stato da solo con Zayn prima d'ora. Questo, unito all'argomento imbarazzante, lascia Louis un po' in bianco.

"Se mi fai delle domande, ti risponderò onestamente," incalza la voce gentile e brillante di Zayn, e anche se i suoi occhi non lasciano mai la tela, e Louis sa che sta cercando di aiutarlo, di agevolarlo in una conversazione che non sa bene come affrontare.

Louis comincia ad aprire la bocca.

"Ma solo se le domande mi coinvolgono - situazioni che mi riguardano e conoscenze generali. Non rivelerò nessuna informazione che Harry ha il diritto di fornire in prima persona. Va bene, amico?" chiede, ma non è una vera e propria domanda, e ora intinge il pennello in una fitta coltre d'oro mentre fissa Louis a testa alta.

Merda.

Si è appena giocato tutte le domande.

Louis annuisce comunque, ammirando i principi, la morale e l'inflessibile lealtà di Zayn, e un piccolo sorriso alleggerisce la sua espressione mentre osserva il bellissimo ragazzo davanti a lui. "Va bene," concorda.

E Zayn torna a dipingere, in silenzio e con costanza.

Okay, ci siamo. Ma da dove può cominciare?

"Io non - non sono sicuro che tu sappia degli ultimi due giorni...?" Louis inizia, tirandosi le maniche del suo maglione grigio pallido fino a coprire le mani. Si concentra su di esse, lanciando di tanto in tanto un'occhiata a Zayn che continua il suo lavoro.

Zayn rimane in silenzio, impassibile. Louis non è sicuro se questo sia un 'sì' o un 'no' - Zayn è sempre stato difficile da interpretare - e quindi non perde tempo a chiederselo, limitandosi a continuare a stringere le maniche del maglione.

"Mi sento in colpa," continua, e sa che la sua voce suona così diversa da lui, tutta seria e trepidante, così si schiarisce la gola e tenta un tono più forte. Ma ne esce solo uno più inquieto. "Ho pensato che forse, se avessi saputo di più su di lui, avrei potuto... capirlo meglio? Non lo so, Zayn. È solo che..." Stringe le mani, si scosta i capelli dagli occhi, distende i lineamenti. "Penso che potremmo diventare amici, ma devo sapere cosa c'è che non va in lui."

Alza lo sguardo verso l'alto mentre pronuncia l'ultima parola e Zayn annuisce appena, con gli occhi concentrati, ascoltando e comprendendo.

"Allora, mi chiedevo," Louis lo fissa, lasciando cadere le mani sui fianchi, tirandole fuori dalle maniche. "Potresti dirmi tutto quello che sai su Harry? Che riguardi anche te. Qual è la tua versione, questo genere di cose."

Speriamo che questo rientri nella sfera delle domande lecite.

Louis attende.

E Zayn sorride. "Bella domanda." Louis si rilassa. "Andavamo a scuola assieme, io e Harry. Fin da piccoli."

"Capito. Eravate amici?"

"Sì, naturalmente. Buoni amici. Siamo cresciuti insieme, perché eravamo nello stesso circolo sociale grazie ai nostri genitori. La moglie di Des, quando Harry era piccolo, faceva la modella, quindi erano sempre presenti a tutti i ricevimenti e le riunioni a cui andava mia madre. Poi abbiamo iniziato ad andare a scuola insieme."

"Quindi siete amici d'infanzia," ribadisce Louis in modo definitivo, e Zayn annuisce, schizzando la vernice sulla tela.

"A scuola ci prendevamo a cazzotti. Harry era sempre quello popolare, attirava sempre l'attenzione, era sempre il primo in tutto."

"Credo che tu non fossi molto diverso," sorride Louis.

Zayn alza le spalle. "Sì e no. A me non piacevano le attenzioni, ecco. Ma Harry le adorava. A casa non era la stessa cosa, quindi gli piaceva tutto questo. Era un ragazzo dolce e affascinante."

"Ma dai, non l'avrei mai detto. Che cosa è successo poi?" sfotte Louis.

C'è un momento di silenzio, in cui Zayn posa la sua tavolozza e prende uno straccio umido, iniziando a pulire il suo pennello. Il suo volto è calmo e privo di emozioni, ma questo non placa l'interesse di Louis, anzi lo mette ancora più in tensione.

"È risaputo che la madre di Harry è morta quando lui aveva 9 anni."

No, non lo è. Ma Louis annuisce.

"Si diceva che lui non fosse stato minimamente toccato dalla cosa. Ed effettivamente non lo era dall'esterno, non proprio. Ma..." Zayn si ferma di colpo, i suoi movimenti si fermano mentre lo sguardo si perde a terra, la mente lontana. Poi, improvvisamente, i suoi movimenti riprendono, la stoffa sfrega sul pennello, e lui è tornato. "Beh, questa è una cosa che spetta a lui raccontare. Però se l'è vista brutta, Harry, e solo perché nessun altro se n'è accorto dal modo in cui si comportava, non significa che non gli sia successo niente."

Zayn posa gli attrezzi prima di scivolare verso il grande tavolo che si trova al centro della stanza e prende in mano un astuccio sottile. Lo apre, estrae una sigaretta e ne offre una a Louis, che la prende senza esitare, mentre aspetta che Zayn continui.

Zayn mette la sigaretta tra le sue labbra perfette, il bianco che contrasta con le tonalità calde della sua carne, e cerca un accendino in tasca. "Ha avuto un bel po' di mamme. Nessuna di loro è mai rimasta. E poi Des ha iniziato a frequentare mia madre." L'accendino si accende e sfiora la sigaretta mentre Zayn aspira, profondamente e meravigliosamente, con le lunghe ciglia scure che gli ricadono sulle guance. "Avevamo circa quindici anni all'epoca," espira attraverso il fumo, le parole si arricciano in ciuffi. "Poi si sono sposati e ci siamo trasferiti tutti nella stessa casa." Fa una pausa, riflette, stringe la sigaretta tra le dita macchiate di vernice. "Era più felice allora, Harry. Aveva ancora i suoi demoni, ma non era... Si divertiva, sì, ma gli importava delle cose. Ci siamo cacciati in un sacco di guai." Zayn sorride al ricordo.

Louis sorride in risposta, passandosi la sigaretta non accesa tra le mani, ascoltando con attenzione.

"Mi ha fatto scoprire tutto lui. Facevamo festa tutto il giorno, tutti i giorni. Bevevamo tutto quello che ci capitava a tiro, scopavamo tutto quello che ci capitava a tiro, fumavamo tutto quello che ci capitava a tiro... la prima volta che ho provato a fumare ero con lui."

Louis non può fare a meno di ridere per la riverenza nella voce di Zayn, e Zayn fa lo stesso, con le sue risatine morbide e carine, così diverse dai contorni netti del suo aspetto esteriore.

Louis non può fare a meno di ridere per la riverenza nella voce di Zayn, e Zayn si adegua, con le sue risatine morbide e carine, così diverse dai contorni netti del suo aspetto esteriore.

"Abbiamo fatto tutto insieme. Ad essere sinceri, credo che fossimo entrambi un po' arrabbiati per il fatto che i nostri genitori si fossero sposati. Des stava meglio all'epoca, prendeva dei farmaci, non beveva più tanto ed era ancora pulito, quindi stava bene. Tuttavia, non mi è mai importato molto di lui. Se non era in viaggio o impegnato con la stampa, era in studio di registrazione e non parlava mai molto. Si preoccupava più delle chitarre che delle persone, secondo me. Ma eravamo migliori amici, Harry e io, quindi la vedevamo come una scusa per lottare insieme, capisci? Noi due contro il mondo, quel genere di cose. E Harry era bravo, era divertente, premuroso e fottutamente strano. Suonava il violino e mi chiedeva di cantare perché gli piaceva la mia voce. Diceva a tutti quanto fossi bravo. Mi portava ovunque. Mi ha mostrato tutto. Ha raccolto fiori e lasciato corone alla mia porta e si è addormentato nel mio letto e..." Zayn fa una pausa, la sua fronte inizia a corrugarsi. "Non era perfetto, ma era una persona migliore. Tutto è cambiato quando Gemma se n'è andata. E poi la sua au pair."

"Aspetta, cosa?" Louis chiede, sorpreso. "La sua au pair?"

Zayn annuisce lentamente, con gli occhi bassi. "Era la cosa più vicina all'affetto materno che avesse mai avuto, credo, a parte Gemma. Des la odiava. Lei odiava Des." Tira una lunga boccata di sigaretta. "Ma Gems se ne andò per prima. Se n'è andata perché Burberry l'ha ingaggiata. Già si dilettava con le droghe, e poi è diventata una vera e propria tossicodipendente. Ha tagliato i ponti con la famiglia, persino con Harry. La cosa lo ha sconvolto. Ma all'epoca non me ne accorsi. Non disse mai nulla, non si comportò in modo diverso. Solo più tardi me ne sono reso conto... Ma credo che fosse troppo tardi." La voce di Zayn ora è tranquilla, distante e calma come il rumore dell'oceano, e Louis riesce a malapena a sentire lo scricchiolio della sua cassa toracica.

"Cosa vuoi dire?" Louis chiede, con voce sommessa.Non è sicuro che Zayn lo senta.

"A malapena un mese dopo... se n'è andata anche lei. L'au pair." La voce di Zayn è strana, il suo viso si contorce. "Harry le voleva bene, anche se non l'ha mai detto, non credo. Ma gliene voleva, ne sono certo, e quando lei se ne andò, le cose cominciarono a cambiare davvero. Anche in questo caso, era troppo difficile per me capirlo in quel momento. Non me ne rendevo nemmeno conto. Ma dopo, gradualmente, è diventato quello che è ora. Vuoto. Costantemente in cerca di distrazioni. Esiste all'esterno ma non all'interno." Zayn abbassa lo sguardo, la sua sigaretta si riduce a cenere.

Ma Louis, passato in pochi secondi dalla tristezza alla rabbia, lo fissa a bocca aperta.

Cos'è che ha appena detto Zayn?

"Che cosa?!" chiede, ma Zayn non alza lo sguardo. "Dici sul serio,cazzo? No, davvero. Sei serio?" Zayn si morde il labbro. "Lo vedi, cazzo? Sai che c'è qualcosa di drasticamente sbagliato in questo ragazzo e non fai un cazzo di niente? Lasci le cose come stanno e basta?! Pensavo di essere l'unico ad averlo notato, Zayn! Porca puttana, perché nessuno cerca di aiutarlo?""Non posso fare niente, Louis," dice Zayn a bassa voce, ma Louis non sente.

"Io sono stato male a causa della TRAGEDIA che è quell'essere umano nei soli due mesi in cui l'ho conosciuto, e tu lo conosci da anni eppure non te ne frega un cazzo?! Zayn, ma che cazzo di problema hai? Non è..."

"Ci ho provato, Louis," dice Zayn, con voce più alta, e alza lo sguardo verso Louis, con gli occhi pieni di più emozioni di quante Louis ne abbia mai viste. "Ci ho provato, va bene? Ma lui non..." si interrompe, spegnendo la sigaretta in un piccolo posacenere d'argento. Sospira, con movimenti fluidi, mentre il suo viso comincia a rilassarsi. "Ci sono cose che Liam non sa, Louis. Cose che non deve sapere." Gli occhi di Zayn si alzano e si connettono con quelli di Louis.

"Cosa stai dicendo?" Louis chiede lentamente.

Zayn sospira. "Ero innamorato di Harry."

Louis sussulta.

"Ero innamorato perso, cazzo," continua Zayn, con lo sguardo distante. "Avrei fatto qualsiasi cosa per lui."

"Lui lo sapeva?"

"Sì."

Merda.

"Voi due avete mai...?"

"Sì. In continuazione."

Gli occhi di Louis si allargano. "Cazzo. Non mi stupisce che Liam non lo sappia."

"E non ha bisogno di saperlo. Non ha più importanza. Allora non conoscevo Liam. Avevo solo Harry. E pensavo che fossimo qualcosa di concreto, davvero. Ma, a quanto pare, ero l'unico a pensarlo. Non ha mai associato il sesso all'amore. Mai. Diavolo, non ha mai associato l'amore a nulla perché non ha mai saputo cosa fosse. Gli ho detto come vedevo la situazione ogni giorno. Ho cercato di parlargli, di prendermi cura di lui, ma eravamo giovani, troppo giovani, cazzo, e lui non si è mai avvicinato, Louis. Non si è mai avvicinato a essere qualcuno di diverso dalla persona che tutti gli altri conoscevano. Si preoccupava, sì, ma non era lo stesso. Non è mai stato lo stesso. Quando gli ho detto per la prima volta che lo amavo mi ha riso in faccia."

Mille emozioni attraversano Louis, ognuna più potente e travolgente dell'altra. Tuttavia, deglutisce, con la mente che vortica, prima di riportare lo sguardo su Zayn, che ora lo sta fissando.

"Cos'è successo dopo la separazione tra tua madre e Des?"

Zayn alza le spalle. "Ce ne siamo andati. Mamma ha cercato di tenersi in contatto con Harry, ma... Lui non ha mai voluto. Suppongo che abbia avuto abbastanza mamme nella sua vita. Non lo so. Lei ha cercato di essere buona con lui, davvero, ma... non era giusto. Non l'ha mai trattata come una mamma. La faceva ridere, era gentile con lei, ma... Non credo che fosse in grado volerle bene. Quindi lei non gliene ha mai voluto." Scrolla ancora una volta le spalle. "Almeno, non credo, non lo so."

Un silenzio pesante si posa su di loro e i pensieri di Louis sono abbastanza forti da riecheggiare mentre cammina per la stanza, immaginando un Harry sedicenne, luminoso, bello, splendente e sul punto di smarrirsi per sempre. Il cuore gli si stringe, il pensiero gli brucia nel cervello.

"Beh. Wow," dice infine Louis, sollevando le sopracciglia mentre cerca di tornare nel presente. "Questo è tutto immagino."

"Non arrenderti con lui," dice Zayn, freddo e calmo, rimettendo a punto il suo controllo.Louis guarda verso di lui, sorpreso. "Cosa-"

"Penso che saresti un bene per lui. Come amico," aggiunge, mentre Louis apre la bocca per protestare. "Gli farebbe comodo avere qualcuno come te nella sua vita. Qualcuno che non si fa fregare, qualcuno che è forte e ha la testa sulle spalle. Qualcuno che sia anche gentile. Sei anche simpatico e andreste d'accordo, ne sono certo. Mi piaci, Louis. Penso che anche Harry potrebbe apprezzarti."

"Non credo che io possa piacere a Harry, a dire il vero. Soprattutto dopo questa settimana." Louis scuote la testa al ricordo. "Lo sai che mi ha fatto correre per tutta la città? A prendere danesi al formaggio e libri inesistenti? Solo per poter ridere di me con un paio di oche? Non gliene frega niente, Zayn, te lo dico io. Non mi parla nemmeno."

"Non è che lo fa per essere crudele, però, questo è il punto," continua Zayn con pazienza, sistemandosi nel suo trono e appoggiandosi allo schienale. "È solo che il più delle volte non sa come comportarsi. Non è proprio in grado di farlo, ecco. Ne ha passate tante, più di quanto tu sappia, più di quanto io sappia, e ha cicatrici, cicatrici enormi. Non sa come guarire da solo. Sempre che possa guarire del tutto. Non lo so. Il fatto è, Louis, che devi essere paziente con lui."

"Zayn," dice Louis, prendendo posto alla sinistra di Zayn. Tiene lo sguardo fisso, articolando ogni parola, sperando di farle affondare nella mente di Zayn. "Sono stato gentile con lui. Lunedì mi sono detto che, a prescindere dalle cazzate che ha fatto o che ha sputato, sarei stato gentile con lui. E sai cosa è successo? Mi ha trattato come una merda. Come la fottuta feccia dello stagno. Senza un cazzo di motivo!"

Zayn non reagisce, ma ha solo occhi calmi e sbarrati, incorniciati da ciglia lunghissime che solleticano il cielo. "Lui sapeva che ti stavi comportando bene di proposito?"

"Cosa?" Louis sbatte le palpebre, confuso. "Non lo so. Sì, immagino di sì."

Zayn scuote la testa e tira un altro sospiro. "Te lo dirò una sola volta, Louis. Ogni giorno ha a che fare con persone false. Si limitano a frequentarlo per i suoi soldi o per suo padre o per il suo nome o per qualsiasi altra cosa. Fanno finta di essere gentili. Fanno tutto quello che lui dice. A casa, se si ricordavano che c'era, veniva trattato allo stesso modo. Gli davano quello che voleva, lo mettevano da parte. L'ho visto io stesso. Louis," dice Zayn, con voce enfatica, e Louis si piega in avanti, sentendosi come se gli fosse appena crollato il mondo addosso. "C'è un motivo per cui reagisce in quel modo."

Louis lo fissa muto.

Cazzo.

Cazzo.

"Ha senso in effetti, non è vero?" dice a bassa voce.

"Non ho tutte le risposte. Ci sono molte cose che non so di lui: non parla di nulla. Mai. Ma non è difficile fare due più due, no? Sii paziente con lui," ripete.

Pazienza. Con Harry. Sì, con Harry.

Cazzo.

"Sì, lo farò," promette Louis, ma a malapena registra le sue stesse parole, perse invece tra le centinaia di parole che lo hanno investito in questo breve incontro. "È meglio che vada."

Si alza e, con le gambe traballanti, si dirige verso la porta, mentre Zayn rimane nel suo trono a capotavola.

Si alza e, con le gambe traballanti, si dirige verso la porta, mentre Zayn rimane nel suo trono a capotavola.

"C'è un'altra cosa che dovresti sapere su Harry," dice improvvisamente la voce di Zayn, squarciando il silenzio della stanza e il caos dei pensieri di Louis.

Louis fa una pausa e si gira verso di lui, già sovraccarico di emozioni. Gli rivolge uno sguardo di attesa.

"La sua famiglia è tutto per lui. Des è tutto ciò che gli è rimasto. Sua madre se n'è andata. E sua sorella si sta lentamente distruggendo. Non le importa più di nulla. Suo padre è tutto ciò che ha, Louis. Anche se Des..." Zayn si ferma, riconsiderando la scelta delle parole. "Des non si merita a lealtà di Harry," si giustifica. "Ma ce l'ha. Ce l'ha in pugno, e Harry non cambierà mai."

Louis deglutisce. "Perché devo saperlo?"

"Perché se questa è l'unica cosa che conta per lui, allora probabilmente ha una grande influenza sulla sua vita, no?" Zayn accenna.

Ah.

"Quindi, quando è di cattivo umore o cose del genere, probabilmente è a causa di..." Louis conclude esitante, non sapendo come formulare in modo appropriato la frase, ritenendo che concludere con 'quel rottame di suo padre' sia un po' troppo brusco.

"Bisogna guardare al di là delle apparenze. Non dirò altro," conclude Zayn, che svita il tappo di una bottiglia d'acqua vicina e la porta alle labbra.

Louis segue il movimento con gli occhi, aggrottando le sopracciglia. "Ma questo lo sapevo già. So che tutta la questione di suo padre lo turba."

Zayn si calma, posa la bottiglia e scruta Louis con occhi socchiusi. "Ma non credo che tu ti renda conto di quanto. Io non l'avevo fatto." Fa una pausa, sollevando la mano per giocare oziosamente con la peluria sotto il mento, meditando sulle prossime parole. Alla fine conclude: "Ti sto chiedendo di prenderti cura di lui, Louis. So che non ti conosce bene e che non andate sempre d'accordo, ma..." Il suo sguardo si incrocia con quello di Louis. "Con te è diverso. Nel breve tempo in cui ti ha conosciuto, si è aperto più di quanto abbia fatto con me in quindici anni di conoscenza. E questo solo per quel poco che ho visto. Anche se non se ne rende conto..." Si china in avanti abbastanza da posare le sue dita calde sull'avambraccio di Louis, e i suoi occhi nocciola, silenziosi, tagliano l'aria, attraversano Louis. "Lui si fa condizionare da te."

Louis sbatte le palpebre.

Lo condiziona?

Louis ha un'influenza su Harry? Il freddo, lunatico, vuoto, arido Harry che fa prendere a Louis libri di testo inesistenti solo per il gusto di farlo?

Il suo corpo reagisce, inviando ondate di sangue e pensieri che nuotano dentro di lui, scontrandosi l'uno con l'altro ed eruttando, e non è nemmeno sicuro del perché, probabilmente non saprebbe spiegarlo nemmeno se glielo chiedessero, ma in qualche modo si sente significativo, nel sentirsi dire questo. Significativo e straziato, e tutto quello che riesce a pensare è che Harry probabilmente non ha ancora trovato quello che sta cercando, che sta ancora perlustrando case vuote e fissando un telefono spento, e si chiede quante volte Harry abbia pianto o si sia aggrappato a qualcosa con tutte le sue forze perché si sentiva completamente indifeso e solo e indesiderato e...

Cazzo, cazzo, cazzo. Gli occhi di Louis cominciano quasi a pizzicare per i troppi pensieri. Tutto per un ragazzo che, nonostante Louis lo "condizioni", esiste a malapena. Harry è da qualche parte al di là del regno dell'esistenza, negli angoli bui che vengono dimenticati o evitati, ed è lontano da tutti, così lontano, ma Louis immagina di tendere la mano, immagina di allungare la mano nell'oscurità tetra, e immagina che le sue dita sfiorino i frammenti di Harry che sono ancora lì.

Ed è tutto ciò di cui ha bisogno.

Louis apre la bocca per rispondere agli occhi attenti di Zayn, la cui mano è ancora leggermente appoggiata sulla carne di Louis, le cui parole sembrano riecheggiare nella stanza e scivolare sulle superfici lisce, quando la porta viene improvvisamente spalancata ed entra Liam, con un sorriso che gli spacca immediatamente il viso.

"Louis!" saluta, felicissimo, e si avvicina a lui, sorridendo vertiginosamente e stringendogli il gomito, prima di premere un dolce bacio sulle labbra di Zayn. "Come stai, amico?"

"Uh, bene, sto bene," Louis riesce a dire a malapena, ancora scosso da tutto quello che era appena successo, e il sorriso di Liam è solo leggermente interrogativo, la sua mano sulla spalla di Zayn. "Com'è andata l'assemblea?"

"Sapete, è stato davvero strano. Io sono il direttore del giornale, ma c'era questo tizio che non avevo mai visto prima e che continuava ad andare in giro cercando di prendere tutte queste decisioni e dicendo tutte queste sciocchezze su quello che secondo lui dovremmo fare. E ho pensato che fosse divertente perché..."

Liam continua a parlare, di qualsiasi cosa stia parlando, e Zayn fa almeno finta di interessarsi alla cosa, così Louis si abbandona ai tanti pensieri che lo affliggono al momento.

Ovvero:

Harry Harry Harry Harry cazzo di merda oh dio mi sento malissimo cosa sta succedendo alla mia vita Harry Harry Harry sono un coglione Harry Harry Harry

"Louis."

Quando sente il suo nome, torna a concentrarsi sul presente.

"Sì?" chiede, sbattendo le palpebre e guardando un Liam in attesa.

"Posso portarti qualcosa da bere?" Liam chiede, con un tono che lascia intendere che non è la prima volta che glielo chiede. "Tè? Acqua? Qualcos'altro?"

"Adoro l'acqua," dice Louis distrattamente, e Zayn lo scruta dalla sedia mentre porta la mano ad allacciare le dita con quella di Liam, appoggiata sulla sua spalla.

"Sapevi che l'acqua è allo stesso tempo la forza più morbida e più forte del mondo?" Liam chiede animatamente.

E Louis sa che Liam non sente il peso delle emozioni che Louis e Zayn provano in questo momento. Sa che lui non era lì, non ha sentito le parole che sono state pronunciate, non ha visto i pensieri, non ha partecipato a questo casino di conversazione, ma Louis si irrita lo stesso per i suoi commenti inconsapevoli e per la sua voce elegante, così si allontana prima che venga detta un'altra parola.

"Scusate amici, devo andare."

Liam fa il broncio. "Ma sono appena arrivato."

"Ho le ripetizioni con Harry."

Lui ride, rapido e breve. "Oh, sì. A proposito, come sta andando?"

Louis non sa come rispondere, mentre la sua bocca cerca le parole, qualsiasi parola. "Smettila di distrarlo, è già in ritardo," dice Zayn a Liam, dandogli una leggera gomitata sul fianco, e Liam guarda subito Louis in segno di scusa.

"Oh! Mi dispiace terribilmente, amico! Ti mando un messaggio più tardi."

"Sì. Va bene. Ci vediamo dopo," dice Louis, e se ne va, stordito, dirigendosi verso le stanze di Harry, totalmente impreparato per la sessione di ripetizioni.

O meglio, totalmente impreparato per Harry.

*

Quando Harry apre la porta, il suo volto è illeggibile, gli occhi scuri.

"Allora," dice, piegando le braccia sul petto mentre fissa Louis, vestito con un maglione grigio scintillante e jeans attillati neri, chic senza sforzo e con un profumo di privilegio addosso. "Quale personalità ha deciso di presentarsi oggi?"

La frase è fredda, ma è pronunciata a bassa voce, le parole riverberano contro la brezza gelida che scompiglia i capelli di Louis e fa frusciare le foglie degli alberi vicini, in modo che Louis si senta solo più colpevole, più stupido, più triste.

Louis sospira, guardandosi i piedi.

"Domanda lecita," borbotta, più che altro tra sé e sé, ma vede il volto di Harry reagire nella sua periferica, così azzarda un'occhiata verso l'alto.

Le sopracciglia del ragazzo sono aggrottate, ma c'è una tranquilla curiosità nei suoi occhi, ed è quasi incoraggiante, in realtà, che non ci sia una veemenza totale nella sua espressione.

"Vengo dentro. Fa freddo," dichiara, ma mentre lo dice fa capolino un piccolo sorriso che cattura lo sguardo di Harry.

Harry risponde con il silenzio, ma annuisce una volta, facendo un passo indietro e chiudendosi la porta alle spalle una volta entrato.

E poi Louis è in piedi al centro della stanza, osservando i nuovi tappeti stesi sul pavimento (sono piuttosto belli), e Harry è in piedi dietro di lui, rigido, e lo fissa con un cipiglio che potrebbe essere di concentrazione o di avversione - a questo punto, Louis davvero non lo sa.

Le parole di Zayn gli rimbombano in testa.

...solo perché nessun altro se n'è accorto dal modo in cui si comportava, non significa che non gli sia successo niente.

Ero innamorato di Harry.

...non ha mai associato l'amore a nulla perché non ha mai saputo cosa fosse...

Sii paziente con lui.

Si fa condizionare da te.

Merda.

Stanno accadendo molte cose in questo momento.

"Senti," dice, voltandosi verso Harry, e si costringe a guardare quegli occhi. Quegli occhi terrificanti e vuoti. "Mi dispiace, davvero."

Harry lo fissa, il suo cipiglio si trasforma in linee di confusione.

Ma Louis continua. "Mi dispiace per ieri, per l'altro ieri, per tutti i giorni, per adesso, per tutto. Mi dispiace. Sono stato un idiota, ad essere sincero. E mi dispiace, Harry."

C'è un momento di silenzio pesante in cui Louis fissa Harry, sentendosi in imbarazzo e come se stesse andando a fuoco, e Harry sembra quasi comicamente sconcertato, con lo sguardo accigliato e gli occhi sgranati.

"Ti stai scusando?" chiede infine, lento e sospettoso, ma mantiene le distanze.

Louis annuisce. "Beh, sì. In un certo senso devo farlo." Fa una pausa. "Voglio dire, ho lasciato la porta di casa tua aperta quando sono uscito ieri. Quanto è stato scortese?"

A questo punto il labbro di Harry si contrae e, anche se non c'è un vero e proprio sorriso, Louis prova comunque un sollievo immediato.

"Mi dispiace davvero, però," aggiunge Louis a bassa voce dopo un attimo, e abbassa di nuovo lo sguardo, giocherellando con la stoffa dei jeans.

Sente lo strascico della scarpa di Harry sul pavimento mentre disegna dei disegni con la punta dello stivale, e un breve sguardo verso l'alto gli dice che anche Harry sta guardando in basso, con le mani strette dietro la schiena, e sembra fragile e piccolo nonostante la sua struttura imponente e le sue membra da giraffa, assomigliando a un timido scolaretto al primo giorno di scuola. È un po' bizzarro e follemente atipico, questo disagio quasi timido che proviene da lui, eppure in qualche modo gli si addice perfettamente, e Louis non riesce a smettere di lanciare occhiate furtive a questo spettacolo.

"Non fa niente," dice una vocina sommessa, e ci vuole un attimo perché Louis si renda conto che è Harry a dirlo, e non una voce di sua fantasia.

Il collo quasi gli si spezza mentre alza la testa di scatto, fissando Harry che ancora non lo guarda.Vorrebbe chiedere se Harry ha davvero detto così, se ha davvero perdonato Louis, o se ha solo frainteso, ma non vuole insistere, non vuole attirare troppo l'attenzione sulla questione, e così si limita a chiudere la bocca spalancata e a stringere le mani dietro la schiena, trattenendo un sorriso.

"Allora mi darai ripetizioni?" chiede dopo un attimo di silenzio. "E per bene questa volta, eh, non solo uno di quei maledetti schemi che sono utili quanto i libri di testo che comunque non mi prendo la briga di leggere." La voce di Louis è stuzzicante, il sorriso ancora presente.

Harry annuisce, con un'espressione tranquilla. "Ti insegnerò tutto quello che posso. Non ti prometto nulla, ma ti aiuterò. Per bene," aggiunge, e il sorriso di Louis si allarga. "Oggi non posso, però. Devo..." si interrompe, prendendo il telefono da un tavolo vicino, e Louis sa. Sa che il suo impegno ha a che fare con Des, qualcosa che Louis non comprende propriamente, e sente Zayn che gli ripete di essere paziente, che gli parla della merda che nessuno può vedere e che giace silenziosa dentro Harry.

"Sì, va bene, non preoccuparti," concorda, annuendo. "Domani, allora."

Harry annuisce, guardando Louis. "Non fare tardi," gli intima.

"Non farti trovare con un harem," ribatte Louis.

Harry sgrana gli occhi. "Non ho un harem."

"Non è carino mentire."

"Non sto mentendo."

"Sì, invece. Ma va bene, amico, perché ieri ti ho detto che avevi una calligrafia di merda, ed era una bugia, quindi... Siamo pari."

"Sei consapevole che le tue opinioni non hanno alcun effetto su di me, vero?" Harry chiede seccamente, ripiegando di nuovo le braccia sul petto.

"Non ho mai detto il contrario."

"Non ho mai detto che tu l'abbia detto."

Fantastico.

Louis lo guarda sbattendo le palpebre, non capendo bene cosa sia andato storto e in quale momento della conversazione. A quanto pare Harry Styles ha quattro anni.

"Credo che questo sia un buon momento per andarsene."

"Bene. Devo andare." Harry si gira e si dirige verso la sua stanza.

Louis fa lo stesso, ma nella direzione opposta, ma proprio mentre sta per raggiungere la porta:"Aspetta."

Louis si ferma, si gira. "Sì?"

Harry lo guarda intensamente, i suoi riccioli crespi e sbilenchi, il maglione che gli pende dalle spalle. "Non farlo mai più. Non fare più lo... strano". Le sue sopracciglia si inarcano ancora un po'. "Non mi piace."

Louis ci pensa. "Solo se non mi chiedi mai più di portarti un danese al formaggio."

Louis può giurare che Harry si sta mordendo il labbro per trattenere un sorrisetto divertito, ma non può esserne certo.

"Andata," si limita a dire Harry, prima di proseguire verso la sua stanza e chiudere la porta.A Louis sfugge una piccola risata mentre apre la porta.

"Andata", concorda a bassa voce, poi se ne va, con il sorriso ancora stampato in faccia.

(NEW) Young and Beautiful || l. s. || ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora