Il mercoledì inizia malissimo.
È già un disastro di per sé dato che Louis è completamente esausto perché è andato a letto troppo tardi per l'ennesima volta. Ha torchiato Niall non appena è tornato, chiedendo con noncuranza se Des fosse allo studio - non c'era - e raccogliendo qualsiasi altra informazione possibile sulla situazione - cioè nessuna - e poi ha proseguito fumando troppo, guardando troppi telefilm con occhi vuoti mentre la sua mente vagava e il suo cuore batteva rabbioso, e infilando in bocca qualsiasi cibo Niall avesse ammassato intorno a loro.
Il tutto senza pensare a una certa luce in una certa finestra, mentre una certa ombra tremolava sulle pareti.
Così oggi, a causa della stanchezza che gli martella la testa senza pietà, si è ritrovato in ritardo per ogni singolo corso della giornata. E nemmeno una volta è riuscito a immagazzinare un grammo di informazione nel corso di tali corsi, con la penna sempre pronta ma mai in contatto con la pagina bianca del quaderno davanti a lui, perché la sua mente continua ad alternare due pensieri:
1. Il suo letto, con le sue lenzuola morbide e i suoi cuscini.
2. Quella finestra.
Ed è un gran problema.
Il che non può che peggiorare quando incontra Cindy, l'unica persona del suo corso di "Studio della prosa dei drammaturghi dell'epoca vittoriana" che non gli fa venire voglia di versare acido solforico negli impianti di irrigazione e dare fuoco al mondo, mentre si sta recando proprio a quel corso.
"Louis," saluta con un sorriso, vestita con quella che sembra essere la divisa di Hogwarts. O una roba del genere.
Louis cerca di non giudicare la sua scelta di abbigliamento (gli piace Harry Potter, quindi chi è lui per giudicare?), ma l'istinto prende il sopravvento e si ritrova a scorrere occhiate di disapprovazione sul suo abbigliamento.
"Cindy," annuisce felice, ma il suo sguardo è ancora catturato dalle maniche di lei, grandi come campane di una chiesa.
Per fortuna lei non se ne accorge, anzi sorride e chiede curiosa: "Dov'è il tuo abito?" mentre inclina la testa confusa.
Il che ora confonde Louis. Abito?
"A cosa diavolo ti riferisci?" chiede lui divertito, mettendosi lo zaino in spalla e camminando al suo fianco.
"Il tuo abito accademico. Oggi c'è un esame e conosci le regole: devi indossare l'abito se devi sostenere un esame, altrimenti ti chiedono di andartene. Ricordi?"
E Louis si caga addosso.
Perché no, non sapeva che oggi c'era un esame, e tanto meno che dovevano indossare sacchi della spazzatura per farlo. Beh, aveva un vago ricordo di queste regole, ma metterle in pratica è tutta un'altra cosa.
Senza dire nient'altro, Louis parte con uno scatto nella direzione opposta, lanciando un frenetico "Scusa!" mentre vola attraverso i corridoi di pietra, lasciandosi alle spalle una Cindy molto perplessa.
E così Louis arriva al suo primo esame - nell'unico corso che minaccia di farlo sprofondare nel fondo dell'oceano accademico - in ritardo, con l'abito accademico indossato a casaccio (Niall ha tentato di aiutarlo a sistemarlo nella fretta, ma stava mangiando una pizza, con le mani sporche di sugo e puzzolenti di birra, quindi Louis ha passato più tempo a scacciarlo che altro) con la paura della morte che gli scuote la cassa toracica.
Procede con l'esame, tentando di rispondere nel modo più intelligente che il suo cervello disorientato gli consente, prima di terminare con una dolorosa esitazione e lasciare l'edificio con un senso di fallimento molto concreto.
E così decide che quel mercoledì è una vera merda.
'Da Zayn. Vieni dopo la lezione' recita il suo telefono mentre lo controlla infelice.
Il che è conveniente, perché stava comunque per mandare un messaggio sofferente a Niall.
Con il cervello intriso di auto-rimproveri e maledizioni amareggiate rivolte alla società - perché tanto a che servono gli esami? - Louis marcia in direzione delle stanze di Zayn, con la toga appallottolata tra le braccia, gli occhi fissi a terra e la mente lontana da tutto tranne che dal suo stupido esame del cazzo che ha quasi sicuramente fallito.
*Arriva nelle stanze di Zayn ancora frastornato, con testa da un'altra parte mentre si sforza di ricordare la risposta alla domanda numero venticinque (perché è quasi certo di aver messo A, ma potrebbe aver messo C, e la risposta era D? Perché in questo momento è quasi certo che sia proprio la D), registrando a malapena la sfilza di belle femmine e due maschi che escono dalla grande porta di legno in cima alle scale, sorridendo e pavoneggiandosi come galline mentre scendono, ignorando fermamente Louis mentre guardano i loro iPhone.
Il che avrebbe dovuto fargli intuire qualcosa, in realtà.
Ma purtroppo al momento sta ancora pensando alla domanda numero venticinque, e così quando spinge la porta e viene accolto dal chiassoso: "Louis, amico! Com'è andato l'esame?" e lui risponde con tono lamentoso e sguardo basso "Non l'ho passato, stronzo," l'ultima cosa che si aspetta è un vellutato "Beh, non che la cosa mi sorprenda" che gli cola come melassa lungo la schiena.
Immediatamente la sua testa si alza di scatto ed eccolo lì.
Vestito in un solido abito color ebano e papillon, con i riccioli mossi e splendenti nella luce pomeridiana e le labbra oscenamente rosa (quello stronzo si mette il rossetto, altrimenti non si spiega), ecco Harry Styles, che tiene in mano una coppa di champagne con il suo fottuto mignolo allungato, con un mezzo sorriso che gli fa spuntare una fossetta ma non illumina gli occhi cupi e spenti.
E cazzo, questa giornata è appena peggiorata, perché c'è lui, proprio lì, e Louis si era completamente dimenticato che era tornato. Aveva completamente dimenticato che era andato fuori dalla sua finestra ieri sera.
Oh, Dio.
"Bene, bene, bene. Guarda chi è tornato," borbotta Louis, con gli occhi fissi su Harry e i piedi bloccati sul pavimento. Ha la bocca asciutta e le mani si infilano nelle tasche per nascondersi, si scuote i capelli nervosamente e - da quando cazzo è diventato così impacciato davanti a Harry Styles?
Oh sì, forse dopo averlo visto piangere nella sua stanza? O forse dopo aver visto il suo corpo strattonato in dieci direzioni diverse dalle arpie? O forse quando gli ha tenuto la mano mentre dormiva pacificamente. O forse no, chi lo sa.
Ma Louis ora si limita a fissarlo, congelato sul posto, tentando un'occhiataccia ma senza essere sicuro del risultato, mentre sente ogni paio di occhi presente nella stanza su di lui.
"Te l'avevo detto che sarebbe tornato," dice Zayn con un sorriso dal suo trono, sdraiato con una sigaretta in mano e Liam al suo fianco, e subito gli occhi di Harry e Louis volano su di lui.
Louis è senza parole. E sul punto di tirare un mattone in testa a Zayn perché, grazie a Zayn, Harry ora sa che Louis ha chiesto di lui. E l'ultima cosa di cui ha bisogno è che Harry pensi che si preoccupa per lui in qualche modo, perché questo probabilmente sarà usato solo contro di lui e a vantaggio di Harry stesso.
Non che a Louis importi.
Ma poi sente gli occhi di Harry scivolare su di lui e si rifiuta di reagire, non avendo assolutamente idea di come procedere da qui, mentre continua a fissare Zayn con una furia che solo Hulk potrebbe eguagliare. Zayn si limita a fumare tranquillamente e a ricalcare i disegni della tovaglia con l'indice.
Ma, per fortuna, ci sono sempre l'ignaro Niall e l'innocente Liam a salvarlo.
"Non hai passato l'esame?" dicono contemporaneamente Niall divertito e Liam quasi sbalordito.
"Ehm, no," conferma Louis mentre si ricompone e si schiarisce la voce mentre dà le spalle alla scena, facendo scivolare via lo zaino e ignorando lo sguardo ardente di Harry. "Non sapevo nemmeno che ce ne fosse uno oggi. È stata una fortuna che io abbia incontrato Cindy prima."
"Cindy chi?" chiede la voce di Harry, e Louis si rifiuta ancora di voltarsi, occupandosi invece della sua cintura che improvvisamente è convenientemente troppo allentata e deve essere riaggiustata. Subito.
"Jones," borbotta, facendo scorrere il cuoio attraverso la fibbia più stretta e fissandola al buco successivo con dita agitate.
"Ci sono andato a letto," dice Harry piacevolmente, e Louis può praticamente sentire il delicato sorso del suo champagne tra le labbra compiaciute.
"Porca puttana," sospira, alzando gli occhi e provando un'ondata di disgusto. Perché, davvero? Era un'informazione così indispensabile?
"Sei andato a letto con tutti," commenta Niall, prima che Harry sorrida e poi Niall si avvicini, gettando un braccio intorno alle spalle di Louis. "Allora, Tommo. Che cosa è successo?""Che vuol dire "che è successo"? Ho fallito, cazzo, no? Non c'è nient'altro da dire," risponde Louis di getto. E si sente in colpa, davvero, ma non può preoccuparsene ora perché è una giornata di merda e se Harry può essere un tale idiota 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sicuramente può fare anche lui un errore una volta ogni morte di papa.
E Niall non sembra comunque preoccuparsene, anzi, batte una mano rassicurante sulla schiena di Louis e scrolla le spalle con un "Vabbè, dai. Andrà meglio la prossima volta."
"Stai avendo difficoltà a seguire questo corso", commenta Zayn con dolcezza, scrutando Louis che annuisce in risposta, con gli occhi che studiano le sue stesse mani mentre cerca di non fissare nessuno o mettere il broncio.
"Dovresti farti aiutare," suggerisce Liam con serietà. "George è un ottimo insegnante. Anche Edward lo è. E quel ragazzo che fa parte dell'Associazione Studentesca con noi, Arthur, suo nonno insegnava quel corso una volta." Guarda Zayn che annuisce lentamente, con gli occhi puntati su Louis.
"Io non ho mai avuto bisogno di un tutor," commenta inutilmente Harry, facendo scorrere le dita tra i mazzi di fiori sul tavolo, con gli occhi persi nei petali.
Tutti, tranne Liam, sgranano gli occhi, anche se Harry non se ne accorge.
"Ehi, sei bravo in letteratura vittoriana," sottolinea Zayn all'improvviso con un sorriso crescente, gli occhi calmi.
Harry sospira, facendo un mezzo sorriso quando alza lo sguardo e incontra quello di Zayn. "Sì, lo sono," dice semplicemente, poi riporta lo sguardo sulle rose.
"Dovresti fare da tutor a Louis."
E per un attimo la stanza si ammutolisce completamente, tutti gli occhi scivolano sul volto di Louis. Che ora ha dipinto in faccia una smorfia di orrore totale.
Il volto di Harry si contorce immediatamente in un'espressione di disappunto, mentre la sua testa si alza di nuovo. "No," ribatte immediatamente, stringendosi una mano sullo stomaco in modo difensivo come se si fosse scottato, con le dita che scavano nel ricco tessuto della giacca.
"Ma ti piace quella materia," dice Zayn respirando attraverso il fumo. Gli occhi di Liam si rivolgono curiosi a lui, silenziosamente calcolatori.
"Beh, anch'io ho voce in capitolo e anch'io dico di no," aggiunge Louis, versandosi un generosissimo bicchiere di champagne e sentendo le guance arrossire. Perché che cazzo di problema ha Zayn? E da quando fa così caldo qui dentro?
"Perché no?" Liam chiede, con la sua ingenuità che gli dà l'aria di un piccolo cucciolo di golden retriever, fissando i due ragazzi con ampi occhi marroni che cercano risposte, prima di posarsi nuovamente su Zayn.
"Preferisco scorticarmi la pelle," sputa Louis nello stesso momento in cui Harry risponde con un: "Ad alcuni non si può insegnare."
Registrando la risposta dell'altro nello stesso momento, i due si girano di scatto l'uno di fronte all'altro, con i visi incastrati in sguardi uguali.
"Come, scusa?" Harry chiede, stringendo la presa sul bicchiere.
"Prova a ripeterlo, Curly," azzarda Louis, ignorandolo e mettendo giù il proprio bicchiere.
"Ad alcuni non si può insegnare," ripete Harry, e lo dice con un tono così infantile che Louis è quasi tentato di ridere, e Niall lo fa davvero.
"Beh, è buffo, perché alcuni non sono in grado di insegnare."
Harry lo fissa. "Cosa stai cercando di dire?" chiede, la voce profonda e ferma, le labbra color rubino che formano lentamente ogni parola.
Louis sorride angelicamente, sbattendo le ciglia con esagerata innocenza. "Che non sei in grado di insegnare."
Harry ha l'aria di essere stato schiaffeggiato, anzi si ritrae da Louis come se fosse stato picchiato con un ferro incandescente, e Louis sente il potere della sua posizione, riacquistando fiducia mentre sposta lo sguardo fisso verso il basso per ispezionarsi le unghie con finta casualità, godendosi il controllo della situazione.
Liam osserva con occhi spalancati, quasi timorosi, e Zayn sorseggia del vino, con occhi tutt'altro che divertiti e pazienti. E Niall si gratta lo stomaco, soffocando uno sbadiglio.
"Sai, sono stato il primo a dire che non c'è niente che un coglione come te possa insegnarmi," dice Louis, mentendo. No, non l'ha mai detto davvero, ma probabilmente l'ha pensato. "Potrei imparare di più da un manico di scopa. Almeno quello sa fare qualcosa."
Ed ecco che gli occhi di Harry si riempiono di tutta la rabbia di un uomo che troverà sicuramente un manico di scopa e lo userà per picchiare Louis in testa. Finché non sarà morto.
"I manici di scopa non fanno davvero qualcosa," borbotta, con gli occhi infuocati. "Vengono usati per lavorare, sono altre persone che lo usa per fare qualcosa. Sono solo lo strumento." Harry fa una pausa, sbatte le palpebre lento e arrabbiato, il suo sguardo si approfondisce all'infinito. "Quindi."
Louis lo fissa. "È questo quello che hai tratto da tutto ciò? Davvero?"
Harry continua a fissarlo.
Allora Louis fa un sorriso velenosamente zuccheroso e si mette una mano sul fianco, inclinando la testa mentre sbotta: "Beh, allora suppongo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda nel pensare che tu non sappia insegnare a un cazzo!"
"LA NOSTRA PRIMA SESSIONE SARÀ DOMANI," taglia subito corto Harry con un tuono rabbioso e raspante, e il suo petto si gonfia dell'indignazione che Louis è assolutamente felice di sentire impregnare le sue parole. "Sarai il miglior studente di questa cazzo di università quando avrò finito con te." Fa una pausa, accigliato. "Sempre che sia possibile."
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(NEW) Young and Beautiful || l. s. || ITALIAN TRANSLATION
FanfictionLouis, con orrore, frequenta un'università elitaria in cui il nome Zayn Malik significa qualcosa, Niall Horan non smette mai di parlare, ci sono pianoforti ovunque e Harry Styles, figlio di un ex rocker drogato e clinicamente pazzo, ha un sorriso pe...