Capitolo 26

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Non manca molto prima che Louis accompagni Harry a casa dalla festa del padre.

Sulla via del ritorno siedono insieme, infilati al centro del sedile nella limousine, Harry leggermente accasciato al fianco di Louis mentre i dossi della strada li spingono più vicini.

È... strano.

Non hanno parlato da quando Harry ha pianto - Harry non ha nemmeno guardato Louis da quando ha lasciato cadere le lacrime dagli occhi. Piuttosto, l'ha seguito alla cieca, come un cucciolo fradicio perso in un temporale, e Louis l'ha condotto stringendo i suoi fianchi attraverso la folla di ospiti che fumavano attorno all'albergo, i loro fili di fumo che si intrecciavano e intasavano i polmoni di Louis. Ha portato via Harry e ora sono al sicuro in macchina e stanno tornando a casa ed è... strano. Louis non sa se parlare, toccare, confortare o lasciar correre. Riesce ancora a sentire il punto in cui le lacrime di Harry gli hanno inumidito la camicia, riesce ancora a percepire la sua angoscia primitiva e tormentata e il modo in cui il suo nome è stato pronunciato dalla bocca di Harry, così dolorosamente e così impotente da smuovere anche i tratti relativamente più freddi di Louis. E vorrebbe allungarsi, stringere la fragile mano di Harry tra le sue, o cercare conforto tra i riccioli che riposano così vicini alla sua guancia o, diavolo, aggrapparsi alla sua vita con mani che non esitano... ma più di tutto questo, vuole solo gestire bene la situazione. Vuole trattare Harry nel modo giusto. Non vuole esagerare con lui o soffocarlo.

Così si limita a posare delicatamente la testa su quella di Harry, che stancamente è scivolata sulla sua spalla, morbida come una piuma, appoggiandosi appena sulle setose ciocche di capelli che potrebbero ispirare il prossimo Rinascimento. Espira pacificamente, il suo corpo si riempie di sollievo per il semplice fatto che Harry è qui, così vicino e al sicuro.

È bello riaverlo con sé.

Nel fugace bagliore dei lampioni vede le palpebre di Harry abbassarsi in risposta al movimento di Louis, ma lui non dice nulla e non si alza mai, si limita a fissare fuori dalla finestra, silenzioso e stanco, con una piccola sorta di serenità che domina il suo respiro mentre i bagliori arancioni gli allungano le ciglia e le ombre del viso. Ha iniziato a piovere - o meglio, a nevicare - e schizza contro i vetri, gelida e abrasiva, ma Louis non riesce a preoccuparsene perché in questo momento si sente caldo e asciutto e un sacco di altre cose che vorrebbe poter sentire per sempre.

E poi all'improvviso la macchina si ferma. Sono fuori dai giardini, vicino alle stanze di Harry. Sono tornati.

Cerca di non assecondare il lampo di infelicità che sente attraversare il suo sistema quando Harry comincia a tirarsi su, staccando completamente il suo corpo da quello di Louis e strappando via il calore che aveva cominciato a diffondersi nelle sue ossa e negli angoli delle sue scarpe strette e lucidate. Harry respira dolcemente mentre si raddrizza la giacca e fissa l'oscurità gocciolante. Non fa alcun movimento per parlare, mentre sbatte le palpebre lente, lunghe, eterne. È ombroso e stanco. Sembra una poesia. Una di quelle luttuosamente belle con parole brevi e sconosciute che suonano eteree quando vengono pronunciate e completamente insensate quando vengono pensate. Il tipo di poesia che trovi in fondo al libro e che lasci in sospeso perché vuoi leggerla un po' più tardi, quando hai le idee un po' più chiare. Scritto da un poeta romantico con un nome che suona familiare.

Cazzo, Louis ha bevuto troppo champagne. Decisamente troppo.

"Siamo arrivati," dice Louis a bassa voce, con gli occhi puntati su Harry che sta ancora fissando fuori dalla finestra, i pugni stretti sulla giacca aperta.

Harry annuisce. "Già."

Silenzio.

Louis deglutisce.

(NEW) Young and Beautiful || l. s. || ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora