•Capitolo 22

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Corsi da Edvige, per farla scendere dal tavolo, su cui, quei dieci minuti precedenti, aveva improvvisato una lap-danse.

Mi guardò accigliata, prima di cadermi addosso, facendo così, cadere anche me.

Nico ci aiutò ad alzarci, e quando fui sicura di non pattinare più su un mare di birra, gli sfilai il bicchiere di mano e corsi in pista.

Iniziai a dimenarmi a ritmo di musica, mentre sentivo lo stomaco bruciare insieme alla gola. Ma avevo la testa incredibilmente leggera e l'anima se ne stava stesa a terra, forse più ubriaca di me stessa.

Sorrisi in mezzo a tutto quel caos. Come ci ero finita in quello stato?
Mi sorpresi di me stessa. Mesi fà, non avrei di certo neanche pensato di venire a questa festa, ed ora mi ci ritrovavo in mezzo.

Vidi una ragazza dannatamente ancorata ai piedi di Edward, che dal canto suo, faceva come nulla fosse.
Strinsi i pungni e filai da James, un nostro amico.

Lo presi per la cravatta verde che gli pendeva dal collo e lo trascinai in pista.
Mi mise le mani sulla vita e iniziammo a ballare.

Cercavo di far finta di niente, mentre sentivo gli occhi smeraldo di Edward perforarmi il petto.

Coi pugni stretti lungo i fianchi, la mascella serrata, la rabbia a pungergli la lingua.

Sapevo di aver fatto una cazzata. Beh, di averne fatte un paio.
Come venire lì, bere e soprattutto ballare con James.

Non mi sorpresi quando mi tirò da parte.
Quando mi spinse contro il muro.
Quando lessi tutta la disperazione, la delusione e la rabbia contenute in quegli occhi, che tanto amavo.
E soprattutto quando posò un bacio delicato sulle mie labbra.
Ma era solo la calma prima della tempesta quella.

"Scusa." sussurai.
Sperai che anche lui capisse, che era solo colpa dell'alcool. Ma purtroppo era solo colpa mia, ancora una volta.

"Cosa t'avevo detto io Dè? A malapena ti reggi in piedi. Cristo."

Sospirai. "Volevo divertirmi anche io per una cazzo di volta Edward. Solo una. Ho solo 18 fottutissimi anni. Pensavo di poterlo fare." incrociai le braccia al petto, abbassando lo sguardo.

"Ma cazzo. Esageri sempre."

Feci per andarmene, ma i miei piedi non vollero, inciampai sui miei stessi passi. Mi riprese subito. Incastrandomi ancora una volta al muro.

"Voglio andarmene." sputai a occhi bassi.
Che tanto sapevo di aver torto, che aveva ragione lui.
E i suoi occhi, in quel momento, non sarei riuscita a reggerli.

"Non vuoi restare con me?"

"Restare con te? E perché? Guardaci,  stiamo già litigando."

"Sì, noi siamo così. Siamo questi. Noi litighiamo. E anche spesso cristo.
Siamo passati dal tirarci insulti a vicenda, a lanciarci piatti. Ultimamente sei una fottuta rottura di coglioni, ma lo sono anche io cazzo. Lo sono sempre stato. E litigheremo anche tra fottuti cinque minuti. Lo sai. Come al solito."

"E allora?"

"E allora non sarà facile. Anzi, sarà molto difficile e dovremmo lavorarci ogni giorno, ma io voglio farlo, perchè io voglio te. Io voglio tutto di te. Per sempre. Io e te. Ogni giorno della nostra vita."

Sorrisi. E quanta verità, potevano assorbire quelle parole.
Lo amavo, come mai avevo fatto.

Mi aggrappai al suo collo e gli rubai un piccolo bacio.

Che era dannatamente bello, ed era pure mio.

"Vieni, andiamo a casa."

***

Mi stese sul letto delicatamente. Mi sfilò il vestito lentamente, tornando a baciarmi.

Era semplicemente bellissimo, con la pelle che luccicava, le labbra piene appoggiate sulle mie, e con gli occhi socchiusi.

Mi aggrappai alle sua spalle, mentre continuava a spingere.

Mi sentivo protetta accanto a lui.
Era diventata casa mia. E ne andavo fiera.

Amavo il modo in cui mi baciava il collo, il modo in cui, appoggiava le braccia ai lati della mia testa per non pesarmi troppo. Il modo in cui gemeva il mio nome.

Gli spostai i capelli umidi dalla fronte.

"Tu ed io. Noi possiamo farcela e ci stiamo provando. Tu ed io, tu ed io..."

Il suo sussurro caldo si posò sulla mia pelle come una carezza.

"Tu, tu sei tutto quello che ho mai voluto." sussurai.

"Sarò qui, al tuo fianco. Non temere più, non piangere più. Ma se te ne vai. Io so che svanirò. Perché non c'è nessuno altra."

"Ti amo Edward."

"Loro non sanno che ho aspettato tutta la mia vita, per trovare un amore che sento così giusto."

Lo strinsi a me, mentre mi faceva sua.
Mentre faceva, ciò che era giusto.
Tutto era esattamente come doveva essere.

"Ti amo Diana."

Venimmo entrambi, urlando i nostri nomi. Tremai, quando si stese di fianco a me.

Mi passò il pollice sul labbro, tirandolo appena e facendomi ridere.

"Diana, non mi pentirò mai e dico mai, di quello che è successo stasera.
Ti amo."

Mi accigliai appena, che cosa poteva esser successo, di così tanto bello?

"Che cosa intendi?"

"Che ti amo. Che ti voglio nel resto dei miei giorni. Che mi renderai l'uomo più felice del mondo. Perchè sei la cosa più bella che ho adesso."

Soffiò sulle mie labbra, prima di posarsi un piccolo bacio.

Mi strinse a sè, poggiando la mano sulla mia pancia, e si addormentò così.

Con la testa sulla mia spalla, tra le nuvole e le stelle, ed il cuore tra le labbra.

"Ti amo piccolo principe."

~"Tutto ciò che posso fare è dire che queste braccia sono fatte per stringerti."~

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