Lanciato lo zaino sul divano mi accomodai a tavola, mia madre mi stava guardando malissimo..."Dov'è papà?" chiesi.
"Lavorerà fino a tardi oggi.." si limitò a dire, ma poi proseguì "devi dirmi qualcosa Diana?" chiese con voce sospetta.
"No mamma, niente" dissi fingendomi tranquilla.
Lei strinse le labbra i i pugni, aveva le nocche bianche ed era parecchio incazzata.
Avevo paura, tanta e sapevo già come sarebbe andata a finire.
"Perché non mangi più, perché i tuoi temperini sono tutti smontati e i tuoi polsi pieni di braccialetti..e.." non le diedi nemmeno il tempo di continuare
"Mamma basta, ti prego, sai che non ho voglia di parlarne..io sto bene davvero, non devi preoccuparti...veramente.. ".
La vidi portarsi una mano sulla faccia e iniziare a piangere a perdifiato..poi iniziò ad urlare "Che cosa ho sbagliato con te, cosa? Perché non puoi essere come tutte le altre ragazze...avrei dovuto abbandonarti quando ancora potevo..ti abbiamo sempre comprato tutto quello che volevi, perché tu ci ringrazi così..perché..le ore dallo psicologo non sono servite a niente?".
A quelle parole mi crollò il mondo addosso...con la voce spezzata dai singhiozzi dissi "P-perdona-nami, ma a me mamma, non mi serve l'iPhone 6, oppure l'iPad o persino uno stupidissimo incontro con degli psicologi, a me serve qualcuno che mi capisca veramente, non qualcuno che mi compri per tenermi a bada o che mi riempia di pasticche..".
Si alzò di scatto e mi diede un pugno in testa, talmente forte che nel giro di pochi secondi mi ritrovai a terra, stordita. Rimasi in quella posizione per un po', ero stanca di dovermi sempre rialzare, la testa mi faceva un casino di male...se fosse stato per me, sarei rimasta lì anche per tutta la vita. Con la poca forza che avevo presi lo zaino e mi trascinai su per le scale. Arrivata in camera, chiusi la porta a chiave.
Mi lasciai scivolare su di essa fino ad arrivare a mettermi seduta per terra, mi portai le ginocchia al petto e le avvolsi con le mani. Scoppiai in un inutile pianto straziante.
Volevo stare sola a riflettere e a piangere, però poi feci quello che facevo sempre per sentirmi bene, l'unica cosa in grado di darmi la forza.. e allora mi alzai e presi la lametta e mi buttai nella vasca piena d'acqua.
Due piccoli rivoli di sangue scesero lungo il mio polso ormai massacrato. Le due scie, percorsero le mie dita, per poi gocciolare sull'acqua, disperdendosi nella vasca. La schiuma era diventata di uno strano rosso carminio.
Il braccio mi formicolava, mi faceva un po' male...ma io ora stavo bene cazzo..bene!
Mi finì di asciugare e mi vestì. Guardai la vasca, un alone rosso ne marcava le pareti laccate di un bianco avorio, ormai sbiadito. Ritornai in camera e collegai l'amplificatore al mio iPhone blu.
Musica, volevo solo quello ora."Give me love, like her
Cos lately I've been waking up alone
The pain splatter tear drops on my shirt
I told you I'd let them go
And that I find my corner
Maybe tonight I'll call you
After my blood, turns into alcool
No, I just wanna hold you
Give a little time to me
We'll burn this out
We'll play hide and seek
To turn this around
And all I want is the taste
That your lips allow
My my my my give me love
My my my my give me love
My my my my give me love
My my my my give me love"
Mentre ascoltavo disegnavo: una bambina in braccio al suo papà che baciava la sua mamma...
Basta! Non é successo e non succederà mai tutto questo..io sono un errore, e lo dimostrava la "E" ormai completamente cicatrizzata sul mio polso destro.
Tolsi il telefono dall'amplificatore, fermai la musica ed andai al piano disotto, mia madre non c'era, era sicuramente andata dalla nonna. Avevo fame, troppa... decisi di prepararmi qualcosa, anche se dopo avrei sicuramente rigettato tutto, almeno avrei tentato di abituare lo stomaco a mangiare, ma fui presto interrotta dal campanello.
Andai ad aprire, forse era Iride, oppure forse Edvige.
"Hey Turner, senti volevo chiederti se ti andrebbe di fare un po' di storia con me dal momento che tu..beh sì ecco hai 9 ed io solo 4..!?" disse quel pezzo di fico di Edward sorridendo e grattandosi la nuca.
Era appoggiato allo stipite della porta in tutta la sua bellezza, con un piede sopra l'altro e gli anfibi neri un po' sporchi sulle punte e ai lati. Non gli dissi nulla, mi limitai a scostarmi leggermente dalla porta per farlo passare."Turner,che il gatto ti ha mangiato la lingua?" 'Oddio mo lo uccido'..
"No Thompson, no.. Allora che devi studiare?" chiesi con una voce un po' troppo seccata.Lui sospirò "Beh, diciamo che possiamo anche iniziare dai romani..che ne dici? " accennò un sorriso beffardo.
"Ma 'sta roba l'abbiamo fatta all'inizio dell'anno, Edward!!" dissi in un mugugno.
"Lo so Diana, ma vedi ero impegnato e non l'ho potuta studiare ''sta roba'!!" disse cercando di imitare la mia voce.
"Si impegnato, a fare cosa poi?..ah già, a scoparti Allison giusto??" dissi e sentì gli occhi pizzicare e rivolsi lo sguardo verso il soffitto, okay ero salva le lacrime se ne erano andate. Non volevo mi vedesse piangere..per lui poi, sarebbe troppo umiliante.
"Gelosa Turner?" mi chiese lui accennando un sorriso alzando solo un angolo della bocca, tornando poi subito serio notando la mia reazione.
"Ti piacerebbe Thompson" dissi io guardandolo male, molto male. Ora ero acida, veramente, se mi toccava lo scioglievo.
"Sì, mi piacerebbe..!" disse lui abbassando lo sguardo un po' imbarazzato.
Oppure lui poteva benissimo far sciogliere me. Stava fottutamente diventando imbarazzante. Feci finta di non sentire, ma mi accorsi che mi stava guardando i polsi.
D'istinto tirai le maniche a coprirli,ma fu troppo tardi, mi ero dimenticata di rimettermi i braccialetti.
Edward mi prese una mano e la strinse, il polso mi bruciava e io emisi una specie di gemito.
Lui sentendolo mimó un 'scusa' e io lo percepì. Tirò su le maniche e vedendo i tagli rimase impietrito. Fissava il mio polso, con gli occhi sgranati, non riuscendo a proferire parola. Volevo tirare via la mano, ma non ci riuscivo...perché?
Cadde a terra in ginocchio e mi trascinò giù con lui.
Eravamo faccia a faccia e io non riuscivo a spiccicare parola.Con i suoi occhi che mi guardavano come a farmi capire che c'era qualcosa di bello da vedere... anche in me.
Mi vennero gli occhi lucidi e senza controllo cominciai a perdere lacrime, vergognandomi un po', ma al diavolo, avevo bisogno di sfogarmi e la lametta era di sopra.
Lui continuava a guardarmi, accarezzando con i pollici i solchi fatti meno di un'ora fa. Prima era felice e ora invece non più. Mi prese i polsi e uno ad uno li baciò..mentre io scuotevo la testa come per fargli capire che non capivo cosa stesse facendo.
Ma lui si limitò a sorridermi dolcemente. Poi mi posò un delicatissimo bacio sulla fronte e mi abbraccio forte, troppo per uno come lui. Anche se a dire la verità, un abbraccio, era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento. "Shhh, va tutto bene ora, va tutto bene." disse cercando di far smettere il fiume in piena che usciva dai miei occhi.
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{•Only together•}
Short Story-"Ma io l'ho vista sai? Gli occhi di una sedicenne e lo sguardo di una cinquantenne..troppo dolore,troppe cose per una piccola creatura come lei."- -"Quegli occhi blu,come il mare...hai mai pensato a quante volte,la dentro ci é potuta annegare?"- -"...