•Capitolo 1

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"Hey Diaaaanaa(?), ti sto parlando, potresti anche solo fingere che ti interessi eh!?" sbottò Iride infastidita.
"Almeno il giro turistico su Marte é stato abbastanza interessante?" intervenne Edvige con il suo solito sarcasmo.
Scossi la testa velocemente riprendendomi dalla mia trance "Dai ragazze, lo sapete che quando mi incanto non capisco più nulla!" dissi intonando una sottospecie di cantilena. Eravamo sedute a mensa, l'ora del pranzo era suonata da circa dieci minuti, quando la mensa si riempì di gente.
Anche il mio piatto era pieno, al contrario del mio stomaco che brontolava come un forsennato, ma non avrei mangiato neanche oggi.
"Hey che faii? Non avrai intenzione di non mangiare niente anche oggi? É da due settimane che continui così, ora basta...non sei grassa, sei la perfetta via di mezzo.." disse Edvige quasi implorandomi con gli occhi. Adoravo quella ragazza, amavo i suoi capelli neri, e i suoi occhi verdi poi..da ricovero..,alta, magra e di professione modella, cioè in parole povere, 'la perfezione'.
"Eddy ha ragione non puoi più andare avanti così, ieri sei anche svenuta e io mi sono rotta di dover chiamare tua madre e chiederle se hai mangiato.." ora era Iride a parlare..una ragazza meravigliosa, con una bellissima chioma rossa che le arrivava quasi al sedere, un po' boccolosa sulle punte..e poi al posto degli occhi aveva dei profondi oceani color caramello.
Anche lei bella, magra, alta e una pallavolista bravissima.
Tutte e due il contrario di me. Io sono l'amante delle felpe XXL che mi arrivano fino al ginocchio, amo mettere i leggins neri e poi i miei anfibi rossi...adoro troppo.
Edvige e Iride si vestono sempre elegantemente..come delle vere ragazze, io invece se mi metto il cappuccio della felpa sembro un maschio.
"Sì, perché capirai quanto interessa a mia madre.." dissi facendo una smorfia di disgusto. "Sì, effettivamente, però almeno un bocconeeeee" disse la mora facendo labbruccio. "Va bene mamma" dissi portandomi alla bocca dei pezzettini di carne iniziando a masticare riluttante.
"Diana, sei proprio sicura che tra te e Edward non ci sia niente..no perché ogni tanto ti guarda come se fossi un pezzo di bistecca, caldo e succulento che non vede l'ora di essere mangiato..da lui però..." disse Iride con un ghigno malizioso stampato in faccia.
Io mi limitai a guardarla male e a scuotere la testa dicendo "É solo un cretino!"
E mi voltai verso il suo tavolo e lo vidi sorridere e il cuore mi si fermò, possibile tanta bellezza e perfezione in un solo ragazzo?
Edward si voltò improvvisamente verso di me e mi rivolse un sorriso tenero, al che io girai subito la testa.
Era da una po' di tempo che mi considerava, quasi si fosse accorto che io esisto. Mi sorrideva, mi parlava e mi salutava in pubblico...sicuramente era fatto, di brutto. Suonò improvvisamente la campanella distogliendomi  dai miei stupidi pensieri. Tutti si affrettavano a correre nelle proprie classi, tutti...tranne me che a malapena riuscivo a trascinare i piedi.
"Hey Turner stai bene?" disse colui che mi 'fissava' prima a mensa. "Sì, Thompson tranquillo, sto più che bene" dissi un po' troppo irritata.
"Sì ma,puoi essere un po' meno acida? Non ti ho fatto niente." disse grattondosi nervosamente la nuca.
"Sì scusa, hai ragione..ma devo farci ancora l'abitudine al 'te' buono, che mi sorride e mi saluta" dissi appoggiandomi leggermente alla porta. Mi sentivo svenire.
"Le persone cambiano Diana.." ammiccò lui con una risata, sembrava come dire..amara. "Già, le persone cambiano, il problema é capire perché" ribattei io.
"Ho solo capito, quanto stupenda puoi essere.." ammise e abbassò lo sguardo imbarazzato. Certo che il non mangiare, porta gravi allucinazioni.
Mi limitai ad annuire, credendo di essermelo sognata e lui mi sorrise, potrei morirci un giorno con tutti 'sti sorrisi.
Entrammo in ritardo in classe e la prof di biologia ci sgridò per un po', ma poi grazie all'intervento di Iride e uno dei suoi amici ci lasciò perdere...

[DRIIIIIINNNN] Eccolo, il suono della mia salvezza. Mi affrettai a uscire dalla classe e salutando le vite mie mi incamminai verso la fermata del pullman.
Ero lì, tranquillissima ad ascoltare i Linkin a tutto volume quando qualcosa...o meglio qualcuno mi urtò. Edward, in tutta la sua bellezza, il ragazzo che odiavo di più al mondo. Nella nostra scuola é il più voluto dalle ragazze, fico com'è. D'altronde come potevo biasimarle..un ciuffo nero come la pece alla Zayn Malik, dei bellissimi occhi verdi smeraldo, un fisico scolpito, tipo un dio greco e una media scolastica che in confronto alla mia faceva pena... ah quasi dimenticavo le fossette, che compaiono solo quando sorride..il sorriso più be.. ehm lasciamo stare va.
Il motivo per cui odiavo tanto quel ragazzo é che lo volevo talmente tanto da odiarlo, perché sapevo benissimo che non sarebbe stato mai mio, MAI.
Amarlo, ma sapere che non ti ama..che cosa disumana e brutta.
Ma d'altro canto a chi piacerebbe una ragazza castana, con tanti ricci ribelli e dei stupidissimi occhi blu..spesso lucidi, o gonfi di lacrime.
Una ragazza brutta, grassa, che si veste male e che studia sempre per compensare la solitudine? Chi mai potrebbe amare una che si autolesiona, una che non mangia..chi mai vorrebbe amare un errore..chi mai vorrebbe me...?
Una frase racchiuderebbe tutto il concetto: 'Chi mai sceglierebbe una margherita in un campo di rose?'...

Frase fatta sì,ma sembra fatta apposta per me.

                     * * *

Arrivato il pullman mi sedetti al mio solito posto, sui sedili in fondo a sinistra. Gli altri quattro posti se li prendevano Edward con i suoi amici.
E il moro casualmente, capitava sempre accanto a me..cazzo il suo profumo, mi manda in tilt tutto il cervello.
Dopo tipo quaranta minuti avevo intravisto la mia fermata, tentai di scendere ma Edward che era seduto accanto a me non si sbrigava a prendere le sue cose e il mio tentativo di gridare 'PROSSIIMAA!' all'autista con le cuffie nelle orecchie fu inutile.

'Ora,capisco i giovani con le cuffie, ma tu che devi portare pure l'apparecchio acustico, dove pensi di andare con le cuffie.. e cosa ascolteresti poi..ah sì giusto "Radio Maria"' pensai riguardo all'autista.
Dovemmo scendere alla fermata successiva, a fare un po' di strada a piedi non mi dispiaceva, ma Edward che mi fissava continuamente sì, tanto.
Arrivata a casa, aprii la porta e quando mi voltai mi ritrovai Edward ad aspettarmi con il suo sorriso e la sua mano a salutarmi...
"Ciao Turner!" e io in tutta risposta dissi
"Ciao Thompson!".
Entrai e richiusi la porta alle mie spalle..'scemo'...fu tutto quello che riuscii a pensare.

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