"Diana?"
Sentì chiamare dal piano di sotto, perciò mi alzai di fretta.Che stava succedendo?
Edward se ne stava a penzoloni tra le mani di Alex, che più lo guardava, più rideva.
"Si è veramente sfasciato eh?" risi.
"Dio. Non sai quanto diamine ha bevuto. Cose di cui poi, non mi ricordo manco il nome." disse e si mise a ridere.Nemmeno lui sembrava molto sveglio.
"Beh, almeno a casa ci siete arrivati."
"E nemmeno io so come."Ridemmo entrambi, mentre Edward si crogiolava sulla sua sbornia.
"Sto per vomitare.." ammise quest'ultimo.
"Dai -dissi- portiamolo di sopra."
Faticammo un po' sulle scale, dato che quel bradipo non si reggeva neanche in piedi.
Lo mettemmo sul letto, dopodiché Alex andò via."T-ti amo.." balbettò ed io sorrisi.
"Sei uno scemo. Non dovevi proprio prendermi alla lettera.""Lo so, ma ecco. Boh. Non lo so..."
Sospirai. Sarebbe stata una gran bella nottata.
"Dè?"
"Sì..?""Sono uno stronzo. Un grandissimo pezzo di merda.." biascicò.
"Che hai fatto?" dalla mia voce, trapelava un po' di tutto.
"Ho...ho baciato Sarah."
Mi si strinse la bocca dello stomaco in quel preciso istante. Ma non disse altro. Perché qualsiasi altra cosa, non avrebbe potuto rompermi più di quanto non ero allora.
Si alzò dal letto e barcollante mi si avvicinò. Con gli occhi che lacrimavano ed il respiro rimasto chissà come tra i polmoni e la gola, lo respinsi.
Cercai di allontanarlo da me. Che m'aveva ucciso. Proprio lì, proprio allora. Nell'unico posto che avrebbe dovuto proteggermi.
Ma in fondo lo sapevo. Non poteva veramente andare tutto bene. Mai.
Ogni storia doveva avere il proprio contenitore di lacrime. Ma la mia si riempiva solo delle mie.
Ma queste un giorno o l'altro sarebbero finite.Mi girai verso di lui. E piansi mentre gli prendevo a pugni il petto. Mentre lasciavo che si prendesse un po' del mio dolore. Perchè lui era quello che poche volte mi aiutava ad alzarmi, che la maggior parte si sedeva accanto a me ed aspettava che diventasse forte abbastanza per potermi rialzare da sola.
Cercai di correre verso la porta, ma mi prese il braccio e mi attirò a sè.
Con la schiena perfettamente aderente al suo petto.E risentì accendersi di nuovo quel l'ardore, che solo lui sapeva darmi.
Ma non lo volevo. Al diavolo. Stavo morendo ancora una volta e non era neanche colpa mia.
"Mi spiace Demetra. Da morire. Non l'ho fatto apposta. Troppe canne. Perdonami Diana. Ti prego." sussurò sulla mia pelle.
E me la coprì di brividi.
Mi girai di scatto verso di lui. Col mondo a cadermi dagli occhi e l'anima a spezzarmisi tra le labbra.
"P-perchè?" sentivo di essere sprofondata sotto cumuli di pezzi di Diana. Ed erano pesantissimi. Ed io non ce la facevo.
"Io ti amo. E tu lo sai. Potevo non dirtelo. Far finta di niete. Ma invece te l'ho detto. Perchè non conta nulla. Nulla per me. Sei te quello che voglio Diana. L'intero universo, mondo e galassie in un metro e sessanta. E sarà sempre così. Io voglio sposarti e avere tanti bambini. Ma soprattutto. Io voglio te. Che sei la cosa più bella che poteva capitarmi. Non ho mai ottenuto niente dalla vita. E poi arrivi te. Pensi veramente che mi piaccia vederti piangere? Ogni tua lacrima è un pezzo della mia anima. Mi fa male vederti così. E lo sai. E mi dispiace. E ti amo Demetra. Tanto. Forse troppo, ma per me va bene così.."
Mi accasciai a terra e lui mi seguì a ruota. Aveva ragione, pure nel torto.
E mi dava fastidio, che ti fa sentire debole dipendere dalle persone.Ed io da lui dipendevo per tutto.
Che alla fine era vero. Lui era diventato l'unica cosa buona che avevo, pure se completamente macchiato di nero. Quel nero che lo aveva condannato e che in qualche modo s'era preso pure me.Mi strinse a sè, ed io mi abbandonai ad uno di quei pianti, che tra tutti quelli che avevo fatto, era il più grande. Quello che mi aveva svuotato di più.
Ma mai abbastanza, niente era mai abbastanza.
Neanche per noi. Che non ne facevamo uno intero neanche in due.
Quella notte mi tenne a sè tutto il tempo. E fui felice di essere ingoiata da tutto quel male. Alla fine avevo scelto lui. E lui era questo.
***
"Ragazzi? Ragazzi vi prego. Fate silenzio e preparate la tesina. La maturità è alle porte." ci disse la professoressa Jun.
Annuimmo tutti in silenzio e ognuno per conto suo, si preparava la tesina per l'esame finale.
E anche quell'anno era quasi finito. Ed era bello vederci sempre insieme. Ma bello da morire.
Edward mi diede un calcio sulla sedia. Mi girai a guardarlo e allora mi sorrise.
Mi ci persi tra quelle crepe. E tra quel rosa pallido delle sue labbra.Ed allora mi tornò in mente un po' di tutto. Tutto quello che era stato fino ad allora.
Da quando, per distruggermi ero partita con un temperino, ed ora ero arrivata con un anello.
Gli sorrisi anche io.
Poi passai la mia attenzione a Iride.
Mi stava parlando ed intanto mi indicava i suoi punti essenziali. Quelli per cui avrei dovuto darle una mano.
Ma io la guardavo, e più la guardavo, più mi perdevo in mezzo a tutto quel rosso. Le accarezzai una guancia piena di lentiggini e lei sorrise.
Era bellissima, ed era anche cresciuta. Lei che era innocente e ingenua. Lei che mi sopportava sempre e comunque. Lei che con quel carattere era riuscita a cambiare il mondo intero.Poi guardai Edvige che si passava lo smalto sulle unghie. Mi guardò un attimo e sorrise. Sorrisi anche io.
Era bellissima, non era cambiata affatto. Sempre la solita, ma anche così mi era indispensabile. Lei che mi aveva appoggiato sempre. Ed aiutato pure quando a cadere era proprio lei.
E non so se un giorno sarei riuscita a ringraziarla abbastanza. Lei che volevo accanto per il resto dei miei giorni.E poi guardai lei. Quella che mi strappava sempre un sorriso. Lei che mi cantava qualche nota di Rock me e mi faceva piangere di gioia. Lei che se non gli mandavo il buongiorno tutti i giorni non vivevo. Lei che mi rendeva bella e me stessa con pochissimo. Avrei potuto dedicare i miei giorni, e tanto sarebbe parso poco. Lei che ormai sapeva un po' di tutto. Carlotta.
Ma non potevo dimenticarmi Veronica. Che con lei c'avevo passato tutta la vita, letteralmente. Che anche dopo averne passate tante, lei ancora non era passata. Se ne stava lì ferma ad aspettarmi. E le volevo tanto di quel bene, che non sapevo neanche di possedere. Era parte di me ormai. Del mio dolore, delle mie gioie, ed io dal canto mio ero parte dei suoi. Che fin da piccole ce lo avevamo promesso. 'Per sempre'. Suonava un po' così.
Tutte insieme erano le mie ancore. Ed ogni volta che dovevo o volevo affondare, loro mi riportavano a galla. Come a farmi capire, che io per qualcuno ero importante.
La mia vita se aveva un senso era grazie a loro. Ed in special modo, grazie a lui.
Che era a lui che dedicavo ogni respiro, ogni sorriso, ogni attimo della mia vita. E ci avevo messo un po' per farglielo capire. Ma alla fine ci ero riuscita.
È proprio vero quando dicono che il sogno dura finché lo insegui.
Anche se non sempre è così, però a me è andata bene.-Grazie ragazze. Grazie di tutto. Vi amo. Davvero. Siete tutto per me. Tutto. E vi sono grata per ogni cosa, per quanto piccola possa essere. Per me conta molto. Mie♡-
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{•Only together•}
Short Story-"Ma io l'ho vista sai? Gli occhi di una sedicenne e lo sguardo di una cinquantenne..troppo dolore,troppe cose per una piccola creatura come lei."- -"Quegli occhi blu,come il mare...hai mai pensato a quante volte,la dentro ci é potuta annegare?"- -"...