Stesi la coperta sul prato, e mi ci misi sopra. Quel giorno decidemmo di fare una scampagnata, come quelle dei film. Così belle, da sembrare finte, ma la nostra era un po' più vera.
Mi beai della calda carezza di alcuni raggi di sole sulla mia schiena. Sentì la pelle bruciare, ma ero fin troppo rilassata.
Su quel prato c'eravamo io, Edward, Iride, Edvige ed insieme a noi venne anche Carlotta, una ragazza che conobbi in classe, circa un mese prima.
Era nuova in città e nuova pure nella mia vita.
Strano come una persona, riesca a farti stare così bene, in così poco tempo.
E lei era così, pure se incasinata fino al collo, il sorriso non lo perdeva mai.
Era un po' come me. Ed era forse per questo che le avrei donato pure il mondo intero. Ed era speciale quella ragazza.
Mi aveva insegnato a vivere. Mi aveva fatto capire quanto io potessi valere, e sopratutto come tutti loro siano fortemente legati a me.
Finalmente avevo anche io una famiglia.
Era stesa su una coperta, in un campo di papaveri disperso per Bridge ed era tutta incasinata.
Ma pure con mille difetti rimaneva pur sempre la famiglia mia. E ne andavo seriamente orgogliosa.
"Ragazzi, io ho fame. Anzi no, mi va un gelato!" se ne uscì fuori Iride.
Io mi alzai sui gomiti, con la testa di Carlotta sulle ginocchia e quella di Edward sulla pancia.
"Cazzo, me ne sono dimenticata. Perdono?" chiesi sorridendo un po' sentendomi in colpa.
"No!" fece finta di mettere il muso. Scoppiammo tutti a ridere.
Dio se eravamo belli. Ma belli proprio. Sia dentro che fuori.
Uno splendido disastro.
Perchè alla fine eravamo tutti pieni di difetti, ognuno con la sua battaglia, con le sue paranoie.
Ma solo da quando eravamo noi, queste facevano meno paura.Ed era bello saper di poter contare su qualcuno. Che nonna mi diceva sempre che il buio in due fa meno paura, ma in quattro, non ne faceva più per niente.
"Tranquilli - urlò Edvige saltando in piedi - andrò a comprarlo fresco, sarà anche più buono no?"
"Mi inchino." disse Edward facendoci ridere.
"Sì, con la tua macchina però."
"Oh oh oh questa pesa!" rise Carlotta.
Sbuffando, Edward le porse le chiavi.
Andarono con la mora, anche Carlotta e Iride, lasciando me ed Edward soli.
"Che caldo!" mi lamentai.
"Togliti la maglietta no?"
"Ma sei scemo, si spaventano tutti gli uccelli, ceh." risi nervosa."Pff." sbuffò, guardandomi male.
Abbassai lo sguardo.
Mi prese la testa fra le mani e mi baciò.
Si staccò dopo un po' di minuti per riprendere fiato.
"Dio se sei bella. Perchè non lo capisci?"
《 I know you've never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you've never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I'll love them endlessI won't let these little things
slip out of my mouth
but if I do it's you
they add up to
i'm in love with you
and all these little things
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{•Only together•}
Short Story-"Ma io l'ho vista sai? Gli occhi di una sedicenne e lo sguardo di una cinquantenne..troppo dolore,troppe cose per una piccola creatura come lei."- -"Quegli occhi blu,come il mare...hai mai pensato a quante volte,la dentro ci é potuta annegare?"- -"...