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Era già passata una settimana dal gp di Monaco e Ollie era stato richiamato in Italia così, per non lasciarlo solo, la famiglia Bearman al completo aveva deciso di regalarsi una settimana o due di vacanza in Italia.

Salendo sull'aereo Ollie si guardò più volte intorno imprimendosi a fuoco il panorama in testa come tutte le volte che lasciava l'Inghilterra, e la sua mente ripercorse i ricordi della sua prima partenza per l'Italia.

Inizio flashback:

-Mi raccomando chiamaci quando atterri, non cacciarti nei guai, mangia, allenati, fatti tanti amici ma sopratutto divertiti. E studia magari quando hai tempo.-gli sorrise la madre accarezzandogli la guancia.

-Tranquilla mà, sono grande ormai non ho più dieci anni, sò badare a me stesso. E poi ci sarà pieno di ragazzi della mia età, farò presto ad ambientarmi.-sorrise a sua volta per rassicurarla mentre il padre gli appoggiava la mano sulla spalla.

-Ricordati che siamo fieri di te campione.-

-Me lo ricorderò. Vado o perdo il volo, ci vediamo a Natale.-baciò la guancia della madre e abbracciò entrambi, poi batte il cinque al fratello, sfiorò la guancia della sorella con le labbra e salì la scaletta, per poi sedersi al suo posto e osservare la famiglia dal finestrino.

No, non era affatto pronto, si disse.

Non era pronto a svegliarsi da solo senza le grida dei genitori che rimproveravano i fratelli perchè non avevano messo in ordine la stanza, non era pronto a non dover più aiutare i due più piccoli a nascondere i cocci dei vasi rotti, non era pronto a doversi fare la lavatrice da solo, ma soprattutto non era pronto a lasciare Londra, la sua Londra, sempre piovosa e coperta da nuvole grigie ma bella da togliere il fiato.

Poi però prese un respiro, guardò il sedile davanti a lui e si teletrasporto dentro alla sua auto.
Sì, si disse, forse ne sarebbe valsa davvero la pena.

Fine flashback

Il viaggio fù, rispetto a quelli che era abituato a fare il diciannovenne, piuttosto breve e arrivato in aeroporto trovò Kimi con il proprio ingegnere di pista, che si erano offerti di portarli fino alla Prema con il furgoncino.

-Oi orsetto, finito di fare il finto italiano al nord per conquistare crush?-chiese Kimi arrivando e abbracciando il migliore amico dandogli diverse pacche sulla schiena.

-Ma vai... -rispose in Italiano sorridendo e ricambiano l'abbraccio prima di continuare in inglese.

-Mamma, papà, ragazzi, lui è Kimi. Kimi, la mia famiglia. Lily?-chiese non vedendola.

Però non fece in tempo a sentire la risposta perchè la ragazza in questione corse da lui e gli saltò al collo abbracciandolo e oscurandogli la vista con i lunghi capelli.

-OLLIEEE!-urlò felice come una bambina il giorno di natale saltandogli in braccio mentre lui girava su sè stesso per non cadere visto lo slancio della più piccola e i genitori ridacchiavano.

-Così mi rompi nanetta. Ti sono mancato così tanto?-chiese sorridendo tra i suoi capelli mentre le cingeva la vita con le braccia facendosi spazio tra la schiena della ragazza e lo schienale del suo inseparabile zainetto a scacchi annusando il suo profumo.

Aah, il suo profumo...
Lily, secondo Ollie, odorava di cose buone:

Odorava come gli alberi di agrumi che c'erano di fronte alla sua stanza, con il cui profumo si svegliava tutte le mattine, e come i brownies appena sfornati, quelli che gli preparava sua nonna da piccolo;

l'orso e il giglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora