~16 David ~

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Sono fermo da circa venti minuti nel parcheggio che si trova alle spalle del dormitorio di Sofia.
Sono praticamente bloccato in macchina.
Perchè?
La bambina è crollata sui sedili posteriori.
In fondo neanche io non ho voglia di uscire da questa fottuta macchina, ho la testa affollata da mille pensieri.
Sofia è in cima alle mie preoccupazioni.
Poi mio zio.
Poi di nuovo Sofia.
Poi l'azienda di mio padre.
Poi di nuovo Sofia.
Poi l'omicidio dei miei.
Poi di nuovo Sofia.
E così via in loop...
Guardo la pioggia che batte contro i finestrini e reclino la nuca contro il poggiatesta, sono davvero stanco di questa storia che mi trascino dietro da anni e anni.
Attraverso lo specchietto retrovisore, lancio uno sguardo a Sofia che dorme rannicchiata, sembra quasi infreddolita, mi tolgo la felpa e gliela appoggio sulle spalle.
I muscoli del viso si distendono e le labbra si sollevano verso l'alto.
È davvero bella, cazzo se lo è.

Quando riapro gli occhi mi ritrovo Sofia che dorme a cavalcioni sulle mie gambe e la testa appoggiata sulla mia spalla.
Ma perché deve essere così maledettamente difficile?
Quante ragazze sono passate nella mia vita? Neanche le ricordo.
Perché lei è diversa per me?
Quando la guardo sono per metà incazzato perché mi ricorda che sta con quel coglione, per l'altra metà la desidero come non ho mai desiderato nulla nella mia vita.
Strofina il mento sul mio collo e mormora qualcosa nel sonno, si agita più dei bambini quando dorme.
<<David non andartene, non lasciarmi di nuovo...>> Le sento dire all'improvviso, il tono malinconico con cui lo dice, mi fa male da morire.
<<Voglio te.>> Aggiunge poco dopo.

<<Dio, Sofia>> mormoro tra me e me, accarezzandole la guancia umida, sta piangendo nel sonno.
Sono riuscito a farla piangere anche mentre dorme.
Poco dopo si stiracchia e con una mano si stropiccia gli occhi.
<<Birba, sei comoda?>> Le sposto i capelli dalla guancia, lei mi guarda da sotto le ciglia.

<<Scusa, avevo freddo lì dietro, tu dormivi e non volevo svegliarti.>> Fa spallucce e si tira su.
<<Mica ho parlato nel sonno?>> Mi domanda improvvisamente allarmata.

<<Non mi sembra.>> Mento per il bene di entrambi o forse per il male, non mi è ben chiaro al momento da che parte siamo noi due.

<<Sei sicuro? Soleil dice che parlo sempre nel sonno.>>
E mentiamo anche su Soleil.

<<Mi sono appena svegliato anche io.>> Appoggio le mani sui suoi fianchi coperti dalla mia felpa.

Insieme a me, si sta svegliando anche qualcos'altro lì sotto.
Cazzo non scopo da tre settimane ora che ci penso, l'astinenza inizia a farsi sentire e, averla su di me con le gambe spalancate ricoperte solo dal tessuto dei leggings, non aiuta molto.

<<David, stai bene?>> Mi domanda mettendomi una mano sulla fronte.

<<Sì, che sto bene.>> Insomma.

<<Sembri strano, più del solito intendo...>> Mi dice ridendo con la mano davanti alla bocca.

<<Forse è meglio se ti sposti...>> Premo le mani sulla sua schiena e la spingo contro la mia erezione, il suo sguardo si accende all'istante appena sente il mio cazzo spingere tra le sue gambe.

<<Forse è meglio se...>> Muove il bacino contro di me, poi si ferma, poi di nuovo.
Non sono l'unico combattuto a quanto pare.

<<Se? Continua.>> Le stringo il culo con entrambe le mani, mentre lei si spinge contro di me.
Sto impazzendo.

<<Devi scendere da questa cazzo di macchina.>> Ringhio avvicinando le labbra al suo orecchio, facendola trasalire appena infilo una mano sotto alla felpa.

◇Blue Summer Dreams Parte  II◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora