~21 Michael~

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14° giorno

Sono libero.
Dopo due lunghe settimane, finalmente esco da questo posto di merda.
La prigione a confronto è un cazzo di luna park.
Ma una cosa gliela devo, mi è passata la voglia di desiderare qualsiasi tipo di droga.
Se solo ci penso, mi viene da vomitare.
Ma non mi è passata la voglia per le sigarette, quelle me le posso concedere.
Mi avvio verso l'uscita con il borsone in spalla, appena metto piede fuori sento il profumo di libertà.
Cazzo che bella sensazione.

<<Come si sta all'aria aperta?>> Sofia è appoggiata con la schiena contro la  portiera della mia macchina.
Non mi aspettavo di vederla qui, sinceramente non mi aspettavo di rivederla più.

<<Sei venuta...>> Lascio cadere la borsa sull'asfalto davanti ai suoi piedi, infilo una mano nella tasca del giubbino di pelle che indosso e tiro fuori il pacchetto di sigarette.

<<Sì, sono qui.>>  Lancio un rapido sguardo alla sua figura, indossa un vestito corto verde stretto in vita che si apre a campana.
I dieci giorni di completa astinenza, si fanno sentire.
Sì, il contratto prevedeva anche questo, vietato masturbarsi.
Non chiedetemi il motivo, ancora non l' ho capito.

Mi incastro una sigaretta spenta in bocca, mi avvicino a lei e appoggio i palmi ai lati della sua testa contro la portiera alle sue spalle.
<<Sei venuta per restare?>>

<<A te sta bene?>> Sporge appena le labbra verso di me.

<<Direi proprio di sì...>>
Mi sfilo la sigaretta da bocca tenendola stretta tra due dita, sposto la mano sulla sua guancia e finalmente la bacio.
Non è il bacio tiepido degli ultimi tempi, questa volta appena le nostre bocche si sfiorano, ci accendiamo entrambi. Lancio la sigaretta a terra, spingo i fianchi contro di lei e le prendo il viso con entrambe le mani per rafforzare la presa.

<<Non immagini quanto mi sei mancata...>> La guardo dalla testa ai piedi.
<<... e quanto ti desidero.>> Le infilo di nuovo la lingua in bocca.

<<Mi sei mancato anche tu, non solo in queste due settimane che non ci siamo visti, ma nell'ultimo mese quando c'eri fisicamente, ma non eri più tu...>>

<<Ho giurato di aver smesso con le droghe, ma tu sei la mia eccezione.>> Lei mi sorride e la bacio di nuovo.

<<Ma adesso entriamo in macchina, non vorrei farmi arrestare per atti osceni...>> Faccio davvero fatica ad allontanarmi da lei, sono messo piuttosto male, ma male male.

Dopo aver lanciato la borsa sui sedili posteriori, la raggiungo in macchina.
<<Dormi da me?>> Le chiedo appena metto in moto.

<<Tu vivi da solo?>> Si infila la cintura di sicurezza, si toglie il giubbino di jeans e lo appoggia sulle sue gambe.

<<Da un bel po' ormai, uno dei tanti privilegi di essere il figlio di un miliardario.>>
Sono circa due anni che non vivo più nella villa di famiglia, non riesco a condividere il tetto con mio padre.

<<Okay, sono curiosa di vedere come l'hai arredata...>> Mi dice piuttosto su di giri.

<<Ehm...>> La guardo di sottecchi.

<<Non l'hai arredata tu, ho capito.>> Scoppia a ridere scuotendo la testa.

<<È un attico di proprietà della nostra famiglia, era già arredato quando sono andato a viverci. Non ci sono quasi mai a casa, quindi non ho comprato molte cose...>> Lo shopping casalingo non fa per me.

◇Blue Summer Dreams Parte  II◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora