~36 David~

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Nove anni prima...

Il corpo di mia mamma giace ormai senza vita sul pavimento, non è il buco in mezzo alla sua fronte a causarmi il senso di nausea che sto provando, bensì il sangue che scorre tra le sue gambe. L'immagine di quei tre uomini che la violentavano a turno non fa che ripetersi ancora e ancora nella mia mente, fino a quado non corro a vomitare in bagno.
Dopo essermi lavato la faccia e pulito il sangue della mia famiglia dalle mie mani, chiamo la prima persona che mi viene in mente.
Mio zio, Timothy.

<<David?>> Mi domanda con il suo tono autoritario da questore di polizia.

<<Hanno ucciso tutti...>> Dico con un  tono di voce da cui non traspare alcuna emozione rivolgendo lo sguardo allo specchio.

<<David, ma cosa stai dicendo?>> Mi domanda allarmato allontanandosi dal rumore che sentivo in sottofondo.

<<Sono entrati in casa e hanno ucciso mamma, papà e anche mia sorella.>>

<<David,  non muoverti da lì e non chiamare nessuno, mi infilo in macchina e corro da te.>> Mio zio richiude la telefonata, mentre io continuo a guardarmi allo specchio.
Hanno ucciso tutta la mia famiglia, sono l'unico sopravvissuto, ma avrei preferito di gran lunga morire insieme a loro anziché vivere con tanto dolore e rabbia.

Presente...

Quando arriviamo in ospedale, Soleil e Michelle sono già sedute nella sala d'aspetto con un aspetto distrutto, hanno le occhiaie, il mascara colato e i capelli scompigliati.
Ci incamminiamo tutti e quattro a passo spedito verso di loro.
<<Cosa hanno detto?>> Il primo a parlare è Michael, io sto cercando ancora di ricompormi un minimo per recuperare lucidità.

<<Niente ancora, non è ancora uscito nessuno.>> Risponde Michelle con una nota di evidente disappunto.

<<Ehi, tu.>> Michael si rivolge ad un infermiere che ci passa vicino con il fonendoscopio appeso al collo.

<<Vorrei notizie sullo stato di salute di Sofia Rodriguez, riesci a darmele in tempi celeri?>> Gli domanda infilandosi una mano nei pantaloni.

<<Non posso...>> Prova a dire il ragazzo,  che ad occhio e croce sembra poco più grande di noi.
Michael gli prende la mano e gli mette nel palmo un bel po' di soldi.
<<Secondo me, puoi.>> Gli fa segno con la testa di andare.

<<Certo che come le corrompi tu persone...>> Sbotta sarcastica Soleil.

<<Ti hanno calcolata fino ad ora? Odio fare queste cose, ma il mondo gira intorno al denaro, sempre.>> Vorrei controbattere qualcosa di sensato, ma ha fottutamente ragione.
Sono i soldi il motore di tutto.

<<Non ha tutti i torti...>> Victor dice ad alta voce quello che sto pensando anche io.
<<Per una volta.>> Aggiunge con disappunto.

Come aveva previsto Micjael, dopo pochi minuti, un dottore sulla quarantina si avvicina a noi con una cartellina bianca stretta tra le mani.
<<Qualcuno di voi è un parente della ragazza?>> Tutti noi scuotiamo la testa, io invece mi limito a sollevarla.

<<Qualcuno è il suo ragazzo?>> Anche dinanzi a questa domanda tutti scuotono la testa, Michael che è in piedi mi guarda di sottecchi.

<<Allora non posso darvi nessuna informazione>> Conclude lui.l girandosi di spalle per andarsene.
Senza rifletterci un cazzo di niente, mi alzo di scatto dalla sedia e lo inseguo.
<<Sono io, è la mia ragazz, sono molto scosso, perciò non mi sono alzato prima.>>
Dico la prima cosa che mi passa per la testa, nel frattempo si voltano tutti verso di me spalancando la bocca. Michael mi incenerisce, ma per una volta ha il buonsenso di tacere.

◇Blue Summer Dreams Parte  II◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora