~17 Victor~

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<<Che cazzo gli prende a quello?>> Indico David che gioca senza un minimo di entusiasmo, quasi come se avesse la mente persa altrove.

<<Sono tre settimane che è più rompicoglioni del solito, considerato il soggetto, immagina la gravità della cosa...>> Diego scuote la testa guardando David.

<<Ora che ci penso, Soleil mi ha detto che Sofia è piuttosto insopportabile ultimamente. Io non l'ho ancora vista da quando abbiamo litigato per colpa di quel coglione...>> Michael al momento mi sta enormemente sul cazzo.

<<Quindi non sai che è finito in ospedale perché si è imbottito di pasticche?>> Mi passa la palla che mi scivola da mano.

<<Ma che dici...>> Mi porto una mano sulla faccia.

<<Ma che cazzo vi prende oggi?>> Urla il coach dalla panchina allargando le braccia nella mia direzione.

<<Scusi, coach>> alzo una mano in segno di scuse.

Lui si alza infuriato ed entra in campo agitando le mani in aria.
<<Morales e Suarez, andate fuori dal cazzo!>> Ci indica gentilmente l'uscita con l'indice.

<<E fuori dal cazzo anche tu, Martinez.  I problemi lasciali a casa!>> David solleva appena la testa rivolgendogli uno sguardo quasi omicida.

<<Non ce l'ho più una casa!>> Ringhia stringendo i pugni avvicinandosi al coach che sembra cambiare espressione dinanzi alle sue parole.

<<Cosa vuol dire che non hai una casa?>> Gli domanda ammorbidendo il tono di voce, ma David gli assesta una spallata e si dirige verso la panchina, prende la sua felpa ed esce sbattendo le porte della palestra.

<<Coach, lui ha avuto solo una brutta giornata.>> Intervengo subito in sua difesa.

<<Coach non lo mandi dal rettore...>> Aggiunge Diego.

<<Avete finito voi due?>> Batte ripetutamente un piede a terra.

<<Sì, coach.>> Ribattiamo all'unisono quasi mettendoci sugli attenti.

<<Rendetevi utili e vedete dove cazzo è andato, muovetevi!>> Dietro il suo ordine sembra quasi nascondersi la preoccupazione di un padre.
<<Vi avverto, se lo lasciate da solo, sabato non giocate.>> Aggiunge infilandosi in bocca il fischietto da cui fuoriesce un rumore assordante.

Io e Diego recuperiamo le nostre cose e corriamo negli spogliatoi, dove troviamo David seduto sulla panchina con le mani in faccia.
<<Ehi, che ti prende?>> Diego si siede accanto a lui e gli mette una mano sulla spalla, io mi siedo dall'altra parte allungando le gambe in avanti, oggi l'allenamento mi ha massacrato.

<<Quando ho accompagnato Sofia in ospedale da Michael, ho incontrato mio zio e il socio di mio padre...>>
<<Indivina chi cazzo è il figlio del socio di mio padre?>> Batte una mano chiusa in un pugno sulla panchina.

<<Non ci credo...>> Mormora Diego spalancando la bocca.

<<Posso sapere di cosa state parlando?>> Domando ad entrambi, che si guardano in faccia come per decidere cosa dirmi.

<<Vuoi dirglielo?>> Gli domanda Diego con un tono di voce piuttosto incerto, David lo guarda sospirando , poi guarda me.

<<Oh, che facce che avete, quanto è brutta la cosa?>> Non ho mai visto David con un'espressione del genere.

Lui socchiude gli occhi e reclina il capo all'indietro prima di iniziare a parlare.
<<Cieeca dieci anni fa, la mia famiglia è stata assassinata davanti ai miei occhi, per essere corretti, mia mamma è stata prima stuprata, poi assassinata. Io sono l'unico superstite, perché ero nascosto nel vano del mio divano. L'amico di mio padre, con cui sono cresciuto, sospetta che siano stati i due soci di mio padre, di cui uno dei due è mio zio, cioè suo fratello.>>
Davanti a questa dichiarazione non so davvero cosa dire, sbatto gli occhi più volte come per svegliarmi da un incubo.
Mi sento una merda per tutte le volte che l'ho giudicato male per i suoi comportamenti.

◇Blue Summer Dreams Parte  II◇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora