Capitolo 5

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Peter si fermò sul tetto di un vecchio edificio di Hell's Kitchen, lo sguardo fisso sulle strade illuminate di New York. La città pulsava come un organismo vivente sotto di lui, e nonostante il dolore ancora pungente al fianco, sentiva il solito richiamo: il bisogno di essere là fuori, di fare la sua parte. Le sue dita sfiorarono distrattamente il costume riparato alla meglio dopo la battaglia nel magazzino. Le bende che Wade gli aveva applicato erano ancora fresche sotto il tessuto aderente.

Accanto a lui, Deadpool saltellava su e giù come un bambino iperattivo, le sue spade che tintinnavano allegramente dietro di lui. "Senti, Testa di Tela," iniziò Wade, "so che stai cercando di decidere se buttarti di nuovo nel caos della città o se ascoltare la mia eccellente idea di serata." Si fermò, piegandosi leggermente verso di lui. "Beh, spoiler: la risposta giusta è la mia serata di film e pizza. Sai perché?"

Peter si voltò verso Wade, leggermente divertito ma cercando di non lasciarlo trasparire.

"Perché sei ferito!" Wade esclamò, agitando le braccia come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "E un supereroe ferito non dovrebbe mai volare tra i grattacieli quando ha una mano esperta pronta a consegnargli una fetta di pizza e una bottiglia di birra fredda. È una regola non scritta."

Peter si strinse nelle spalle. Il peso delle responsabilità continuava a premere contro il suo petto. Si girò di nuovo verso la città, lottando con il suo istinto, quello che gli diceva di restare vigile, di non concedersi mai una pausa. Ma l'eco delle parole di Wade, così disarmanti nella loro semplicità, lo raggiungeva ancora.

"Amico," continuò Wade, il tono improvvisamente più serio, "so che tu e il senso di colpa siete come migliori amici da una vita. Ma se ti ammazzi di lavoro ogni volta che ti ferisci, non sarai di nessun aiuto per nessuno. Una serata di riposo non ti farà male."

Peter esitò ancora, ma alla fine, sentì che Wade aveva ragione. In silenzio, annuì.

"Perfetto!" gridò Wade con entusiasmo. "Pizza, film e la mia compagnia! Cosa potrebbe andare storto?"

***

L'appartamento di Wade era esattamente ciò che Peter si aspettava, con una piccola aggiunta di caos e un tocco in più di Wade in ogni angolo. C'erano armi appese come decorazioni, vecchie scatole di pizza ammucchiate e poster di film che coprivano i muri. Tuttavia, l'atmosfera non era opprimente. Sembrava... accogliente, in qualche modo.

"Benvenuto nel mio modesto palazzo!" esclamò Wade, gesticolando come se stesse mostrando una reggia. "Pizza sta arrivando, birra già fredda, e non preoccuparti, ho preparato anche un po' di succo di frutta per te, signor 'Non bevo mai alcolici'."

Peter si sedette sul divano, appoggiando la schiena contro i cuscini, cercando di non mettere troppa pressione sul fianco ferito e lasciando che il suo corpo si rilassasse per la prima volta da... troppo tempo. Wade non smise mai di parlare mentre scorrazzava per la stanza, preparando tutto per la serata.

Quando Wade si sedette finalmente accanto a lui, con una fetta di pizza in mano, si fermò e guardò Peter per un momento. "Sai," disse con un tono sorprendentemente calmo, "potresti imparare a goderti serate come questa più spesso. Non dico di lasciar perdere il costume, ma ogni tanto spegnere il cervello non è una cattiva idea."

Peter non rispose, limitandosi a guardarlo per un istante prima di concentrarsi sulla pizza che Wade gli aveva messo in mano. Non poteva negare che c'era un certo sollievo nel potersi fermare, anche solo per una serata.

Mentre il film iniziava e la luce dello schermo si rifletteva nelle loro maschere, Peter si lasciò andare un po' di più, sentendo che la tensione si allentava, almeno temporaneamente. Wade, stranamente, non cercava di riempire ogni momento di silenzio con battute. C'era solo il suono del film, il rumore delle città fuori e, per una volta, una quiete rilassante.

Dopo un po', Wade parlò di nuovo, ma questa volta con una voce più morbida. "Non devi essere sempre 'l'eroe'. A volte puoi essere solo Peter. Sai che va bene, vero?"

Peter si voltò verso di lui, sorpreso dalla sincerità. Si aspettava una battuta, un commento fuori luogo, ma c'era solo quella verità disarmante che Wade sembrava portare con sé in certi momenti. Non rispose, ma dentro di sé sentiva che quelle parole lo colpivano più di quanto volesse ammettere.

A metà del film, Peter iniziò a sentirsi stanco. Nonostante il suo desiderio di rimanere vigile, la stanchezza fisica e mentale cominciò a sopraffarlo. Si rese conto che si stava lentamente appoggiando contro Wade, incapace di mantenere la solita distanza che teneva da tutti.

Wade se ne accorse subito, ma non fece alcun commento. Con una sorprendente delicatezza, spostò il suo braccio intorno a Peter, come per sostenerlo senza renderlo troppo evidente. Continuò a guardare il film, facendo ancora qualche battuta qua e là, ma abbassando il tono della voce, quasi per permettere a Peter di rilassarsi completamente.

Peter, troppo stanco per resistere, chiuse gli occhi per un momento. Solo per un attimo, si disse. Il dolore al fianco sembrava attenuarsi, e la voce di Wade, con tutte le sue battute assurde, divenne un sottofondo lontano e quasi confortante.

Prima che se ne rendesse conto, Peter si addormentò sul divano, avvolto in un raro senso di pace. Wade, accorgendosi del suo respiro regolare, smise di parlare per un momento e guardò l'eroe accanto a lui.

Sorrise, ma questa volta senza la solita ironia. Era un sorriso genuino, uno di quelli che non mostrava quasi mai. Sapeva che quella notte era diversa dalle altre, e in qualche modo, forse inconsciamente, sapeva che qualcosa tra loro stava cambiando. Non era ancora amore, non del tutto. Ma era un legame che si stava lentamente formando, costruito su momenti silenziosi come quello.

Wade spense il televisore e si sistemò meglio sul divano, lasciando che Peter riposasse contro di lui, al sicuro per una volta. Avevano ancora molta strada da fare, ma per quella notte, tutto sembrava andare per il verso giusto.

Silent Treatment // SpideypoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora