Capitolo 37

54 4 10
                                    

sempre perché ha ispirato il capitolo

Peter quasi non si rese conto di come riuscì a trascinare Wade fino al suo appartamento

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Peter quasi non si rese conto di come riuscì a trascinare Wade fino al suo appartamento. Le strade di New York, immerse nella quiete della notte, sembravano sfocate mentre attraversavano la città. Il loro arrivo a casa avvenne in un silenzio carico di tensione, fatta di parole non dette e sentimenti che ribollivano sotto la superficie. La porta si chiuse alle loro spalle con un leggero clic, isolandoli dal resto del mondo.
Non c'era bisogno di parlare. Non c'era bisogno di spiegazioni o giustificazioni.
Peter sentiva ancora il battito del proprio cuore che martellava nel petto, ma era diverso da quello della battaglia appena affrontata. Era più intenso, più intimo, e ogni pulsazione sembrava scandire un'emozione nuova e sconosciuta. Si girò lentamente verso Wade, che lo guardava con uno sguardo che mescolava vulnerabilità e desiderio. Un filo di luce attraversava la stanza, delineando i tratti del volto di Wade in ombra, i bordi della maschera che si fondono con la penombra. C'era qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che parlava più di qualsiasi parola.
Wade si avvicino di un passo, e Peter senti il calore del suo corpo avvicinarsi sempre di più. C'era una tensione elettrica tra di loro, un'attrazione silenziosa che li spingeva inevitabilmente l'uno verso l'altro. Ogni respiro diventava più pesante, più profondo, come se stessero respirando l'aria l'uno dell'altro, ogni centimetro che li separava sembrava consumarsi
nell'attesa di quel contatto.
Quando finalmente si toccarono, fu come se il tempo stesso si fermasse.
Non ci fu un'esplosione improvvisa, ma piuttosto una calma che li avvolse, come se ogni preoccupazione o paura fosse stata momentaneamente spazzata via. Peter avvicinò le dita al bordo della maschera di Wade, esitando per un istante. I loro occhi si incontrarono di nuovo, e Wade annui leggermente, concedendogli il permesso che non aveva bisogno di essere chiesto.

Peter tolse lentamente la maschera di Wade, sentendo la ruvida consistenza del tessuto sotto le sue dita, e poi il contatto della pelle che, seppur segnata da cicatrici e ferite, era calda e reale. Quella maschera, che Wade indossava per proteggersi dal mondo, scivolò via, lasciando che i loro sguardi si incontrassero senza barriere. Peter sentiva il cuore battere più forte, non per l'aspetto di Wade, ma per la fiducia che gli stava mostrando in quel momento, la sua vulnerabilità disarmante.

Non c'era nulla di spettacolare nel modo in cui si avvicinarono l'uno all'altro, nessun gesto teatrale o drammatico. Le loro labbra si trovarono lentamente, come se stessero cercando una pace che nessuno dei due sapeva di desiderare così tanto. Il bacio era gentile, un tocco appena accennato che parlava di tutto quello che avevano affrontato e sopportato. E in quel momento, nessuno dei due senti il bisogno di affrettare le cose.

Lentamente, cominciarono a spogliarsi a vicenda, con movimenti lenti e misurati. Non c'era fretta, solo la voglia di sentirsi più vicini, di eliminare ogni barriera fisica tra di loro. Wade si chinò per aiutare Peter a togliersi la maglia, le sue mani erano calde contro la sua pelle nuda, e Peter senti un brivido lungo la schiena, ma non era il freddo della notte. Era il calore dell'attesa, la consapevolezza che stavano attraversando un confine che nessuno dei due aveva mai varcato prima.

Si mossero con una delicatezza quasi sorprendente, considerando il caos che li circondava nelle loro vite di ogni giorno. Si lasciarono cadere sul letto di Peter, incapaci di staccarsi l'uno dall'altro. I vestiti rimasero sparsi sul pavimento, dimenticati, mentre le loro mani esploravano la pelle calda dell'altro, imparando ogni contorno, ogni curva. I loro corpi si avvicinarono, e improvvisamente tutto sembrò finalmente trovare un equilibrio.

Ogni tocco, ogni bacio sembrava placare il tumulto che si era formato nei loro cuori. Peter sentiva ogni muscolo di Wade sotto le sue dita, ogni cicatrice raccontava una storia, ogni respiro che condividevano era un promemoria che erano ancora vivi, contro ogni aspettativa. Il mondo sembrava essersi ridotto alla stanza in cui si trovavano, a loro due, al peso leggero dei corpi che si incontravano, al suono dei loro respiri che si fondevano.

Peter chiuse gli occhi per un istante, lasciando che le sensazioni si riversassero su di lui come onde calde. Le labbra di Wade tracciavano un percorso sulla sua pelle, e ogni tocco sembrava avere il potere di sciogliere ogni pensiero oscuro.

Era vulnerabile, sì, ma in un modo che non aveva mai sperimentato prima. Non c'era paura in quel momento, non c'era il bisogno di essere Spider-Man, di essere forte o invincibile. Era solo Peter, nudo e crudo, accanto a qualcuno che, in modo stranamente simile, si era spogliato delle sue difese.

Si abbandonarono l'uno all'altro con un'intensità che superava le parole. II tempo si dilatava, e ogni secondo sembrava una piccola eternità in cui le emozioni prendevano il sopravvento sui loro corpi. Peter sentiva il peso delle braccia di Wade avvolgerlo, proteggerlo, e per la prima volta in tanto tempo, si senti al sicuro.

Wade lo guardava con una serietà inaspettata, i suoi occhi erano intensi, quasi troppo da sostenere. C'era un bisogno disperato nel modo in cui si tenevano, come se entrambi sapessero che, fuori da quella stanza, il mondo avrebbe continuato a esigere da loro sacrifici e combattimenti.

Ma per adesso, per quella notte, potevano essere solo loro, senza maschere, senza il peso delle loro vite.

Mentre si muovevano insieme, ogni respiro, ogni battito, sembrava accordarsi all'altro, come se fossero due parti della stessa melodia. Era qualcosa di primordiale, qualcosa che andava oltre il semplice desiderio fisico. Era la connessione che avevano cercato, forse inconsapevolmente, da quando le loro vite si erano intrecciate.

E alla fine, quando la notte si fece più scura e i loro corpi si rilassarono l'uno accanto all'altro, l'intimità che avevano condiviso non lasciò spazio a rimorsi o dubbi. Non c'erano parole per descrivere quello che avevano appena vissuto, né ce n'era bisogno. Il silenzio che li avvolgeva era confortante, quasi sacro.

Peter si girò sul fianco, guardando Wade accanto a lui, il suo viso rilassato e sereno, i lineamenti che ora sembravano meno tesi, meno segnati dalla solita ironia e dalle battute che lo proteggevano dal dolore.

Wade apri gli occhi, incontrando lo sguardo di Peter. Non disse nulla, ma allungo una mano verso di lui, intrecciando le dita con le sue. E in quel semplice gesto, Peter trovò tutto ciò che aveva bisogno di sapere.

Non importava cosa sarebbe successo dopo. In quel momento, erano loro due. E tanto bastava.

Silent Treatment // SpideypoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora