Il quinto giorno di vacanza era iniziato lentamente, come tutti gli altri. Il sole era spuntato presto, tingendo il cielo di una tenue luce arancione che filtrava attraverso le tende della piccola casetta sulla spiaggia. Montauk, con la sua bellezza malinconica e la quiete sospesa, sembrava un rifugio lontano dal mondo. Wade si era svegliato con una sensazione stranamente rilassata, una rarità per lui. Solitamente abituato a svegliarsi in luoghi molto meno sereni, si era concesso di crogiolarsi in quella calma, godendosi per una volta l'assenza di caos.
Peter, come al solito, era già in piedi. Si muoveva silenziosamente per la casa, le sue abitudini taciturne ormai familiari per Wade. Aveva passato la maggior parte del tempo fissando l'oceano, seduto sul bordo della veranda con una sigaretta accesa tra le dita. Non parlava, ma Wade notava come il suo corpo si fosse rilassato leggermente nel corso dei giorni. Non c'era più la tensione nervosa che lo aveva accompagnato appena arrivati. Ora, Peter sembrava quasi... tranquillo. Quasi.
Wade, mai uno da starsene in silenzio per troppo tempo, aveva continuato imperterrito con le sue chiacchiere, battute e tentativi di far ridere Peter. Nei primi giorni, ogni battuta lanciata da Wade sembrava perdersi nell'aria, come se Peter fosse troppo immerso nei suoi pensieri per coglierle. Ma ora, anche se non parlava, Wade aveva iniziato a captare piccoli segnali. Un'occhiata laterale, un lieve scuotimento di testa. Forse non era un sorriso, ma era qualcosa. Per Wade, era una piccola vittoria.
"Ok, Parker," disse Wade una mattina mentre stava preparando il caffè, la sua voce allegra che riempiva l'aria. "Siamo al quinto giorno. Ti rendi conto? Cinque giorni senza che tu abbia detto una parola. Sto cominciando a pensare che magari ti piaccio più di quanto vorresti ammettere. Forse il silenzio è il tuo modo di dirmelo. Sai, tipo quando i bambini tirano i capelli a chi gli piace." Fece una pausa teatrale, versando il caffè in due tazze. "O magari non parli perché hai paura che io rubi ogni singolo momento di conversazione. Sai, quello lo capisco."
Peter, seduto al tavolo della cucina, lo guardò senza dire niente. Ma Wade poté vedere quel leggero alzarsi delle sopracciglia, quella minima tensione attorno agli occhi. Qualcosa che assomigliava molto a una reazione. O almeno, così voleva credere.
Si avvicinò al tavolo con le tazze di caffè e si sedette di fronte a Peter. Per un attimo si limitò a fissarlo, cercando di decifrare cosa potesse passare nella mente del suo compagno di viaggio. Non era mai stato bravo con il silenzio, ma con Peter sembrava diverso. Non era il silenzio imbarazzante che riempiva una stanza vuota; era più come se Peter avesse deciso di concedersi una tregua dal mondo esterno, e Wade aveva imparato a rispettarlo. Anche se, a modo suo, continuava a pungolarlo.
"Oggi potremmo andare lungo la spiaggia," suggerì Wade mentre prendeva un sorso di caffè. "Magari ci tuffiamo nell'oceano, facciamo un po' di surf. O, sai, potremmo fare a gara a chi riesce a non essere ucciso da un'onda gigante per primo. Le possibilità sono infinite."
Peter abbassò lo sguardo sulla sua tazza di caffè, una mano che girava distrattamente il cucchiaino all'interno. Wade lo osservava, sapendo che ogni tanto Peter sembrava tornare in una dimensione lontana, una realtà che Wade non poteva raggiungere, e che forse non voleva nemmeno invadere. Ma nonostante il suo modo di staccarsi dal mondo, Peter si trovava ancora lì, con lui. E per Wade, questo era sufficiente.
***
La sera scese rapidamente quel giorno, come se il sole si fosse stancato di illuminare troppo a lungo il cielo e avesse deciso di ritirarsi dietro l'orizzonte prima del previsto. La casetta sulla spiaggia era avvolta dalla quiete, con solo il suono delle onde in sottofondo e qualche raro gabbiano che ancora si aggirava nelle vicinanze.
Wade stava preparando qualcosa in cucina – niente di sofisticato, solo un paio di burritos che aveva trovato nel freezer – quando Peter si affacciò alla finestra che dava sul balcone. Aveva una sigaretta tra le dita, un'abitudine che Wade aveva notato ultimamente ma che non aveva ancora commentato. Anche se Peter non parlava, quel piccolo gesto parlava di un'inquietudine che sembrava placarsi solo con il fumo.
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Silent Treatment // Spideypool
FanficSpiderman x Deadpool Spider-Man ha smesso di parlare da quando Gwen Stacy è morta tra le sue braccia. Nessuna battuta, nessun sorriso, solo silenzio e ombre. La colpa lo tormenta, trascinandolo in un abisso oscuro da cui sembra non voler più uscire...