La mattina si era trascinata in un'atmosfera lenta e pesante, come se il tempo stesso si fosse rallentato. Wade si era sforzato di mantenere la situazione leggera, lanciando battute e facendo discorsi pieni di energia mentre preparava la colazione. Peter, come sempre, rimase silenzioso, ma Wade si era abituato a parlare da solo. Per lui era una sorta di terapia: se riusciva a mantenere il flusso di parole, forse sarebbe riuscito a riempire quel vuoto che Peter portava dentro.
"Ok, Parker," disse Wade con una padella in mano, mentre rigirava una frittata che sembrava aver preso una forma non ben definita. "So che non vuoi fare il tuffo nell'oceano... e francamente, posso capirlo. Non voglio mica dover fare il bagnino mentre mi godo la mia vacanza. Però, una passeggiata sulla spiaggia? Dai, non puoi dire di no a una buona, vecchia camminata in riva al mare. È tipo, un obbligo vacanziero. Fanno le multe se non ci vai, sai?"
Peter, seduto al tavolo della cucina, sembrava inizialmente ignorarlo. Le mani erano intrecciate davanti a lui, e il suo sguardo era distante, perso in qualche angolo della sua mente. Tuttavia, dopo diversi tentativi da parte di Wade, qualcosa sembrò cedere. Peter alzò gli occhi e lo guardò per un istante, una frazione di secondo che Wade non si lasciò sfuggire.
"Ah-ha!" esclamò Wade con un sorriso trionfante. "Sapevo che prima o poi avresti ceduto. Non puoi resistere al fascino di Wade Wilson per sempre. Andiamo, amico. Una passeggiata, poi se vuoi puoi tornare qui a fissare il vuoto cosmico o quello che preferisci fare nel tempo libero."
Peter, senza dire una parola, si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta. Wade lo seguì, stupito dal fatto che, dopo giorni di tentativi, Peter avesse finalmente accettato una delle sue proposte. Anche se non parlava, era un segnale. Un piccolo segnale che forse, lentamente, Peter stava cercando di emergere da quella sua spirale di oscurità.
Uscirono dalla casetta e si avviarono verso la spiaggia, il cielo sopra di loro era di un azzurro limpido, senza una nuvola. L'aria era fresca, con la leggera brezza dell'oceano che portava il profumo salmastro dell'acqua. Le onde si infrangevano dolcemente sulla riva, producendo un suono costante e rilassante. Montauk in quel periodo dell'anno era tranquillo, quasi deserto, il che rendeva tutto ancora più surreale. Non c'erano turisti, né famiglie con bambini. Solo loro due e il vasto oceano davanti a loro.
Wade si sfilò le scarpe e cominciò a camminare sulla sabbia con i piedi nudi. "Ah, senti che meraviglia! Questa sì che è vita, Parker. Niente traffico, niente caos, solo noi, la sabbia e l'oceano. Perfetto per un piccolo reset mentale, non credi?"
Peter camminava al suo fianco, con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Il suo passo era lento, quasi meccanico, ma Wade notò che almeno stava seguendo il suo ritmo, non più così immerso nella sua solitudine.
Camminarono per un po' in silenzio, con Wade che ogni tanto lanciava qualche commento scherzoso sulle onde, sui gabbiani, persino su un pezzo di legno che sembrava un po' troppo minaccioso. Ogni tanto lanciava qualche occhiata a Peter, sperando in una reazione, anche piccola. E poi, quasi impercettibilmente, Wade lo vide.
Un sorriso. Solo un accenno, quasi un'ombra sulle labbra di Peter, ma c'era. Wade sentì una scintilla di sollievo. Forse quella vacanza non era un completo fallimento. Forse c'era ancora speranza per riportare Peter indietro, almeno un po'.
Continuarono a camminare lungo la riva, i loro passi lasciando impronte nella sabbia umida che venivano presto cancellate dalle onde. Il sole stava ormai salendo alto nel cielo, riscaldando l'aria e rendendo tutto più luminoso. Wade si stava finalmente rilassando, dimenticando per un attimo le preoccupazioni che aveva avuto nei giorni precedenti.
Ma quella tranquillità non sarebbe durata.
All'improvviso, Peter si fermò. Il suo sguardo, che fino a quel momento era stato perso nelle onde, ora era fisso su qualcosa davanti a loro. Wade seguì la direzione dei suoi occhi e vide una figura lontana sulla spiaggia. Era troppo distante per distinguere chiaramente i dettagli, ma c'era qualcosa di strano in quella presenza. Era ferma, immobile, come se stesse aspettando.
Wade si irrigidì immediatamente. L'istinto, affinato da anni di battaglie e missioni, si attivò all'istante. "Ok, testa di tela... credo che abbiamo compagnia."
Peter non si mosse, non disse nulla, ma Wade sapeva che aveva notato la stessa cosa. La figura era troppo distante per essere una semplice coincidenza. Non c'erano altre persone sulla spiaggia. Non c'erano altre auto parcheggiate vicino alla casetta. Era come se quel qualcuno fosse lì per loro, come se li avesse seguiti.
La figura iniziò a muoversi lentamente verso di loro, e man mano che si avvicinava, Wade poté notare qualcosa di ancora più inquietante: la persona indossava un lungo cappotto scuro, inadatto alla stagione. Era un abbigliamento troppo formale per una passeggiata sulla spiaggia.
Wade si fermò e si voltò verso Peter, che era ancora immobile. "Ok, senti, non so chi diavolo sia quel tizio, ma non mi piace. Forse dovremmo tornare alla casetta. Ci prepariamo, caso mai fosse uno di quegli stalker seriali, sai, quelli che scrivono fanfiction strane su di noi."
Ma Peter non si mosse. I suoi occhi erano fissi sulla figura che si avvicinava sempre di più. E in quel momento Wade capì. Questo non era un caso. Non era una coincidenza. Qualcuno li aveva trovati.
La figura si fermò a una distanza prudente. Ora Wade poteva vedere chiaramente il volto dell'individuo: un uomo di mezza età, con lineamenti affilati e occhi freddi. L'uomo non fece alcun gesto ostile, ma il suo sguardo era inquietante, calcolatore.
"Posso aiutarvi?" chiese Wade, mantenendo il tono scherzoso, ma con una mano già pronta a estrarre una pistola dalla tasca dei pantaloni se necessario. "Perché sai, non siamo in vena di autografi oggi. Il nostro agente ce l'ha proibito."
L'uomo non rispose subito. Guardò Peter con una strana intensità, come se stesse cercando qualcosa in lui. Poi parlò, con una voce bassa e controllata. "Non sono qui per le tue sciocchezze Wade Wilson, sono qui per il
giovane accanto a te."Wade alzò un sopracciglio. "Beh, questo non è esattamente rassicurante."
L'uomo fece un passo avanti. "Non è ancora il momento. Ma lo sarà presto."
Prima che Wade potesse rispondere, l'uomo si voltò e si allontanò, camminando lentamente lungo la spiaggia. Wade rimase fermo per un istante, l'adrenalina che cominciava a pompare nel suo corpo. Si girò verso Peter, che non si era mosso, ma nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso. Un'ombra di consapevolezza.
"Ok," disse Wade lentamente, cercando di mantenere la calma. "Cosa diavolo è successo qui?"
Peter rimase in silenzio, ma il suo sguardo era ancora fisso sull'orizzonte, come se stesse cercando di capire qualcosa che Wade non poteva comprendere.
E, senza una parola, Peter riprese a camminare lungo la riva, come se nulla fosse accaduto.
Wade lo seguì, con il cuore ancora accelerato e una nuova inquietudine che si insinuava dentro di lui.
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Silent Treatment // Spideypool
FanfictionSpiderman x Deadpool Spider-Man ha smesso di parlare da quando Gwen Stacy è morta tra le sue braccia. Nessuna battuta, nessun sorriso, solo silenzio e ombre. La colpa lo tormenta, trascinandolo in un abisso oscuro da cui sembra non voler più uscire...