La strada si trasformò lentamente in una serie di curve morbide, lasciando dietro di sé la frenesia della città. Il sole stava calando, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa, mentre l'oceano appariva all'orizzonte, scintillante sotto i raggi del crepuscolo. Il viaggio era stato lungo, ma silenzioso e pacifico. Anche Peter sembrava più rilassato, sebbene ancora distante. Wade guidava con una mano sul volante e l'altra fuori dal finestrino, sentendo il vento colpirlo sul volto mentre seguiva le indicazioni che lo avrebbero portato verso la loro destinazione.
La spiaggia di Montauk, all'estremità orientale di Long Island, era quasi deserta in quel periodo dell'anno. La stagione estiva era terminata, lasciando dietro di sé una pace serena e una bellezza malinconica. Wade aveva scelto questo posto appositamente, sperando che la tranquillità della zona potesse fare bene a Peter. Non c'erano grattacieli, nessuna folla, solo l'oceano infinito e il suono delle onde che si infrangevano dolcemente contro la riva.
La casetta che avevano affittato per la settimana era piccola e accogliente, dipinta di un tenue color celeste che si mimetizzava quasi con il cielo sopra di loro. Era posizionata a pochi passi dalla spiaggia, con una piccola veranda che si affacciava direttamente sull'oceano. Wade parcheggiò la macchina davanti alla casa e scese, allungando le braccia verso il cielo in un gesto esagerato di allungamento.
"Ecco qui, Parker," disse Wade con un sorriso soddisfatto. "Il paradiso per una settimana. C'è la spiaggia, c'è la jacuzzi sul retro, c'è il mare, e soprattutto... ci sono io. Cosa si può desiderare di più?" Lanciò uno sguardo a Peter, che scese lentamente dall'auto, prendendo un respiro profondo mentre osservava l'oceano davanti a loro. Il vento leggero portava l'odore della salsedine e delle alghe fresche, un profumo che Peter trovava stranamente confortante. Non parlava ancora, ma Wade poteva vedere nei suoi occhi un piccolo cambiamento. Un momento di tregua dal peso che si portava dentro.
Senza perdere altro tempo, Wade afferrò le loro valigie e le trasportò all'interno della casetta. L'interno era semplice ma accogliente: un piccolo soggiorno con un divano, una cucina spartana e una camera da letto con una grande finestra che dava direttamente sulla spiaggia. Era perfetto. Il tipo di posto in cui si poteva dimenticare tutto per un po'. O almeno, così sperava Wade.
"Ok, Parker. Sei ufficialmente in vacanza. Niente stress, niente criminali, niente città infernale," disse Wade mentre si lasciava cadere sul divano con un sospiro esagerato. "Solo sabbia, sole e una quantità imbarazzante di chimichangas. Dico sul serio, ho portato un'intera borsa frigo di quelle cose."
Peter si sedette su una delle sedie vicino alla finestra, guardando l'oceano senza realmente fissarlo. Anche se non parlava, Wade poteva sentire il silenzio meno opprimente rispetto al solito. Peter sembrava immerso nei suoi pensieri, ma non più intrappolato dentro di essi. Era un miglioramento. Lento, ma pur sempre un miglioramento.
Wade si alzò, decise di dargli un po' di spazio, e andò fuori sulla veranda, lasciando che la brezza marina gli accarezzasse il viso. Si appoggiò alla ringhiera e guardò l'oceano, con il suono delle onde che gli faceva da sottofondo. Era uno di quei momenti rari in cui Wade si permetteva di lasciarsi andare alla tranquillità. Niente battute, niente sarcasmo. Solo silenzio e pace.
Ma proprio mentre Wade cominciava a rilassarsi del tutto, un lieve scricchiolio nel boschetto di dune alle loro spalle lo fece sobbalzare. Si voltò di scatto, osservando con attenzione l'area attorno alla casetta. Nulla si mosse. Nessun segnale evidente di pericolo. Probabilmente solo un animale, pensò. Ma l'istinto di Wade era sempre vigile, e non poté fare a meno di provare una leggera inquietudine.
Rientrò in casa, chiudendo la porta dietro di sé. Si avvicinò a Peter, cercando di mantenere la sua solita spavalderia. "Ehi, capo," disse con un tono volutamente disinvolto, "non è che senti qualcuno seguirci col tuo Peter prurito, vero? Perché ho giurato di aver sentito qualcosa là fuori. Forse è solo il mio sesto senso da supereroe, o forse... è la fame. Sai com'è, potrebbe essere entrambe le cose."
Peter alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi leggermente socchiusi, come se stesse ponderando la risposta, ma alla fine non disse nulla. Non c'era paura nei suoi occhi, solo quella solita stanchezza profonda. Wade non insistette. Dopo tutto, se ci fosse stato davvero qualcosa, Peter lo avrebbe saputo.
Dopo aver sistemato le loro cose, Wade decise di preparare qualcosa da mangiare. Peter non mostrava alcun interesse per il cibo, ma Wade non si preoccupava troppo: prima o poi avrebbe ceduto al richiamo delle chimichangas.
La sera calò rapidamente, con il cielo che si trasformò da un rosa tenue a un blu scuro punteggiato di stelle. La casetta divenne un rifugio caldo e accogliente, con solo il rumore del mare a rompere il silenzio. Peter e Wade si sedettero sul divano, una distanza sicura tra loro, entrambi persi nei propri pensieri.
Ma, mentre tutto sembrava tranquillo all'interno, le ombre fuori si muovevano in silenzio. Dalla sicurezza del buio, una figura indistinta osservava la casetta, nascosta tra le dune e i cespugli. Gli occhi della figura seguivano ogni movimento all'interno della casa, attenti, calcolatori. Non si avvicinava troppo, non ancora. Era solo questione di tempo.
L'individuo sapeva cosa voleva, e sapeva che avrebbe avuto la sua occasione. Ma per ora, tutto ciò che doveva fare era aspettare. Pazientemente.
Dentro la casetta, ignari del pericolo che si nascondeva nell'oscurità, Wade e Peter si sistemarono per la notte. La brezza marina entrava attraverso le finestre socchiuse, portando con sé il profumo del mare e una calma illusoria. Per Peter, c'era ancora molto da affrontare. Ma per quella settimana, almeno, c'era la speranza che l'oceano e la pace potessero curare parte delle sue ferite. O almeno, così sperava Wade.
Le ombre, però, avevano altri piani.
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Silent Treatment // Spideypool
FanfictionSpiderman x Deadpool Spider-Man ha smesso di parlare da quando Gwen Stacy è morta tra le sue braccia. Nessuna battuta, nessun sorriso, solo silenzio e ombre. La colpa lo tormenta, trascinandolo in un abisso oscuro da cui sembra non voler più uscire...