Capitolo 21

65 5 0
                                    

L'oscurità intorno a Montauk divenne un palco per l'inevitabile battaglia. L'aria era carica di tensione, come se la foresta stessa trattenesse il respiro.
Peter e Wade si muovevano con precisione, i loro passi leggeri e furtivi tra i cespugli, mentre i nemici di Fenris si radunavano nell'ombra. Ogni fruscio di foglia, ogni lieve sibilo del vento sembrava nascondere una minaccia.
"Ok, Parker," sussurrò Wade con un mezzo sorriso, stringendo la sua katana.
"È ora di togliere i guanti. lo faccio a pezzi i cattivi, tu li appiccichi al muro.
Giusto il solito, no?"
Peter annuì. "Attento, Wade. Questi non sono solo soldati. Sono modificati, potenziati. Non li sottovalutare."

"Ma chi sottovaluta?" rispose Wade, con quel tono da spaccone che mascherava il suo concentrato letale. "lo non sottovaluto mai nessuno, a meno che non siano più belli di me. E fortunatamente, Parker, non ho mai incontrato nessuno che lo sia."
Le ombre tra gli alberi si fecero più fitte, e in pochi istanti furono circondati.
Dall'oscurità emersero figure avvolte in tute nere, i volti nascosti da maschere bianche e nere con il simbolo del lupo di Fenris inciso sulla fronte. Non erano solo soldati: i loro corpi emettevano una leggera luce verdastra, come se fossero intrisi di energia. Erano potenziati, come Peter aveva temuto. Wade sentì la tensione salire.
Uno di loro avanzò, il leader del gruppo, una figura alta e muscolosa con occhi brillanti come il neon. "Spider-Man... Deadpool... siete così prevedibili. Non dovevate venire qui. Fenris vi ha già segnati. La vostra esistenza finirà
stanotte."

Wade rise, facendo oscillare la katana avanti e indietro. "Oh, wow. Ho sentito minacce migliori dal mio vecchio maestro di scuola. E lui non aveva neanche una bella maschera da supercriminale. Andiamo, facciamola finita."
Il leader di Fenris fece un cenno, e i suoi uomini si lanciarono avanti. Fu come se l'aria stessa si spezzasse. Wade fu il primo a muoversi, la sua katana fendendo l'oscurità con una velocità mortale. Il primo nemico si avvicinò a lui con artigli metallici, ma Wade lo colpì prima che potesse reagire. Il suono della carne che si tagliava fu assordante, seguito dal tonfo del corpo a terra.
"Uno!" gridò Wade, quasi divertito, ma il combattimento non si fermava.

Peter scattò nell'oscurità come un'ombra, le sue ragnatele volavano da tutte le parti. Due degli uomini di Fenris si avvicinarono a lui simultaneamente, ma Peter si arrampicò tra i rami degli alberi con agilità, schivando i colpi.
Quando fu sopra di loro, lasciò cadere una ragnatela appiccicosa, intrappolandoli come mosche in un barattolo. Atterrò in mezzo a loro con un colpo preciso, stordendoli prima di buttarli a terra.
Ma non finiva lì. Questi soldati potenziati non erano come i soliti scagnozzi.
Recuperavano velocemente, i loro corpi si muovevano come macchine efficienti, ogni errore corretto in un istante. Il loro addestramento si rivelava in ogni movimento, ogni attacco calcolato con precisione.

Un soldato si lanciò verso Wade con una velocità innaturale, quasi invisibile.
Wade parò il colpo in extremis, ma la forza dietro l'attacco lo spinse indietro di qualche passo. "Ok, amico, niente male!" esclamò Wade, mentre roteava la katana e colpiva in risposta, tranciando il braccio potenziato del nemico con uno schizzo di sangue e scintille. L'uomo urlò di dolore, ma Wade non esitò: con un colpo finale, lo fece crollare a terra.
Intanto, Peter stava affrontando tre avversari contemporaneamente. Uno tentò di colpirlo con un pugno potenziato, ma Peter schivò, aggrappandosi a un albero e rispondendo con una doppia ragnatela che li tirò verso il tronco. Li bloccò in posizione con una raffica di ragnatele, immobilizzandoli.
"Non mollano," disse Peter, il respiro affannoso mentre un quarto nemico si lanciava verso di lui, cercando di afferrarlo da dietro.

Wade si voltò verso di lui, mentre decapitava un altro soldato. "Ma come possono, con tutto quello che gli stiamo facendo?" rise, ma c'era un tono serio nella sua voce. Anche lui capiva che questi nemici erano diversi.
Poi tutto accadde in un lampo. Uno dei soldati di Fenris, più grosso degli altri, emerse dall'oscurità. Aveva un'armatura tecnologica che lo faceva sembrare quasi un cyborg. I suoi occhi brillavano di rosso, e con un ruggito, colpì Peter con una forza tremenda, sbattendolo contro un albero con un suono sordo.
"Peter!" urlò Wade, ma prima che potesse raggiungerlo, il cyborg si girò verso di lui.
"La tua vita finisce ora," disse il cyborg, la sua voce distorta e inumana, mentre un'arma si estendeva dal suo braccio, caricando energia.

Wade non perse tempo. Balzò in avanti con entrambe le katane, cercando di colpire il nemico prima che potesse sparare. Il cyborg era veloce, ma Wade lo era di più. Con una mossa rapida e precisa, tagliò attraverso l'armatura, facendola esplodere in scintille e pezzi di metallo. Ma il colpo non bastò a fermarlo.
Il cyborg afferrò Wade per la gola, sollevandolo in aria. La sua presa era ferrea, e Wade senti l'aria mancare.
Tentò di reagire, affondando le lame nelle giunture dell'armatura, ma il cyborg sembrava non sentire il dolore.
"Non... oggi..." ansimò Wade, mentre cercava di liberarsi. Con un ultimo sforzo, tirò fuori una piccola granata da una tasca nascosta nel suo costume e la infilò tra le giunture del cyborg.
"Fai buon viaggio, amico!" gridò Wade, prima di essere scagliato via come un giocattolo rotto.

L'esplosione fu devastante. Il cyborg esplose in una pioggia di metallo e fuoco, la sua forma massiccia disintegrata dall'onda d'urto. Wade atterrò pesantemente contro un albero, il suo corpo dolorante per l'impatto.
Si rialzò lentamente, scuotendo la testa.
"Dannazione... e io che pensavo che le esplosioni fossero divertenti."
Peter, zoppicando, si avvicinò a lui. "Hai fatto un bel casino, Wade."
Wade rise, tossendo leggermente. "È il mio stile, Parker. Sempre con classe."
Mentre si riprendevano, guardarono intorno a loro. I resti dei soldati di Fenris giacevano a terra, i corpi intrappolati dalle ragnatele o giacevano immobili dopo lo scontro. Ma qualcosa non andava.
"È troppo silenzioso," disse Peter, scrutando l'oscurità. "Dove sono gli altri?"

Come se rispondessero alla sua domanda, un rumore metallico echeggiò dal buio. Wade e Peter si voltarono contemporaneamente, pronti a combattere di nuovo. Da dietro un albero emerse un'altra figura, un uomo alto, avvolto in un lungo cappotto nero.
Il suo volto era coperto da una maschera, ma i suoi occhi brillavano di una luce rossa sinistra.
"Complimenti," disse l'uomo con voce profonda. "Non molti sopravvivono a un incontro con i miei uomini. Ma non preoccupatevi. Non siete ancora fuori
pericolo."
Wade sollevò una katana, sfoderando il suo solito sorriso beffardo. "Bene. Speravo che ci fosse un secondo round. Pronto a farti spaccare in due?"
L'uomo ridacchiò sotto la maschera.
"Oh, Deadpool... sarà divertente vederti tentare. Ma questo... non è ancora il momento di finire il gioco."

Con un gesto, l'uomo scomparve nell'ombra, lasciandoli soli nella foresta, ancora con il cuore in gola e l'adrenalina che scorreva.
Wade e Peter si guardarono per un attimo in silenzio. Sapevano entrambi che questa battaglia era solo l'inizio.
"Non ci stanno mollando, eh?" disse
Wade, con un leggero tono di preoccupazione.
"No," rispose Peter, stringendo i pugni.
"E finché non li fermiamo, non lo faranno mai."
La caccia era appena cominciata.

Silent Treatment // SpideypoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora