Scatole chiuse

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I giorni passano tutti ugualmente grigi e vuoti. Nessuna emozione, nessuno stimolo, solo la voglia di evadere dalla realtà.

È questo che ogni sabato mi porta ad andare in discoteca.

Adele o Tea mi accompagnano per controllarmi e riportarmi a casa quando non mi reggo più in piedi, ma il più delle volte declino le loro offerte di compagnia per poi trovare all'uscita Mary o Mira che mi portano a casa loro e in macchina sopportano i miei lamenti e i miei deliri.

«Sembra incredibile: sto male, la testa mi scoppia, ma sto bene. Non penso a niente e non sento niente. Resterei così per sempre.»
«Incredibile, anche da ubriaca sei una contraddizione vivente!!» Esclama Mary esasperata.
«Lo sai che il dolore è affascinante?? È curioso. Tutti sembrano peggio di quello precedente e la cosa buffa è per sfuggirgli ce ne procuriamo altro!!»
«Moon...»

•••

A quanto pare Rea aveva pensato proprio a tutto, era già tutto predisposto e diviso.
Qualche settimana dopo al campanello suona sul marito.

«Possiamo parlare??» Lo faccio entrare in casa e gli offro una tazza di caffè.
«Sei sola?»
«Sì, i miei sono a lavoro. Io sono rimasta a casa per... beh, lo sa perché...»
«Dammi del tu» annuisco
«... Comunque anche se fossero rimasti non sarebbe cambiato niente. Non mi capiscono, mi vogliono bene e io a loro, ma ho capito che ciò che realmente provano per me è orgoglio e ora il livello è sotto zero » dalle mie labbra esce una risata amara « per loro è impossibile che io provi un così grande affetto per Lei...»

«Ti ho portato delle cose, ha voluto lasciarle a te. Ho con me anche il testamento.»

15 Maggio
So che tra pochi giorni lascerò questo mondo, è ora di esprimere le mie volontà.

A mio marito Alessandro lascio il patrimonio in soldi, il conto corrente e la casa. L'azienda di famiglia essendo l'unica proprietaria è mio compito scegliere a chi darla: Alessandro e a una ragazza che so che se ne prenderà cura. Selene Noir. A lei lascio anche la mia auto, i vestiti, le scarpe, i gioielli e le borse con tutto ciò che vi è dentro.

Rea Sanzio.

«Alcune cose te le ho portate io, il resto vieni pure quando vuoi.» Resto in silenzio per molti minuti, il caffè si è raffreddato, ma continuo a berlo.
«G-grazie. Non voglio disturbare, se adesso puoi vengo ora.»
«Seguimi con la macchina.»

Spesso mi è capitato di entrare nella sua casa, ma adesso è diversa: vuota.
La camera è piena del suo profumo, dopo ore abbiamo trovato tutto e messo in macchina, a casa guarderò tutto. Nella mia solitudine.

«Grazie di tutto Alessandro. Addio...» non risponde, attende che continui.
«Le nostre strade si sono separate con la sua scomparsa, se ci incontrassimo di nuovo o se restassimo in contatto, soffriremmo entrambi. Presto ti farò contattare da un avvocato per lasciarti la mia parte di concessionaria.»

«Sai, sono felice che tu sia entrata nella sua vita. Lei ti amava dal primo giorno.»

Apro la porta e sulla soglia mi giro un'ultima volta a guardare questa casa piena di lei.

«Addio Alessandro, è stato un piacere conoscerti... anche se in questa spiacevole situazione.»
E scappo via, via da quella casa ormai vuota.

La mia camera è piena di scatole, non ho il coraggio di aprirle.

•••

La scuola è finita nell'apatia totale. Sono rientrata solo l'ultima settimana per recuperare delle verifiche e interrogazioni.

Ho passato la maggior parte delle ore in cui non avevo niente da recuperare nel nostro posto.

«Eccoti...»

Una voce alle mie spalle si avvicina fino ad avere il corpo di Mary abbracciato al mio.
«Eccomi...» scruta i miei occhi e scuote la testa.
«No, non sei qui. Avevi promesso...» «Sì, anche Lei... di non mentirmi...» La guardo negli occhi e i miei si riempiono di lacrime.

È tutto uguale, un ciclo che si ripete. La trovo e la perdo.

Adesso sono tra le braccia di Mary come anni fa, la differenza è nel fatto che Lei non la rivedrò mai più.
«Mi manca così tanto!!»
«Lo so...»

•••

È metà Luglio quando con Adele e Tea organizziamo una serata in discoteca. Un locale moderno con molta musica latina e reggaeton.
Hanno passato tutte queste settimane a cercare di tirarmi su il morale e alla fine stanca di vederle così in pensiero ho costruito una maschera.

Ha funzionato, adesso crescono che stia bene.

Sto guardando le mie amiche ballare quando vedo una donna entrare.
È diversa da tutte le altre persone in questa stanza. È formale, come se non fosse il suo ambiente, ma questo con la fa apparire inadatta.

Incuriosita mi alzo.

«Posso offrirle un drink?»
«C'è qualcosa di decente?»
«Io amo il Margarita.»
«Allora due.»

Da vicino mi accorgo che è una donna vissuta. Avrà sui cinquant'anni, ma li porta benissimo, un fisico tonico, formoso, ma non esagerato. Indossa un completo avorio con una canottiera nera che lascia abbastanza immaginazione sul resto.

Composta, elegante, non volgare. D'impatto.

«Mi dirai qualcosa o mi guarderai soltanto?»
Sto per fare cadere il mio bicchiere a questa sua esclamazione improvvisa.
«È bellissima.» Questa volta a rischiare di strozzarsi è lei.
«Come ti chiami?»
«Se ci ritroveremo te lo dirò.»
«Uff!! Io mi chiamo Selene.»
«Titanide della luna. Bel nome.»
«Grazie.»

Il resto della serata la passiamo a stuzzicarci, ma a non fare niente di concreto. Alle 2 Adele e Tea mostrano segni di cedimento così sono costretta ad accompagnarle a casa.

«Se ti rivedrò saprò il tuo nome.»
«Prega Fortuna.»

Si gira e se va.

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✍️💘

Eccoci di nuovo qui. Dalla morte di Rea sono passati due mesi e a quanto pare a Sely resta ancora dell'energia per mettere su un maschera. Ma quanto reggerà??

Curiosa quella donna vero??

Un po' della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora