Le vacanze di Natale sono finite e questa mattina alla prima ora ho la mia cara De Angelis, che come un ladro spalanca la porta di classe facendoci sussultare tutti quanti.
«BUONGIORNO!!» Tutti scattiamo in piedi.
«Seduti grazie.»Cavolo, oggi deve essere turbata, meglio fare qualcosa...
«Miss, shall I go to the cafeteria?» Mi guarda e le si addolcisce leggermente l'espressione e annuisce.
Corro giù.
«Patri!! Urgente un caffè per Mary!!»Anche lei scatta e inizia a prepararlo «Ecco cara, lo offro io. Tranquilla. Corri.»
«Grazie amica mia!!» Le mando un bacio e poi scappo.Entro in classe e con tanta nonchalance le lascio il bicchiere sulla cattedra. Mi sfiora la mano e le faccio un occhiolino per poi tornare a posto, vedo che legge il biglietto che avevo scritto e poi messo sul coperchio del bicchiere. Impercettibilmente sorride.
L'ora finisce e la giornata continua, fino ad arrivare all'ultima campanella.
«Elena, scappo. Un bacio!» Già, adesso siamo nella stessa classe. La sua è stata divisa perché erano troppo pochi. «Ciao!» E corro via, è così abituata alle mie uscite senza spiegazioni che ha rinunciato anche a seguirmi perché la semino dopo due passi.
Entro in 1O «Ciao ragazzi, mi porto via la prof, qualunque cosa stesse spiegando, studiatela a casa e qualcuno gliela ripeterà alla prossima lezione. Ciao!!»
La De Angelis è allibita, i ragazzi un po' meno, quando hai lei come professoressa ti aspetti di tutto. Inoltre tutta la scuola è a conoscenza del nostro forte legame.
«Uhm, sì ragazzi, facciamo così. Tanto avevo già spiegato tutto. A domani!»
La prendo a braccetto e la porto in classe mia che nel mentre si era svuotata.
«Oh Moon!! Grazie!! Sei un angelo. Come farei senza di te!»
«Anche se a volte mi prenderebbe a schiaffi?» Ride.
«Te lo ricordi ancora?? Comunque è solo perché sei lunatica! A volte non so cosa aspettarmi da te. La tua improvvisa e inaspettata intraprendenza mi lascia ogni volta di stucco, contrastando la te razionale che sta ore e ore a pensare a cosa sarebbe giusto dire.»Mi abbraccia per esprimere la gratitudine che a parole non riesce a spiegare.
«Adesso, mi dica perché è stressata.» Fa un sospiro e inizia a raccontare.
«C'è in programma uno scambio, ricordi ti avevo accennato dei grandi progetti in cantiere!»
«Sì, lo ricordo. Mi sembra una bella cosa!»
«Non da organizzare, ma non è questo il punto. Il punto è che gli studenti e studentesse sono francesi.» Spalanco gli occhi.
«Con tutti gli stereotipi nessuno accetterà lo scambio!!»
Mi guarda«No no! Ha lo sguardo di quando mi volte chiedere una cosa impossibile»
«Sì, e ogni volta non mi deludi!»
«Mi serve la tua eloquenza. Devi trovare 20 ragazzi e ragazze. Entro... un mese...» Spalanco gli occhi e la bocca.«Ma... È impossibile!! Già è difficile per il fatto che sono francesi, poi ho anche solo una settimana!!» Prendo fiato.
«Prof!»
«Moon ti prego, sei popolare, sei convincente, hai tutti ai tuoi piedi. Aiutami per favore! Sai quanto mi costa chiederti aiuto.»
«Lo so, nonostante io te lo chieda sempre. Ci proverò, perché ti voglio bene. Ma non ti assicuro niente. Mi dia i dettagli.»
«Allora, questi ragazzi sono 11 femmine e 8 maschi. Andremo noi dal 9 Febbraio al 28 dello stesso mese. Poi loro verranno ad Aprile, dal 15 al 30.»«Cercherò.»
•
«Mamma!! Sono a casa!»
«Tesoro, bentornata. Oggi dovresti farmi un favore.»
«Oh mio Dio!! Un altro?!»
«Signorina, non mi sembra di averti chiesto niente fin'ora, perciò modera il linguaggio!»Prendo un respiro profondo e con più calma possibile rispondo, dopotutto lei non c'entra niente. Sono io che ho la testa al trove.
«Dimmi tutto.»
«Letizia e Carlo oggi sono impegnati fuori città, mi hanno chiesto se potevo guardare Livia, ma io devo lavorare...»
«Starà con me. Lo faccio volentieri.»
«Grazie tesoro, sapevo che l'avresti detto. Le vuoi molto bene.»Letizia e Carlo sono una coppia che conosco da tutta la vita, mi hanno vista piccola e io ho visto piccola la loro bambina: Livia. Ha 12 anni e fa la seconda media.
Si sono trasferiti da Roma due anni fa perché la Capitale era troppo caotica per la loro figlia in età pre-adolescenziale.Alle 15:30 metto in moto la macchina e vado a prendere la mia Bestiolina.
Non dò mai soprannomi, ma lei è stata un'eccezione. Le voglio un bene dell'anima e penso sia l'unico essere vivente più piccolo di me di più di due anni per cui provo questo affetto.«Sel!!!» Raggiante esce da scuola e corre verso di me.
«Il tuo zaino è più grande di te. Vieni, ti porto a prendere un gelato, ma poi facciamo i compiti!»
«Evviva!!»Ha 12 anni, molte delle sue compagne a quest'età si atteggiano a regime del mondo, lei ha ma tenuto quell'aria innocente da bambina. Ecco, è per questo che mi piace: è diversa.
Dopo aver lasciato lo zaino in macchina l'ho portata in una gelateria in centro e abbiamo preso due coni.
«Seguimi, andiamo nel giardino della mia contrada.»
Essendo socia posso entrare quando voglio e vista la mia notorietà mi lasciano anche portare qualche persona con me. Così ci sediamo in una panchina.«Sai, mamma ha detto che vorrebbe cambiare casa. Quella di adesso è troppo umida... non gliene va bene una! Comunque, il punto non è questo»
«Lo so, la casa che hanno visto è sopra la mia.»
Per la sorpresa le cade un po' di gelato nella maglia, così gliela pulisco.
«Saremo vicine?!!»
«Non solo, quella casa è la mia.»Dopo aver appreso questa notizia, ha iniziato a fare salti di gioia lungo tutta la strada.
A casa, quando sono riuscita a calmarla abbiamo iniziato a fare i compiti.
«Non mi torna!!»
«Guarda tesoro, hai sbagliato qui. Qui, e qui.» Pazientemente le spiego gli errori e in un foglio le scrivo i passaggi fatti invece nel modo giusto.Verso le 18 chiamo mia mamma per proporle un idea.
«Mamy!! Ciao, visto che loro stanno valutando di comprare la nostra casa, perché non invitarli a cena e fargliela vedere??»
«Sono loro gli acquirenti di cui mi parlavi l'altro giorno?!! Va benissimo. Ordina la pizza così io passo a prenderla uscita dal lavoro.»Un paio di ore dopo siamo tutti seduti intorno al tavolo a gustarci le nostre pizze.
«Come avete visto, la casa come grandezza è esattamente come questa, anche la pianta è pressoché la stessa a parte due muri divisori.»
Prima di mangiare la pizza li ho portati a fare il giro della casa, ho spiegato gli impianti che vanno rifatti e delle migliorie che possono essere attuate. Quando siamo tornati a casa ho fatto vedere nello specifico cosa abbiamo fatto noi.
Loro sono rimasti positivamente sorpresi dalle condizioni della casa, ma soprattutto del fatto che della vendita me ne occupassi io.«Sì, mio marito non è esperto in materia di vendita. Inoltre queste due case le ha fatte mio babbo, suo nonno, perciò io sono quella più informata. Per i primi tempi abbiamo gestito noi la cosa, poi un giorno, quando siamo stati entrambi occupati, abbiamo visto che se la cavava meglio di noi le abbiamo dato carta bianca.»
Mamma quando dice questo ha gli occhi che le brillano di orgoglio, non è raro, so che è fiera di me... solo che non me lo dimostra mai.
«Firmiamo il contratto allora!!» «Livia, te saresti felice di vivere vicina a Selene??»
«Sì!!!! Subito!!»
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E chi si immaginava che questo rientro sarebbe stato così movimento e impegnativo??
Nella copertina c'è l'immagine di Livia
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Un po' della mia vita
AléatoireSelene è una ragazza di 18 anni, va in 4ª liceo. È fredda ma solare, forte ma fragile. La sua vita da liceale non è rosea, è travagliata da difficoltà ben superiori a una verifica. Con dei genitori che non la comprendono e che nemmeno ci provano, m...