Destino

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10 Ottobre

«Stasera liberatevi dagli impegni ho i biglietti per il privé del Papi.» Adele entra in casa raggiante.
«Frena figlia mia, chi vi dà l'autorizzazione di andare!?»
«Mama!!»
«Dai Mary!» Diciamo io e Tea all'unisono.

«Ma sentile!» La voce di Mira viene dalla porta e poco dopo lei entra nel nostro campo visivo.
«Hai visto Mary, tutte e tre coalizzate!»
«Sembrano tre sorelle contro un genitore.» Mi guarda sapendo che capito il riferimento.

Flashback

«Quale è il più grande pro e contro dell'essere figlia unica?»
«Pro: hai tutto l'affetto per te. Contro: non hai un alleato contro i genitori.»

Fine flashback

«Eh va bene!! Però alle 3 dovrete essere già fuori ad aspettarci.» Andiamo ad abbracciarle e poi corriamo a prepararci.

«Non sono bellissime?»
«Sì Mira, lo sono. Ho sempre considerato Moon una figlia, sai?»
«Lo so e lo stesso vale per me. È bello che adesso lo sia.»

«Sai, l'altro giorno ero andata al cimitero per salutare mio marito.»
«Mira... Ti avrei accompagnata!»
«Lo so, ma sono passati anni e sentivo che ero pronta ad andare da sola.» Prende un respiro profondo e continua.

«Non è questo il punto comunque. C'era anche Moon...
Già, è stata un sorpresa anche per me, ma ne sono rimasta felice.»
«Che...»
«Non avrei mai voluto origliare, infatti ho smesso quasi subito e sono venuta via prima di lei. Ho sentito solo che ama una donna e che vuole andare avanti.»

Si avvicina ulteriormente all'amica. «I nostri sospetti erano fondati. Mary, è Alyssa. Ne sono sicura. Moon l'ha detto a Rea per avere una specie di benedizione.»

Seguono minuti interminabili di silenzio finché Mary non si alza e lascia la stanza.

«Sele vai a prendere qualcosa da bere?» Mi urla Adele per farsi sentire sopra la musica.
Al bancone ordino due Long Island e aspetto mentre finisco il mio Margarita.

«Ordini per le tue amiche e non per te? Mi stupisco Noir!» La voce viene da qualcuno alle mie spalle, ma non posso non riconoscerla.

Alyssa Ferrari.

«Professoressa, che ci fa qui?»
«Ci vengo spesso.»
«Non l'ho mai vista!» Alza le spalle senza aggiungere nient'altro.

Sarà l'alcol, ma quando si gira per andare via mi alzo di scatto dallo sgabello e la fermo.
«Io... Mi scusi.» Lascio il suo polso, ma lei non si allontana.

«Non preoccuparti. Ti va un bicchiere insieme?»
Sono già al terzo e la più sobria del gruppo, ma a lei non riuscirei a dire no nemmeno se fosse Dio in persona a ordinarmelo.
Dopo pochi minuti ci alterniamo a prendere un sorso a vicenda.

«Facciamo un gioco! Quello delle tre domande. Se non vuole rispondere dovrà bere, altrimenti la sua risposta dovrà essere sincera al cento per cento.»
«Accetto. Inizia te.»

«È impegnata sentimentalmente? Anche se si sta sentendo con qualcuno è sì.»
«Subito nella sfera personale eh! No, sono libera. Tocca a me. Dove vivi?»

Prendo il bicchiere dalle sue mani e butto giù un generoso sorso.
«Misteriosa... Io risponderò a tutto, credo proprio che questo bicchiere verrà finito da te!»

Dopo una breve pausa fa la sua domanda.
«Perché hai scelto il liceo e non una carriera in cui sfruttare la tua bellezza?»
«Perché la bellezza che avrei sfruttato sarebbe sfiorita e non avrei avuto più niente. La curo, cerco di mantenerla, ma non è il mio pensiero fisso.»
Annuisce soddisfatta dalla risposta.

«Perché una bella donna come lei non è accompagnata?»
«Lo sono stata, ma poi ho incontrato una persona. Ultima domanda: credi nel destino?»

«Sì, credo che ci sia un qualcosa di già scritto sulla nostra vita, ma anche che noi possiamo scriverci sopra. Chi ha incontrato?»

Sorprendentemente beve l'ultimo sorso dal bicchiere e fa per andarsene.
«Ha detto che avrebbe risposto a tutto!»

«Quando ci ritroveremo avrai la tua risposta.»

«Ma... Adesso partirà per lo scambio!»
«Magari mi troverai prima.» Alla porta si ferma e senza voltarsi dice un'ultima cosa.

«Prega Fortuna.»

Dopodiché sparisce, la mia testa gira e quando mi sveglio mi ritrovo nel mio letto a casa.
Salto sul letto di soprassalto.

Ho capito.

È lei.

Lei è la donna di quella sera.
La donna che non mi ha voluto dire il suo nome.
La donna che ho visto al bancone del bar la mattina.

La donna con cui ho spudoratamente flirtato quella sera da ubriaca è la professoressa che amo.

La amo?
Sì, la amo. Ne sono certa ora più che mai.

Era destino.

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✍️💘

Non ho molte cose da dire.
È tutto scritto.

Un po' della mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora