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la mattina dopo

Mi tirai su dal letto con uno sbuffo, sentendomi completamente rincoglionita. La testa era un macello, come se avessi passato la notte a sbatterla contro un muro. Feci un giro con lo sguardo nella stanza, e il casino era tale che mi chiesi se fosse scoppiata una bomba durante la notte.

Vestiti ovunque, scarpe buttate in giro, e Astoria incollata alla solita poltrona con le sue cuffie e il suo libro del cazzo.

«Che cazzo legge, 'ste storie di merda...» pensai, riconoscendo la copertina di uno di quei libri horror che ogni tanto l'ho vista leggere. Five Nights at Freddy's, o qualcosa del genere. Certo, lei non c'entrava nulla con quello che era successo ieri sera, e probabilmente sapeva meno di me. Magari qualcuno le aveva detto due stronzate in corridoio, ma sicuramente non sapeva niente di rilevante.

«Fanculo...», sospirai, spostandomi verso l'armadio. Mi infilai una felpa larga, una di quelle con il cappuccio, e un paio di pantaloni comodi. Non volevo sembrare troppo a pezzi, anche se la verità era che lo ero completamente. Guardandomi allo specchio, mi resi conto di avere la faccia di una che aveva passato la notte a farsi prendere a pugni. I capelli erano un disastro, ma chi cazzo se ne fregava. Li tirai su in una coda bassa e disordinata.

«Astoria, tutto ok?» le chiesi, solo per non far finta di ignorarla. Lei non mi rispose, ovviamente. Stava tutta assorta in quel cazzo di libro, ma dai ma come si fa?

Aprii la porta e mi affacciai nel corridoio. L'aria fredda del castello mi colpì subito, dandomi un leggero sollievo. Mi guardai intorno mentre camminavo, cercando di mettere insieme i pezzi di quella serata confusa. Ma nulla. Niente di niente. Solo il flash del "duello" con Mattheo, e poi... il vuoto.

Appena i piedi toccarono il corridoio, una strana sensazione di inquietudine mi prese allo stomaco. Il castello sembrava quasi vuoto, ma era la domenica mattina, dopotutto. Mentre mi dirigevo verso la sala comune, intravidi un gruppo di persone familiari. Theo, Lorenzo, Draco e Blaise stavano parlottando tra loro. Appena mi videro, si fermarono di colpo e mi salutarono con un mezzo sorriso.

«Oh, eccoti!» disse Theo, con una voce che cercava di suonare allegra, ma c'era qualcosa di strano nell'aria, una tensione che non riuscivo a spiegarmi.

Mi avvicinai a loro, ma notai che non riuscivano a guardarmi dritto negli occhi. «Che cazzo succede?» pensai, cercando di leggere i loro volti. Non potevo fare a meno di sentire che sapevano qualcosa che io non sapevo.

«Tutto bene?» chiesi, cercando di sembrare rilassata, ma la mia voce tradiva una certa ansia.

«Sì, sì, tutto a posto...» rispose Lorenzo, ma evitava il mio sguardo. Draco era il più rigido di tutti, quasi come se fosse infastidito dalla mia presenza. Blaise si grattava nervosamente la testa. Nessuno voleva parlare.

«Che c'è? Mi volete dire che cazzo è successo ieri sera, oppure no?» chiesi, ormai stufa di quella situazione di merda.

Theo fece un passo avanti, ma poi si fermò, come se non fosse sicuro di cosa dire. «Ellie, senti... non possiamo dirti niente, ok? Non è il momento.»

«Non è il momento?! Ma vi siete rincoglioniti tutti? Io non ricordo un cazzo!»

Mi risposero con un silenzio che mi fece innervosire ancora di più. Non sapevo se dovevo incazzarmi con loro o con me stessa per non riuscire a ricordare nulla.

Mi girai, allontanandomi da loro e proseguendo nel corridoio. Stavo ancora cercando di mettere insieme i pezzi quando lo vidi. Mattheo era lì, appoggiato contro il muro con la sua solita sigaretta tra le dita, con lo sguardo fisso davanti a sé, come se non avesse notato la mia presenza.

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