«Mattheo, ma te senti?» sbuffai, guardandolo con un mezzo sorriso. «Ti dà così fastidio Cedric?»
Lui si avvicinò, gli occhi che bruciavano di gelosia mal celata. «Mi dà fastidio chiunque si azzardi a guardarti, Ellie. Figurati lui, che pensò pure di potersi avvicinare.»
Non potei fare a meno di sorridere, ma mi incupii subito. «Mi sta simpatico, tutto qui.»
Mattheo non rispose subito, ma vidi il suo sguardo farsi più duro. Fece un passo verso di me, e il suo tono divenne più cupo: «Simpatico? Quello ti mangia con gli occhi, Ellie. Non voglio che ti stia vicino.»
«Sei geloso?» gli chiesi, cercando di suonare il più innocente possibile, anche se in realtà stavo già pregustando la sua reazione.
Mattheo smise di fissare il cielo e mi lanciò uno sguardo di sbieco, per un attimo vidi la sua mascella serrarsi, eppure non parlò subito. Come al solito, cercò di controllarsi, ma io lo conoscevo troppo bene per non notare il minimo movimento che tradiva la sua rabbia.
«Non dire cazzate,» borbottò alla fine, ma la sua voce fu più tagliente del solito, e lo vidi che le mani si stringevano a pugno. Sì, l'avevo colpito nel punto giusto.
«Allora perché vuoi ucciderlo oggi?» incalzai, godendomi la sua esitazione.
«Quello non doveva permettersi di parlarti così, cazzo!» sbottò lui, voltandosi verso di me. I suoi occhi scuri sembravano più cupi del solito, pieni di quella rabbia contenuta che a volte mi faceva paura, altre volte mi faceva sentire... protetta.
Lo osservai in silenzio, cercando di capire se il motivo fosse davvero solo quello che aveva detto.
«Non vuoi ammetterlo, ma sei geloso,» dissi, incrociando le braccia e guardandolo dritto negli occhi.
Mattheo si avvicinò, l'aria tra di noi divenne elettrica. «Non dire cazzate, Ellie. È solo che non mi fido di lui.»
«E perché non dovresti? Perché ti dà fastidio?» lo provocai, sentendo la tensione crescere.
«Non lo so,» rispose, la voce un po' più bassa. «È solo...»
Mi fermai, osservandolo mentre cercava le parole giuste. «Solo cosa?»
«Solo che non voglio che nessuno si avvicini a te.» disse, quasi con un ringhio.
Sorrisi, un po' compiaciuta della sua reazione. «Allora smettila di guardarmi come se fossi tua, cazzo.»
Lui fece un passo più vicino, e il suo sguardo divenne più intenso. «E perché non posso farlo?»
«Non so, forse perché non sei il mio custode?» risposi, ma la mia voce era più bassa, quasi un sussurro.
L'aria divenne più pesante mentre i nostri volti si avvicinavano. Vedevo il conflitto nei suoi occhi, come se volesse dirlo, ma le parole restavano bloccate. «Sei così testarda, Ellie,» mormorò.
«E tu sei così...» cominciai, ma mi bloccai mentre la distanza tra noi si riduceva.
«Così cosa?» chiese lui, con un tono che era più un'istantanea che una domanda.
«Così...» mi fermai di nuovo, il cuore che batteva forte, incapace di trovare il modo per esprimere ciò che entrambi sapevamo.
«Lo sai che non voglio che tu stia con lui,» mormorò, avvicinandosi ancora di più.
Rimasi ferma, gli occhi fissi nei suoi, la tensione tra noi palpabile. Non avremmo dovuto essere così vicini, ma in quel momento, tutto il resto svanì, lasciandoci solo noi e l'aria carica di parole non dette.
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spectre
FanfictionEleanor Grindelwald, figlia del temuto Gellert Grindelwald, si unisce a Hogwarts con l'intento di superare il peso del suo retaggio. Qui incontra Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, entrambi segnati dalle ombre delle loro famiglie. Ellie scopr...