La Sala Grande quella sera era piena di chiacchiere e risate, mentre io, Theo e Lorenzo ci godevamo la cena, senza fretta. Seduti tutti vicini, il rumore delle stoviglie e delle voci era un sottofondo a cui ormai ero abituata, e il caos mi sembrava quasi rilassante. Stavo per prendere un altro pezzo di pane quando Theo si voltò verso di noi con un'aria insolitamente seria.
«Sapete che forse chiederò a Hermione di darmi qualche ripetizione?» disse, cercando di suonare indifferente, ma il modo in cui evitava di guardarci negli occhi parlava chiaro.
Lorenzo quasi sputò il succo che stava bevendo. «Hermione? Tu che chiedi ripetizioni a quella che fino a qualche giorno fa ritenevi solo una secchiona? Ma da quando?»
Io lo guardai, sollevando un sopracciglio. «Aspetta un attimo, Theo... Mi stai dicendo che ti farai aiutare proprio da lei?»
Theo sbuffò, cercando di mantenere la calma. «Cazzo, non cominciate pure voi. È brava, che c'è di strano? Almeno evito di prendere un'altra nota da Piton.»
«Ah, certo, per i compiti...» risposi, ma il tono ironico nella mia voce era impossibile da nascondere. «Non sarà che ti piace un po', eh?»
Lorenzo scoppiò a ridere, dandogli una pacca sulla spalla. «Ma sì, ammettilo, Theo. Ti stai prendendo una cotta per la nostra amata Hermione Granger!»
Theo roteò gli occhi, cercando di non darci troppo corda. «Ma piantatela, siete ridicoli. È solo che non voglio ripetere l'anno.»
«Ah certo, certo, perché Hermione è l'unica che può salvarti, eh?» lo provocai, incrociando le braccia e lanciandogli uno sguardo malizioso. «Dai, Theo, non fai che nominarla ogni due secondi, e quando ti parla sei perso nel tuo mondo. Se non è amore, allora che cos'è?»
Lorenzo continuava a ridere, ormai divertito dalla piega che aveva preso la conversazione. «Sì, Theo, ammettilo. Hermione ti ha conquistato con i suoi libri e quella sua aria da secchiona perfetta.»
Theo si sforzò di mantenere la calma, ma il rossore leggero che gli colorava le guance non sfuggì a nessuno di noi. «Ma finitela, cazzo! Non c'è proprio niente.»
«Sicuro, sicuro...» risposi, trattenendo a stento le risate. «Comunque, quando la vedi, salutamela, va'... magari puoi farle un complimento sui suoi libri, così resti in tema.»
Theo scosse la testa, esausto delle nostre prese in giro. «sei proprio una stronza,» sbottò, mentre io sorridevo con aria soddisfatta.
In quel momento, non avrei mai potuto immaginare l'onda di ansia che stava per travolgermi.
Silente si alzò, attirando l'attenzione di tutti. Un velo di silenzio si diffuse, mentre tutti si girarono verso di lui, ansiosi di sapere cosa stesse per dire. Il cuore mi batteva forte nel petto. La mia preoccupazione crebbe.
«Attenzione, tutti!» La sua voce risuonò con la solita calma, ma io non riuscii a togliermi dalla testa l'immagine di quell'uomo che sognavo. E poi, quel nome: «Ho il piacere di presentarvi un nuovo membro della nostra comunità di Hogwarts. Vi prego di accogliere Hardin Grindelwald!»
cosa cazzo mi state dicendo
Le porte della sala si spalancarono, e un silenzio teso calò su tutti. Gli sguardi si spostarono verso l'ingresso, e io trattenni il respiro. Un ragazzo entrò, con l'aria di chi portava il peso di un'eredità inaspettata. Hardin. Il cognome mi colpì come un colpo al cuore. Un mormorio attraversò la sala, e il terrore si impossessò di me. Non potevo crederci. Un membro della mia famiglia? Ma io non avevo mai conosciuto i miei genitori. L'idea che ci potesse essere un legame così profondo, così inquietante, mi fece tremare.
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spectre
FanfictionEleanor Grindelwald, figlia del temuto Gellert Grindelwald, si unisce a Hogwarts con l'intento di superare il peso del suo retaggio. Qui incontra Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, entrambi segnati dalle ombre delle loro famiglie. Ellie scopr...