XIII

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la mattina dopo

Io e Hermione ci fermammo vicino alle tribune del campo di Quidditch, dove i giocatori si allenavano per la partita del pomeriggio. Il sole era già alto, e l'aria pizzicava la pelle, come se la giornata fosse piena di promesse. Eravamo lì da poco, chiacchierando del più e del meno, quando mi ricordai della sera precedente.

«Ah, senti, ieri sera Theo ha detto che non sei poi così male,» buttai lì, cercando di sembrare disinvolta, ma Hermione mi fissò con quel suo sguardo curioso e interessato.

«Davvero?» chiese, con un sorriso sorpreso. «E cosa ne pensi tu?»

Mi misi a ridere. «Penso che si sta ammorbidendo. non è poi così stronzo alla fine.»

Hermione sorrise, guardando il cielo come se stesse valutando quello che avevo detto. «Sai, a volte le persone ti sorprendono... E poi, anche i Serpeverde sono capaci di essere simpatici, no?»

«Eh, certo, io cosa sono sennò?,» risposi ridendo, buttando lo sguardo verso il campo, dove Mattheo volava con la solita disinvoltura. Draco e Blaise gli sfrecciavano accanto, cercando di stargli dietro. Erano davvero bravi, lo dovevo ammettere.

Hermione mi osservava e alla fine disse: «Comunque, tu lo guardi un bel po'.»

Sbuffai, cercando di non arrossire. «Ma che cazzo dici? È solo che vola bene, tutto qua.»

Lei rise piano. «Non ti ho nemmeno detto il nome, e sapevi già a chi mi riferissi.»

Quella frase mi colpì. Cercai di non farle vedere quanto mi avesse messa a disagio, ma Hermione aveva quel dannato talento di leggere le persone troppo bene.

«Ellie, non devi giustificarti. Non c'è niente di male nel provare qualcosa per qualcuno.» Si voltò verso di me con il suo solito sguardo acuto e serio. «Ma... non devi far decidere tutto al tuo corpo. Il cuore è più potente, ma la mente può aiutarti a capire cosa vuoi davvero.»

Ci fu un silenzio imbarazzante mentre cercavo di trovare le parole giuste.

«Siamo solo amici» dissi, alzando le spalle con indifferenza.

Lei ridacchiò, scuotendo la testa. «Ellie, gli amici non si guardano in quel modo. Non c'è bisogno di mentire a me... forse più a te stessa.»

Mi girai verso di lei, incrociando le braccia. «Smettila, non c'è proprio niente tra noi. Mi fa solo ridere.»

«Sì, certo,» replicò lei, con quel tono da so-tutto-io. «Solo che ridi sempre quando lo vedi, vero?»

Mi sforzai di mantenere la faccia seria, ma Hermione mi fissava con quel suo sorrisetto saggio. «Guarda che ti stai facendo un film da sola.»

«Un film, davvero? Perché quando lo vedi, tu sembri in un'altra dimensione.»

Alzai gli occhi al cielo. «Sì, Hermione, certo, sto pensando solo a lui. Ma dai, ci conosciamo da poco, lo sai, no? Non ho tempo per queste stronzate.»

«Non so, Ellie,» disse lei con calma. «A volte sembra che tu non voglia ammettere quello che provi.»

Non risposi subito, evitando di incrociare il suo sguardo.

«Lo so, lo so che è un tuo amico,» disse Hermione, quasi per tranquillizzarmi, «ma non ti ho neanche detto il nome e sapevi già a chi mi riferivo.»

Mi sentii leggermente a disagio, ma non potevo darle ragione. «Era ovvio di chi stavi parlando, l'ho capito dal tono della voce.»

Lei sorrise, ma stavolta con un'espressione più dolce, quasi come se volesse proteggermi. «Ellie, non ti sto accusando di nulla. Solo che forse dovresti essere onesta con te stessa. Non è un male, sai?»

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