Mattheo continuava a sfogliare i libri con un'espressione tra il frustrato e il determinato. Io, invece, ero inchiodata al mio posto, gli occhi persi tra le righe di un volume che sembrava promettere tutto e niente. Poi, la mia attenzione fu catturata da una pagina diversa dalle altre: al centro spiccava una fotografia, leggermente sbiadita, ma ancora chiarissima nei dettagli.Il cuore mi si fermò per un istante. Era lui.
Le fitte alla testa tornarono con violenza, un dolore sordo e pungente che mi costrinse a chiudere gli occhi per qualche secondo. Quando li riaprii, la foto era ancora lì. Il volto di un uomo dai tratti eleganti e austeri, i capelli biondi tirati indietro e uno sguardo così glaciale da sembrare vivo. Ma erano i suoi occhi a colpirmi più di tutto: uno chiaro, quasi trasparente, e l'altro più scuro, così simili a quelli che vedevo nei miei incubi.
Non potevo distogliere lo sguardo, il mio respiro era irregolare. Mattheo, seduto accanto a me, si accorse subito che qualcosa non andava.
«Ellie? Che hai?», chiese, la sua voce più seria del solito.
Non risposi subito. Con un gesto esitante, spinsi il libro verso di lui, indicando la fotografia con un dito tremante. Lui si chinò per guardare, i suoi occhi scuri che scrutavano il volto dell'uomo. «E questo chi cazzo è?»
La domanda mi colpì come uno schiaffo. «Gellert Grindelwald», risposi a bassa voce, leggendo il nome sotto l'immagine. Mi sembrava quasi impossibile dirlo.
Mattheo alzò lo sguardo verso di me, confuso. «Aspetta, tuo padre? Questo è tuo padre?»
Annuii lentamente, ancora incapace di staccare gli occhi da quella fotografia. «Non l'avevo mai visto. Mai...», mormorai, sentendo il nodo alla gola stringersi. «Ma è lui. È lui che vedo nei sogni. E ogni volta che sono con te...» Mi interruppi, stringendomi le tempie mentre un'altra fitta mi attraversava la testa.
«Ogni volta che sei con me cosa?», chiese Mattheo, il tono improvvisamente più teso.
«Ogni volta che sono con te, il dolore peggiora», confessai, alzando lo sguardo su di lui. «E ora capisco perché. Lui... lui ti conosce. In qualche modo è legato anche a te, Mattheo.»
Il silenzio che seguì fu assordante. Mattheo fissava la foto con un'espressione che non avevo mai visto prima, un misto di turbamento e rabbia trattenuta. Poi chiuse di scatto il libro, come se volesse allontanare quell'immagine dai suoi pensieri.
«Devi dirmi tutto, Ellie», disse, con un tono che non ammetteva repliche. «Tutto quello che sai su tuo padre. E lo scopriamo insieme. Non possiamo più ignorare questa merda.»
Lo fissai per un istante, sentendo la pressione che le sue parole portavano con sé. Ma la verità era che non c'era niente da dire. Non c'era mai stato niente, a parte quel nome che avevo sempre evitato di pronunciare.
«Non so niente», ammisi infine, stringendomi nelle spalle. «Non l'ho mai conosciuto. Non so com'è fatto, non so cosa faceva, e... e l'unica cosa che so è il suo nome.»
Mattheo continuava a fissarmi, come se cercasse qualcosa nei miei occhi, ma non abbassò lo sguardo. «E non c'è mai stato niente... nessun indizio, nessun dettaglio?»
Il cuore mi si fermò per un istante. Non era del tutto vero che non c'era mai stato niente. C'era un dettaglio. Un dettaglio che avevo cercato di dimenticare.
«Aspetta...» dissi a bassa voce, quasi senza rendermene conto. «C'è una cosa.»
Mattheo si avvicinò di un passo, le sue sopracciglia si alzarono in segno di interesse. «Che cosa?»
Presi un respiro profondo, cercando di ordinare i pensieri. «Uno dei primi giorni qui a Hogwarts, sono venuta in biblioteca. Stavo cercando qualcosa... nemmeno so bene cosa. Ma ho trovato un libro. Parlava di magia oscura... e c'era il suo nome nella prima pagina.»
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spectre
FanfictionEleanor Grindelwald, figlia del temuto Gellert Grindelwald, si unisce a Hogwarts con l'intento di superare il peso del suo retaggio. Qui incontra Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, entrambi segnati dalle ombre delle loro famiglie. Ellie scopr...