Capitolo 7

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Settembre 2017

«Andiamo insieme a scuola domani?» Sarah glielo chiese sistemando meglio il cellulare vicino l'orecchio e cambiando canale. Era buttata sul letto, con Joseph dall'altro capo della cornetta e la televisione accesa che faceva da sottofondo. Lo sentì sbuffare e si sentì in colpa.

«Sarah, perché continui a cambiare discorso?» tuonò lui, esasperato.

«Perché ne abbiamo già parlato» ribatté lei stizzita.

«E io voglio parlarne ancora» rincarò lui, alzando leggermente il tono di voce. Era nervoso, e lei lo capiva. Erano passati tre mesi da quando la loro storia era iniziata, cinque da quando aveva cominciato a corteggiarla e ancora vivevano quell'amore di nascosto. Soltanto Caterina ne era al corrente. Ma, in fondo, Caterina sapeva sempre tutto, Sarah non riusciva a mantenere segreti con lei.

«Ho paura, ok?» ammise, sprofondando nel letto. Lui sbuffò sonoramente, non proferendo parola per qualche secondo. Cercava di elaborare una frase. Joseph era taciturno, riflessivo, non parlava mai a sproposito, soprattutto quando era nervoso. Non amava urlare e gli piaceva pesare le parole, per non dire frasi che non pensava realmente.

«Anche io ho paura» provò a tranquillizzarla. «Ho paura che tuo fratello possa prendermi a pugni, ho paura che non mi rivolga più la parola. Solo che...» si fermò, col fiato corto e la voce tremolante.

«Solo che? Cosa?» incalzò lei, mordicchiandosi il labbro inferiore.

«Solo che tu vali di più» buttò fuori d'un fiato e Sarah ebbe la netta sensazione che si fosse appena liberato di un peso. Quella sincerità la travolse, facendola sorridere automaticamente. «Io ti amo, ok? Ma ti amo davvero, non tanto per dirlo. E te lo avrei detto subito, ma ho aspettato mesi, ho aspettato la nostra prima volta per dirtelo, per dargli la giusta importanza. Perché ti amo davvero, perché sei più importante di tutto e tutti. Hai capito?»

«Sì, Jo, ho capito... e ti amo anche io» sussurrò.

«Quindi? Vuoi continuare a giocare a nascondino?» incalzò, mettendola alle strette.

«Va bene, glielo dirò...» cedette lei, esausta e al contempo sicura. Lo amava, lui amava lei. Perché avrebbero dovuto prenderla male? In fondo, Mattia adorava entrambi e voleva il loro bene. Provò a rifugiarsi in quei pensieri, a cercare una certezza che, certo, non avrebbe trovato lì.

«Posso dirglielo io, o possiamo dirglielo insieme. Insomma, non devi farlo tu, non devi farlo da sola» si offrì subito.

«No», lo bloccò lei, «voglio farlo io. Perché è mio fratello e perché ho più paura di te che possa spaccarti la faccia. E ho paura che per causa mia la vostra amicizia finisca. Non potrei perdonarmelo... per questo rimando» ammise, provando a mascherare quell'ansia dietro un sottile e isterico sarcasmo.

«Non finirà niente», la tranquillizzò ancora. «Noi ci amiamo e Mattia capirà. È tuo fratello e il mio migliore amico. Chi, più di lui, dovrebbe volere la nostra felicità?» Sarah annuì a quelle parole che avevano concretizzato i suoi pensieri. Joseph aveva questo potere magico: sapeva capirla, entrarle dentro, percepire ogni suo malessere, ogni sua emozione, ogni suoi pensiero. Sapeva farli diventare reali.

E Sarah sapeva che, in quel momento, il ragazzo aveva ragione. Tuttavia non rispose, vedendo la madre spuntare sulla porta.

«Ti richiamo tra poco, ok?» sussurrò.

«Come? Mi molli così?» chiese lui, confuso.

«C'è mia madre» tagliò corto chiudendo la chiamata. Monica la guardò sorridendo e lei provò a rimanere sul vago.

Solo chi sogna può volare // HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora