Capitolo 8

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Settembre 2024

«Oggi non avevo voglia di cucinare, spero vada bene mozzarella e insalata» sbuffò Monica, ormai del tutto apatica. Sarah e Caterina annuirono, senza ribattere. L'aria in casa era tesa, e Sarah non capiva del tutto il perché. Non c'era solo il dolore, come nei giorni scorsi. Ora vedeva la madre arrabbiata. Lì per lì aveva pensato fosse solo l'ennesima reazione, ma quella continua furia la confondeva, come confondeva Caterina.

Quando era rientrata, dopo la discussione con Joseph, non aveva trovato nessuno. Aveva capito che la madre era chiusa in camera come succedeva da giorni. Aveva deciso di non disturbarla e di chiudersi nella sua stanza, dove era rimasta fino a poco prima, quando Caterina era tornata dal lavoro e si era buttata a peso morto su di lei per sapere della sua giornata. Sarah non le aveva raccontato di Joseph, concentrandosi più sul nuovo lavoro e fingendo un entusiasmo che, in realtà, era scomparso da ore, spazzato via da quello scontro col suo dirimpettaio.

«Sei arrabbiata?» chiese Sarah a Monica. Voleva rompere quel silenzio imbarazzante e voleva che la madre si sfogasse.

«No, sono solo stanca» rispose lei piccata. Sarah non credette molto a quella risposta.

«Davvero? Non sembra» incalzò. Monica sbatté un pugno sul tavolo, guardando la figlia negli occhi.

«Che c'è, Sarah? Vuoi litigare? Non hai già litigato abbastanza, per oggi?» la rimproverò. Sarah la guardò, quasi pietrificata. Il dolore degli ultimi giorni aveva completamente oscurato l'astio che Monica provava per la figlia da quanto lei aveva lasciato Joseph. Non le era mai andata a genio quella decisione, e lo palesava continuamente, infastidendo Sarah a dismisura. Insomma, non era mica la sua vita!

«Con chi hai litigato?» chiese subito Caterina, curiosa come sempre.

«Con nessuno» tagliò corto Sarah. Non voleva parlarne. Non voleva di nuovo aprire l'argomento Joseph, perché sapeva che, per l'ennesima volta, entrambe le avrebbero detto che aveva fatto solo un grosso errore.

«Diglielo» la spronò Monica. «O hai paura?»

«Paura di cosa?» ribatté lei a muso duro.

«Paura di sentirti dire che hai sbagliato. Non lo accetti, perché sei fastidiosamente orgogliosa» disse dura. Sarah lasciò cadere la forchetta nel piatto, tirando indietro la sedia e alzandosi con veemenza.

«Orgogliosa? Pensi che si tratti di questo? Di orgoglio? Sai quanto l'ho amato, come puoi venirmi contro? Come puoi contraddirmi?» urlò, travolta dalle lacrime.

«Eh no, cara. Smettila con questo vittimismo, sono due anni che fai la vittima. La domanda è un'altra: come riesci tu a dire cose del genere? Come hai potuto urlargli in faccia quelle parole?» Monica provò ad addolcire i toni, rimanendo comunque immobile su quel punto che tanto le premeva.

«Parliamo di Joseph, giusto?» intervenne Caterina, facendo urlare a entrambe un "sì" in sincrono. «D'accordo», aggiunse, «ora calmatevi». Prese la brocca al centro del tavolo, riempiendo i bicchieri di tutte  e due e invitandole a bere. «Spiegatemi con calma cosa è successo, perché sembrate uscite di testa» ordinò.

«Sai perché tua nipote ha lasciato Joseph?» chiese Monica a Caterina, prima di bere tutta l'acqua che aveva nel bicchiere.

«Io... no... per il dolore, credo» ipotizzò. Monica sorrise amara, iniziando a scuotere il capo.

«Sai, pensavo la stessa cosa, fino a poche ore fa» rispose. Sarah la supplicò con lo sguardo ma la madre non sembrava voler accogliere quella supplica.

«Mamma, ti prego» sussurrò a denti stretti.

«No, Sarah, no. Ma come puoi solo pensarla una cosa del genere?» ringhiò.

Solo chi sogna può volare // HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora