Capitolo 16

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Luglio 2017

La vibrazione fastidiosa del cellulare la risvegliò del tutto dal sonno ormai lieve. Aprì un occhio e notò il sole pallido entrare dalla finestra aperta. Non amava abbassare le tapparelle. Le piaceva essere svegliata dolcemente dalla luce sempre pacata e mai invadente del mattino. Prese il cellulare per guardare l'ora. Erano le dieci e mezza del mattino, e lei amava l'estate. Amava poter stare a letto fino a tardi, senza sveglie e obblighi.

Aprì il messaggio di Joseph, ormai la sua sveglia quotidiana. Ogni mattina la salutava con un buongiorno e un invito a colazione.

Sorrise come una cretina. Pensò a lui e subito si sentì bene. Rispose in fretta e, altrettanto in fretta, si alzò, si lavò e si vestì. Scese di corsa, trovando la madre già ai fornelli.

«Ciao, ma'» bofonchiò lasciandole un veloce bacio sulla guancia.

«Buongiorno» rispose lei, senza distrarsi. «Già esci?» aggiunse curiosa. Sarah si guardò un po' intorno, mordicchiandosi la guancia.

«Ehm, sì...», balbettò, «mi vedo con Lisa»

«Lisa?» indagò ancora la madre.

«Una mia amica, non la conosci» specificò subito, sentendosi immediatamente in colpa. Non voleva ancora dirglielo, voleva aspettare un po' per vedere come sarebbe andata. Voleva esserne certa, perché era terrorizzata dalla possibile reazione del fratello.

Monica annuì, continuando ad armeggiare con cibo e pentole. «Vuoi qualcosa per colazione?» chiese.

«No, grazie, andiamo al bar. Ci vediamo a pranzo» rispose prontamente Sarah, già sulla porta di casa. La macchina fotografica sempre al collo e un vestitino di lino. Uscì dal viale saltellando, girò l'angolo e lo vide subito, bellissimo, sul motorino.

«Buongiorno splendore» le urlò lui non appena la vide. Sarah gli corse incontro, buttandosi tra quelle braccia forti e totalmente scoperte. Si persero nel primo bacio della giornata e, come sempre, le mancò il respiro. Non sapeva ancora definire il suo sentimento per Joseph, ma era grande. Era sempre stato grande, in realtà, ma avvertiva bene il cambiamento che c'era stato in entrambi.

Salì sul motorino con un balzo, aiutata da lui, a cui subito si aggrappò. Un po' perché le piaceva stringerlo, un po' per la paura. Sarah era sempre stata una fifona, aveva sempre avuto paura di tutto e, con Joseph, stavano combattendo tutte queste paure. Lui era l'unico in grado di fargliele passare.

In pochi minuti arrivarono davanti al loro bar preferito. Joseph parcheggiò accanto alla porta d'ingresso. Quello non era davvero un parcheggio, ma nessuno gli aveva mai fatto storie, e lui continuava a usarlo imperterrito, nonostante le lamentele di Sarah.

«Prima o poi ti beccherai una multa e io non ti darò un euro» borbottò lei. Joseph ghignò scuotendo il capo, senza risponderle.

«Oggi colazione veloce» disse, invece, «voglio portarti in un posto». Annuì, dimenticando improvvisamente il pericolo multa e concentrandosi sul fare misterioso del suo ragazzo.

«Dove?» chiese curiosa, avvicinandosi al bancone. Joseph non le rispose, facendo crescere in lei le domande. Si limitò a ordinare per entrambi e a cercare monete nei jeans, mentre la cameriera continuava a fissarlo. Sarah se ne accorse, iniziando a fissarla truce. Un attimo, prima di rendersi conto che Joseph nemmeno l'aveva notata. Tornò a rilassarsi, avvicinandosi dolcemente a lui e lasciandogli un bacio forse troppo spinto per un locale pubblico. Bacio che comunque lui non faticò a ricambiare.

Si staccarono solo quando sentirono il rumore delle tazze davanti a loro, e Sarah sorrise soddisfatta addentando affamata il suo cornetto con la nutella e addentando anche quello di Joseph, sempre pronto a condividere. A lei non piaceva, ma voleva continuare a marcare il territorio, così deglutì a fatica quella marmellata d'arancia per cui lui andava pazzo. Il ragazzo ridacchiò, capendo esattamente il punto.

Solo chi sogna può volare // HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora