Capitolo 901: ...bono fratello qual reputa el bene et male esser comune...

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"Non mi piace doverci sempre incontrare così, aspettando il buio... Sembra di fare qualcosa di sbagliato..." borbottò il Cardinale Ascanio Sforza, stringendosi le spalle mentre si scaldava davanti al caminetto acceso.

Il Cardinale Sansoni Riario doveva dargli ragione: in fondo non solo erano entrambi alti prelati e quindi già per quello legittimati a parlarsi ogni qual volta lo desiderassero, ma anche parenti, almeno per come la vedeva lui.

Tuttavia era stato il pontefice in persona a fargli promettere che avrebbe tenuto un basso profilo, nel cercare contatti con lo Sforza, perché non era il momento di sfoggiare troppo le parentele, benché fosse ovvio a tutti che Giulio II stesse più dalla parte della propria famiglia che di chiunque altro. Raffaele aveva solo potuto chinare il capo e accettare e portare avanti il delicato compito di filo di congiunzione tra il pontefice e il milanese.

"Comunque sia, arriviamo al dunque, così poi potrò lasciarvi andare a riposare." disse il savonese che, per primo, era stanco e già si prefigurava la veglia della notte seguente, che sarebbe andata tutta nella Messa di Natale che Giuliano aveva progettato fin nei minimi dettagli, vedendoci una sorta di occasione per dare magnificenza al proprio pontificato e raccogliere abbastanza fondi da cominciare almeno a pagare qualcuno che prendesse in mano il progetto di una nuova cattedrale di San Pietro.

"Quello che mi preme sapere prima di tutto è quale sia il reale stato delle rocche di Romagna. Chi le ha davvero? Forlì è realmente andata all'Ordelaffi? Il Valentino ha ancora i contrassegni?" chiese Ascanio, volgendo gli occhi incavati e cerchiati da un alone bluastro verso il cugino acquisito: "Io credo che questa sia la prima cosa da sapere, checché ne dica il papa."

"In effetti – dovette ammettere il Sansoni Riario – la questione di Forlì è molto aperta, anche se sembra che sia tornata all'Ordelaffi. C'è da dire che su lui veglio Luffo Numai."

"Un uomo che ha tradito mia nipote appena ne ha avuto modo!" sbottò Ascanio.

Raffaele, che si era fatto un'idea tutta sua e molto diversa, rafforzata dalla consapevolezza che, senza l'aiuto di Numai, i figli di Caterina Sforza non sarebbero sopravvissuti all'assedio del Borja, preferì non insistere su quel punto e andò oltre: "Per Imola la questione dovrebbe sistemarsi una volta che Galeazzo avrà sposato Maria Giovanna..."

"E trascinato il nostro nome nel ridicolo." l'umore dello Sforza peggiorava a ogni minuto e quando parlò lo fece con rabbia: "Una donna che amoreggia pubblicamente con un soldato dovrebbe sposare il sangue del sangue del grande Francesco Sforza?"

"Galeazzo è un Riario." fece notare l'altro: "E comunque saprà rimettere in riga la sua sposa."

Ascanio sollevò le mani, in segno di resa: "E di quella storia che il papa avrebbe dato quattromila ducati a Firenze? È vero? L'ha fatto per assicurarsi che Firenze non allunghi le mani sulla Romagna?"

Il Cardinale Sansoni Riario, che era sinceramente convinto di essere al corrente di tutto quello che il Santo Padre faceva e decideva in merito alla Romagna, trasecolò: "E perché avrebbe fatto una cosa così..?"

"Non lo so." ribatté Ascanio, confuso dalla palese ignoranza del congiunto: "Dicono che l'abbia fatto per tenere buona la Signoria... Altri per corrompere quelli che sono a Imola... Altri ancora pensano che l'abbia fatto per assicurarsi che Firenze vigili su mia nipote Caterina e le impedisca di andare personalmente in Romagna..."

Quell'ultimo punto, calcolando la strana paura che Giulio II sembrava aver cominciato a nutrire verso la Tigre, non risultò troppo assurdo, all'orecchio di Raffaele, che, tuttavia, scosse il capo: "Mi informerò... Non mi risulta questa spesa e voglio capirne di più..."

Lo Sforza sospirò rumorosamente e poi chiese, voltando le spalle al camino e fissando l'altro Cardinale: "Ma è vero che il Valentino sta impazzendo?"

Il Sansoni Riario sollevò un sopracciglio: "Da che l'hanno spostato a palazzo in effetti fa discorsi strani... Promette di consegnare le fortezze, ma poi elenca delle condizioni assurde... Parla di imparentarsi col papa... Non lo ascolta nessuno, a dire la verità. Anche quei Cardinali che si erano detti disponibili a perorare la sua causa in Romagna adesso gli stanno voltando le spalle. Inizia a essere quasi ridicolo..."

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo (parte VI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora