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Cammino verso il campo di calcio. Oggi è il giorno in cui incontro finalmente le ragazze e gli amici di Nicolò. È strano, perché non sono mai stata davvero in mezzo a questo gruppo. mi ha parlato di loro mille volte e, alla fine, mi ha convinto a venire.
Vedo il gruppo radunato vicino alla rete, a pochi passi dal campo. Nicolò è già lì, in piedi a chiacchierare con Federico, con il sorriso grande che ha sempre quando sta bene.
Federico lo riconosco subito, non che abbia bisogno di una presentazione. Accanto a lui, Lucia, la sua fidanzata, è concentrata sul telefono, come se stesse scrivendo qualcosa di importante. Nicolò si gira verso di me e sorride.

«Ehi, Nora!».

Sorrido a mia volta, ma è un sorriso timido. Sono nervosa, lo ammetto. Non sono sicura di come sarò accolta.

Poi vedo Kenan, e il cuore mi fa un piccolo salto. Lui sta ridendo con Samuel, che mi saluta con un cenno. Mi avvicino e, senza pensarci troppo, abbraccio Kenan velocemente. Il suo odore mi colpisce, e non riesco a non sorridere. Kenan ha quel tipo di fascino che non puoi ignorare. Dopo averlo lasciato, abbraccio Samuel, e lui mi fa una battuta, come al solito.

«Benvenuta nel caos, Nora» dice, e io rido nervosamente.

Gli altri ragazzi cominciano a scaldarsi per l'allenamento. Nicolò mi dice qualcosa a proposito dell'allenamento imminente, ma io non riesco a concentrarmi troppo..

Mi metto seduta vicino a Lucia e Giulia, mentre i ragazzi si allineano sul campo. Luci, che è dolce, mi sorride e poi guarda il campo. «Sono davvero bravi, tutti. Ma non possiamo distrarli troppo, hanno un impegno in più stasera».

Giulia, seduta accanto a lei, è tranquilla, ma nota che i ragazzi, soprattutto Mathias, stanno guardando spesso in direzione del nostro angolo. «Dovrai abituarti» mi dice con un sorriso complice. Mathias ha una di quelle espressioni da ragazzo che piace a tutte. Lo vedo avvicinarsi, cercando di attirare la mia attenzione.

Io mi sento un po' in imbarazzo. Kenan mi ha dato un'occhiata, ma non sembra troppo preoccupato, almeno non più di tanto. O forse lo fa per non mostrare troppo. È strano, questo gioco sottile tra di noi. Lo vedo allenarsi con un'intensità che mi fa venire voglia di guardarlo più da vicino. Quando sbaglia un passaggio, si sfoga con un cenno rapido e un'espressione di frustrazione.

Samuel, seduto vicino a Kenan, mi fa una battuta, «Tu e Kenan state diventando una squadra, eh?» e io arrossisco un po', mentre cerco di non farlo notare.

Kenan mi lancia un'occhiata fugace, come se stesse cercando di capire quanto fossi presa dalla conversazione con Samuel o da qualcun altro. Un velo di gelosia, ma senza prepotenza. Forse è solo la sua maniera di fare.

Poi Mathias arriva di nuovo, con il suo sorriso da ragazzo d'oro, si avvicina con il suo sorriso smagliante, quello che a tutte le ragazze fa perdere la testa. Lo noto, ma non mi piace. Non c'è nulla di speciale in lui per me, nulla che mi faccia sentire quel tipo di interesse. Ma è inevitabile: lui è simpatico, sicuro di sé, e sa come attirare l'attenzione. E io sono qui, a cercare di sembrare normale, ma so che sto cercando di non sembrare troppo infastidita.

«Ciao, Nora» dice, come se mi conoscesse da una vita.

Mi stringo nelle spalle e rispondo con un sorriso che, spero, sembri cortese ma non troppo aperto. «Ciao, Mathias.»

Lui si siede vicino a me, troppo vicino, e mi fa sentire quella piccola pressione di chi sa di piacere, anche se non gli interessa veramente chi sei. «Non sembri tanto contenta di vedermi, eh?» dice ridendo, e io non riesco a non fare un sorriso forzato.

«No, è solo che... non sono abituata a stare in mezzo a tutti voi» cerco di spiegare

Mathias scuote la testa, ridendo. «Non essere così seria, Nora. Dovresti divertirti un po'.»

Mi sembra che parli come se fossi una di quelle ragazze che sta sempre a fare la difficile, non mi interessa fare la difficile con lui, non è una questione di gioco. Non mi interessa affatto.

Kenan, è lì, da qualche parte, e vedo che sta guardando. Non so se è solo casualità, ma il suo sguardo mi sembra diverso dal solito.

Mathias, forse rendendosi conto che non sto reagendo come si aspetta, abbassa un po' il tono. «Senti, ti va di uscire qualche volta, solo noi due? Non voglio fare il pressante, ma... mi sembra che ci sia un po' di sintonia, no?»

Lo guardo, ma il suo sorriso non cambia, e io non so se sono io ad essere distratta o se è lui a non accorgersi che non mi interessa. «Non credo» rispondo, cercando di mantenere un tono educato ma fermo.

Lui si ferma, sorpreso, e per un secondo c'è una piccola pausa. «Ah, ok... capisco.» Dice, ma non sembra davvero convinto. E poi aggiunge, quasi divertito, «Beh, pensaci su, comunque.»

Mi sorride di nuovo, ma è un sorriso più veloce, come se stesse cercando di non sembrare troppo colpito dal mio rifiuto. Poi si alza e si allontana, tornando all'allenamento con un'aria indifferente. Ma dentro, mi sento sollevata. Perché non c'è nulla in Mathias che mi faccia sentire a mio agio o che mi stimoli davvero.

E mentre lo guardo allontanarsi, mi accorgo che Kenan non ha mai smesso di guardare, anche se ora sembra più concentrato sulla palla.

the perfect life||kenan yildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora