Il rumore costante dei motori mi avvolge mentre mi avvicino al circuito di Monza.
Cammino tra i paddock con il cuore che accelera, ma non per il rumore dei motori.
Sono i pensieri che corrono veloci, come se anche loro stessero cercando di tenere il passo con il frastuono intorno.È la mia prima volta qui, e ogni cosa sembra essere più grande e più veloce di quanto avessi mai immaginato.
Il gran premio di Formula 1 non è solo uno degli eventi sportivi più seguiti del mondo, ma un vero e proprio rito collettivo che si consuma tra il sudore e la polvere di asfalto.
il mio obiettivo per la giornata è più semplice: intervistare Charles Leclerc.
Io e Monica, la mia assistente, siamo arrivate qualche ora fa.
Monica, sempre professionale, ha sistemato tutto in un attimo, preparando l'intervista con la precisione di un orologio svizzero.
Io invece, mi sono concentrata sul cercare di calmare il battito del mio cuore, tentando di non far trasparire l'agitazione che mi accompagna ogni volta che mi trovo davanti a un personaggio di quella portata.
"Sei pronta, Nora?" mi chiede Monica, interrompendo i miei pensieri.
"Sì," rispondo senza fermarmi. La mia voce tradisce una sicurezza che non sento davvero, ma non voglio che Monica lo noti.
Charles Leclerc è un pilota che sa come attirare l'attenzione. Un giovane talento che ha conquistato la Formula 1 con la sua grinta e con una presenza magnetica, sia in pista che fuori.
Arriviamo davanti alla sua macchina, una Ferrari rossa fiammante che sembra essere più un'opera d'arte che un mezzo di trasporto, accanto c'è Charles, impegnato a discutere con il suo ingegnere.
Monica ci avvisa, e Charles si stacca dal signore per venire verso di noi.
"Buongiorno, Nora," mi saluta con un sorriso educato, allungando la mano. "Pronta per l'intervista?"
"Pronta," rispondo, cercando di mantenere la calma.
Monica ci lascia soli, e inizia la conversazione.
La maggior parte delle domande sono quelle che mi aspettavo, quelle di rito che ogni giornalista
dovrebbe porre.Charles risponde evitando di rivelare troppo di sé.
"Sei mai stato sopraffatto dalla pressione di essere considerato uno dei migliori piloti della Formula 1?" chiedo, con una curiosità che non riesco a nascondere.
Charles riflette per un attimo.
"La pressione fa parte del gioco, non posso permettermi di pensare. Ma sì, ci sono giorni in cui ti sembra di portare un peso enorme sulle spalle. Non è facile.""Ma tu sei uno che riesce sempre a sembrare calmo, anche quando sei sotto stress," osservo. "Come fai?"
"Non è sempre facile, ma la chiave è concentrarsi. Devo restare concentrato sul mio obiettivo."
Il suono delle macchine da corsa in lontananza si mescola alle sue parole.
"Ci sono momenti in cui hai paura di non essere all'altezza?" chiedo, spingendo un po' più a fondo.
Charles si blocca per un attimo.
"Tutti hanno paura. È umano."
Il suo sguardo si fa più intenso.
L'intervista finisce poco dopo, e Monica ci fa cenno di salutarci. Charles è gentile, un uomo che sa come tenere a bada le emozioni, ma che in qualche modo sembra sempre un po' sul filo del rasoio.
Monica si avvicina per raccogliere le sue cose, mentre io resto per qualche momento a osservare, in quel momento che Alexandra, la sua fidanzata, si avvicina.
La ragazza ha un sorriso dolce e uno sguardo che sembra capire tutto senza bisogno di parole.
"Mi scuso se interrompo," dice Alexandra, con un sorriso affabile.
"Ma volevo dirti che Charles ha parlato molto di te. Dice sempre che sei una delle giornaliste più preparate che abbia mai incontrato."
Un senso di calore mi avvolge, e per un attimo mi sento meno fuori posto.
"Grazie" rispondo. "È stato un piacere intervistarlo."
Alexandra sorride di nuovo.
Mentre Monica e Alexandra iniziano a parlare, il mio telefono vibra. Il nome che appare sullo schermo è "Kenzy🤍". Il cuore mi fa un piccolo salto.
Ci vediamo stasera? mi scrive.
Per un attimo, sono tentata di ignorare il messaggio, ma non riesco. Rispondo in fretta
Sì, ci vediamo
@norasavona