La serata è arrivata, e io non so se sono più eccitata o tesa. Nicolò mi ha invitato a cena con i suoi amici.
Ho deciso di indossare qualcosa di casual, ma elegante, per non sembrare fuori posto. È la prima volta che faccio parte di questo gruppo, e mi sento un po' come un pesce fuori d'acqua, anche se Lucia e India sono già diventate delle amiche con cui posso chiacchierare senza troppi problemi.Arriviamo al ristorante, un locale carino, con luci soffuse e tavoli all'aperto. Nicolò, come sempre, è in ottima compagnia, e si gira verso di me con un sorriso. «Nora, preparati per una serata tranquilla, tranquilla...» dice, sapendo che mi metterò a ridere. Nicolò sa quanto io ami passare del tempo con loro, ma anche quanto mi sembri difficile adattarmi al loro mondo di calcio, feste e allenamenti.
Non è nemmeno passato un minuto che vedo Federico e Lucia arrivare, mano nella mano. Lucia è sempre così sorridente e rilassata, ma oggi ha quella luce negli occhi che ha quando sta con Federico. Fabio e India arrivano subito dopo, con India che ride mentre Fabio cerca di fermarla, ma non riesce mai a non farsi travolgere dal suo entusiasmo. Non sono mai stata così felice di vedere un gruppo di persone così affiatato. E poi ci sono io, la sorella di Nicolò, che non sa mai bene cosa fare o dire. Ma questa sera, con Lucia e India al mio fianco, mi sento un po' più a mio agio.
Mentre ci sistemiamo al tavolo, vedo Kenan entrare. alto, sicuro di sé, e con quel sorriso che manda in tilt chiunque. Ma non è solo il sorriso che mi fa battere il cuore in modo diverso, è il modo in cui si avvicina. Non c'è bisogno che dica nulla per farmi capire che è lì per me. Ed è proprio per questo che non posso fare a meno di guardarlo, anche se cerco di concentrarmi su altro.
Kenan saluta tutti con un cenno, poi si avvicina a me. «Ehi, Nora, stai bene?» mi chiede, e io sento un piccolo brivido corrermi lungo la schiena. Mi prende per un braccio, ma lo fa in modo disinvolto, come se fosse naturale, come se dovesse farlo. Lo guardo e vedo nei suoi occhi quella scintilla che non so mai se sia solo amichevole o se ci sia qualcosa di più.
«Sì, tutto ok,» rispondo
Siamo tutti seduti al tavolo, ma c'è una tensione strana nell'aria, quasi palpabile, e non so se è il caldo della serata o il fatto che i ragazzi sono un po' più eccitati del solito. Nicolò, Federico, Fabio, Mathias e Kenan
La cena inizia, e io sono intrappolata tra Lucia e India, con Nicolò dall'altro lato del tavolo e Fabio che scherza con Federico. Stiamo parlando di calcio, ovviamente, e io mi sento come se fossi un osservatore esterno, cercando di seguire la conversazione senza far sembrare che non so nulla di quello di cui stanno parlando. Non posso fare a meno di notare, però, Mathias che mi guarda, come se cercasse un motivo per rivolgersi a me.
Dopo poco, Mathias, con il suo sorriso rilassato e quella risata che non smette mai, si china verso di me. «Nora, sei proprio bella stasera» dice. Il tono è amichevole, so che lo ha detto per attirare la mia attenzione, per farmi sentire qualcosa, e , sinceramente, non voglio sentire nulla.
Kenan, che si trova proprio di fronte a me, sembra notare immediatamente, come se avesse una sorta di radar che lo avvertisse ogni volta che Mathias si avvicina. Mi lancia un'occhiata, una di quelle veloci. Lo vedo stringere i denti, forse per non dire nulla, forse per non rovinare la serata.
E poi, improvvisamente, Kenan si alza, senza avvertire nessuno, e si avvicina a Mathias. «Senti, Mathias, non pensi di stare un po' troppo vicino a Nora?» chiede, con gentilezza. La sua voce è bassa, ma c'è qualcosa di duro in essa, come se stesse cercando di tenere a bada qualcosa. Il suo tono non è amichevole, ma minaccioso. È evidente. E Mathias se ne accorge, perché all'improvviso il suo sorriso svanisce, e lui si ritira un passo indietro.
Io mi sento tesa. Non so cosa dire, non so cosa fare. E, francamente, non so se mi piace questa scena di gelosia. Non voglio che Kenan si comporti in questo modo, non voglio sentirlo in dovere di difendermi, come se io fossi una ragazzina. Ma, d'altra parte, è impossibile ignorare quanto ci tenga. È come se avesse bisogno di dimostrare qualcosa. Ma io non sono un trofeo, e nemmeno Mathias lo è.