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La porta di casa di Kenan si chiude dietro di me con un lieve suono di chiusura.

Non è grande, ma ha un fascino che non riesco a ignorare: pareti bianche, mobili minimalisti, un grande divano grigio scuro e una finestra che si affaccia sul cortile interno.

Kenan è già in piedi, a pochi passi dalla porta, con il solito sorriso rilassato che di solito porta con sé, ma stasera c'è qualcosa di diverso nei suoi occhi. I suoi capelli sono leggermente arruffati, come se avesse passato le mani tra i capelli troppe volte, e la maglietta grigia che indossa è piegata sulle spalle con un movimento quasi involontario. Il suo sguardo si ferma sul mio viso.

"Sei stata in giro tutto il giorno, come ti senti?" mi chiede, mentre mi invita a sedermi sul divano. La sua voce è calma, ma c'è una sottile curiosità dietro ogni parola.

Mi lascio cadere sul divano, sentendo i muscoli finalmente rilassarsi.

"Stanca" ammetto, fissando le mani sulle ginocchia.

"Oggi è stata una giornata intensa. Charles Leclerc è più difficile da decifrare di quanto pensassi."

Kenan si siede accanto a me,facendomi stendere e abbracciandomi la pancia.

Mi guarda dal basso con gli occhi più scuri del solito e attenti, come se stesse cercando di capire più di quello che gli dico.

"Penso che lui sia uno che sa come tenere le cose per sé. Ma tu sei brava a scavare, Nora. Sai sempre come fare."

Mi piace quando parla in questo modo, come se vedesse qualcosa in me che forse nemmeno io riesco a cogliere completamente.

"Non è stato facile" dico, senza nemmeno pensarci.

in tono pacato "Non tutti hanno voglia di farsi vedere per quello che sono davvero."

"È vero," rispondo.

"Ma è anche frustrante non riuscire ad andare oltre la facciata."

Kenan mi guarda e sorride, ma è un sorriso che non riesce a nascondere una certa tristezza, come se sapesse che anche tra di noi c'è una barriera, nonostante la vicinanza.

"Non tutti vogliono essere decifrati. Alcuni si nascondono, anche quando non sembra."

Un brivido mi percorre la schiena, perché quelle parole sembrano colpirmi direttamente. In un certo senso.

il suo sguardo si fa più profondo, come se stesse cercando di farmi capire qualcosa che non può essere detto a parole.

La tensione tra di noi si fa più palpabile. Le parole sono difficili da trovare, eppure non voglio essere la prima a rompere il silenzio. Rimaniamo a abbracciati l'un l'altro, i respiri che si fanno più leggeri, mentre io passo le mie dita fra i suoi capelli facendolo rilassare.

Lui si volta lentamente, e i suoi occhi si incontrano con i miei, pieni di quella calma, ma anche di una nuova intensità.

"resta qua per sta notte, ti lascio camera mia" dice giocando con i miei capelli.

"no, devi dormici tu domani vai ad allenamento presto ed hai bisogno di dormire." dico.

Lui sbuffa e fa per andarsene ma di scatto mi prende in braccio portandomi sul letto.

io lo guardo mentre va verso l'armadio e tira fuori dei vestiti.

"tieni, mettili" me li passa e io gli faccio segno di girarsi.

"eddai" sbuffa girandosi.

mi vesto di fretta e furia

"va bene rigirati" si rigira e mi bacia la guancia sdraiandosi sul letto.

mi prende per il braccio e mi fa stendere avvicinandomi a lui.
mi accarezza la coscia e mi abbraccia la vita, addormentandosi così e di seguito io.

the perfect life||kenan yildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora