Capitolo 5: Freddo Come La Neve🔴

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"Questa non è una storia d'amore come le altre ma è una storia sull'amore, su chi scappa per paura di soffrire, su chi è rigido e freddo per paura di affezionarsi, su chi crede di non meritare l'amore, su chi farebbe di tutto per il sangue del suo sangue, pur sapendo che ne rimarrà distrutto alla fine di tutto e su chi si arrende lasciandosi morire."

Kathlyn

Russia ➳ Mosca, Nord-orientale.

I sosia esistono per una ragione, per proteggere chiunque sia in pericolo. Vengono riconosciuti da un simbolo, un marchio indelebile: un corvo.

Un tempo li chiamavano i Difensori di Menfi. Abitavano in Egitto, in una città chiamata Roccia Del Corvo, nella fredda regione di Sacredland. Non è una leggenda, il luogo esiste davvero e l'unico sopravvissuto di quella enorme città è Kaname.

Tutt'ora è rinchiuso in un sarcofago, immerso dal sangue, che aspetta di essere risvegliato. A volte è come se lo vedessi in quella bara, con gli occhi chiusi, il sangue che lo ricopre e le bollicine che salgono in superficie ad ogni suo respiro.

Le mani incrociate al petto dove porta il marchio dei Difensori. Attende colei che deve proteggere, che fra tutte sarà la più fragile, ma anche forte quando dirà basta.

Leggo queste poche scritte su un diario che ho trovato tra i vari libri di Roman. La scrittrice si chiama Emmeline Prudence Morabito.

Chiudo il libro e lo lascio sul cuscino accanto.

Guardo la finestra chiusa. La tenda rossa è aperta e quel poco di sole che filtra sulla lastra si posa delicatamente sulla trapunta di raso nera. Sono circondata da animali. Cenere sui piedi che mi riscalda, la pantera, Dea sulla pancia e il cobra sul mio petto.

Sono loro a darmi affetto. Roman non lo fa. È premuroso, attento e mi fa fare quel che voglio, ma non più di questo.

Sospiro e dò un'occhiata al comodino. C'è una lettera. La afferro e leggo.

"Buongiono. Se ti sei svegliata e non mi vedi al tuo fianco è perché sono a lavoro. Per qualsiasi cosa c'è Assunta. Le ho detto di prepararti una colazione degna di una Regina. Tornerò presto.
Roman."

Lascio il biglietto e togliendo Nightmare dal mio petto, lo abbandono con delicatezza sul letto. Sposto la coperta, coprendo quei due animaletti che sono innamorati follemente.

Vado al bagno per fare la mia solita acqua benedetta e per lavarmi la faccia, altrimenti non connetto. E sempre con acqua fredda, mai calda perché non mi sveglierebbe. Mi asciugo la faccia e mi guardo allo specchio. Avrei voluto che mi svegliasse e che mi desse un bacio in fronte prima di andarsene a lavoro.

Pretendo troppo da questi ragazzi. Mi manca Etienne, lui mi coccolava e mi viziava. Questi sono tutti dei robottini, ma Jen è il più freddo di tutti.

Esco dalla stanza e con la camicia profumata di Roman vado in corridoio. Cammino e osservo vari quadri, sia a destra che a sinistra. Mi fermo a fissare un dipinto che ritrae una bellissima ragazza con le palpebre chiuse e una sola lacrima rossa bagnarle la guancia, mentre il corvo col suo becco gliela asciuga.

Riprendo il mio percorso e un altro quadro attira la mia attenzione. Ci sono tante persone incappucciate sopra una collina e quella al centro sembra che alzi la testa. Mi avvicino e cerco di identificarlo.

Sfioro il dipinto con l'indice.

«Quelli sono alcuni Difensori al fianco di Kaname.» una voce femminile mi fa sussultare e guardo Assunta vicina alle scale, «quello al centro è lui».

𝐇𝐢𝐭𝐦𝐚𝐧 ➳ ᴄᴏᴍᴇ ᴠᴇʟᴇɴᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora