Capitolo 28: Il Linguaggio Delle Donne

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Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio.”
(Nelson Mandela)

Peter

Calabria ➳ Spezzano
Albanese.

È da un po' che sto facendo respiri profondi pur di non vomitare l'anima. Kathlyn si è dovuta fermare dietro l'azienda purché non mi vedessero conciato così.

Ho il braccio destro contro il cruscotto dove ho perfino la fronte appoggiata, come se non riuscissi a fare niente. Neanche parlare.

Sto aspettando che Ramon arrivi. Sembra che ci stia mettendo un'eternità e devo andare al bagno.

Non berrò mai più alcol. Ogni volta che succede faccio tutto ciò che mi urta.

«Ho bisogno di un antidolorifico...» Socrate torna a lamentarsi. Si trova sui sedili posteriori, «mi hai lasciato a morire fuori... Quando lo dirò a Emy ti distruggerà Peter! Ti farà a pezzi!»

«Stai zitto prima che ti strappi la lingua in bocca!» urlo, volgendo lo sguardo dalla sua parte e mi fissa.

«Non stai tanto bene, sai? Sudi.»

«Grazie al cazzo che non sto bene! Sono intollerante al lattosio e questa qua mi ha fatto mangiare dolci ieri sera!» indico Kathlyn sul sedile del guidatore che sta mangiando un gelato e se ne frega del fatto che sto malissimo.

Con la febbre a trentotto e mezzo mangia il gelato!

Le dò uno sguardo. Con quella lingua lecca la panna. Ci mette passione, come se facesse l'amore con il cibo.

Non mi ricordo un bel niente di quello che ho combinato ieri sera. Neanche perché Socrate sia finito nella tagliola. Dovevo prendere uno spacciatore, che ci faceva a quell'ora nella mia zona? Neanche me lo ha spiegato questo stronzo.

«Io non c'ero quindi non so che cos'hai fatto ieri sera, ma se dici che Kathlyn ti ha fatto mangiare dolci ci credo. Lei riesce a farti fare quello che vuole...» ammette il rosso e torno a guardarlo.

È disteso visto che ho dovuto fasciargli la caviglia sinistra.

«Che ci facevi nella mia zona?» gli domando.

«Mi dovevo vedere con uno e ho scelto la tua zona visto che è isolata.» risponde, «non pensavo ci fosse una cazzo di tagliola! Sono svenuto dal dolore!»

«Femminuccia, fai l'uomo!»

«Fanculo Peter!»

«Baciami il culo!»

«Succhiami il fucile!»

«Succhiamelo tu il dragone!»

«E mo ci avete scassato la minchia! State zitti!» urla Kathlyn che ha terminato il gelato.

La guardo male. Poteva evitare di farmi mangiare quella roba. Se le escludo c'è una ragione, eppure non le è fregato nulla. E vorrebbe prendersi cura di me?

Questa mi ucciderà prima ancora di infilarlo in quel cespuglio che ha in mezzo alle gambe.

Mi appoggio al sedile e mi allento la cravatta. Kathlyn si avvicina e mi aiuta a sbottonare la camicia visto che sto sudando come se fossi dentro ad una sauna. Con un fazzoletto mi asciuga la fronte e il viso.

Questo non basterà a perdonarla. Dovrà fare molto di più perché mi sta rendendo le giornate uno schifo. Oltre al fatto che ha messo su un contratto di merda e stamattina pretendeva anche il bacio in fronte, ma col cazzo!

𝐇𝐢𝐭𝐦𝐚𝐧 ➳ ᴄᴏᴍᴇ ᴠᴇʟᴇɴᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora