Capitolo 25: Ubriachi Marci🔴

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L’amore è invisibile, entra ed esce dove vuole senza che nessuno gli chieda cosa stia facendo.”
(Miguel de Cervantes)

Charlotte

Con Ramon usciamo dall'hotel. Barcollo un po' e lui mi cinge i fianchi, tenendomi a sé per non farmi cadere.

«Non avresti dovuto bere così tanto.» dice.

«Lo so... Ma il bicchiere si riempiva da solo. Ogni volta che lo bevevo, voltavo lo sguardo e puff era pieno...» cerco di spiegargli che ogniqualvolta che mi distraevo, il bicchiere lo trovavo pienissimo.

«Quel disgraziato di Matteo. Secondo lui le persone ubriache sono più divertenti, magari si aspettava che facessi qualche strano balletto.» risponde e appena arriviamo alla macchina, mi appoggio di schiena allo sportello del passeggero e gli circondo il collo con le braccia.

«Posso farlo a te il balletto...» gli dico, leccandogli la mascella, ma poi gli bacio il collo, sposandogli appena il colletto della camicia nera, prendendo a morsi la sua pelle che ha un profumo così buono da mandarmi in tilt la testa, «n-non è che sei sposato?» gli chiedo, guardandolo in faccia.

Quanto è bello... Dal vivo lo è di più. Il mio sogno proibito è qui davanti a me e vorrei fare follie.

«Ancora no, ma c'è una che mi viene appresso.» mi sposta e mi apre la portiera, «entra. Starai da me stasera».

«Chi è questa che ti viene appresso?» domando, già gelosa che qualcuno possa rubarmi Ramon Rivera.

«Si chiama Rose. La mia persecutrice.» mi fa accomodare visto che io non l'ho fatto da me. Mi mette la cintura di sicurezza e i nostri occhi differenti si incrociano con attenzione.

«Tu sei solo mio.» gli punto l'indice vicino a quelle bellissime labbra che sfioro lentamente col polpastrello.

«E dove sta scritto?»

«Qui.» mi scopro il seno destro mostrandogli il nome e il cognome che mi sono tatuata. Gli occhi di Ramon osservano quel tatuaggio e lo va a lambire, facendomi ansimare e piegare la testa indietro.

«Allora non è stato un caso il nostro incontro.» mormora sulla mia scollatura che inizia a baciare. Assapora la mia pelle fino al collo, «nemmeno il bacio che mi hai dato, no?»

«Era tutto organizzato...» ammetto, affondando le dita nei suoi ricci, «quel ragazzo era un mio amico», gli racconto la verità e appena torniamo a guardarci, i nostri respiri si mescolano, «volevo il mio primo bacio da Ramon Rivera... Non ti arrabbiare...»

«Non mi arrabbio... Quindi, posso stare tranquillo? Non era un criminale?»

«No, non farebbe del male a nessuno.»

«Devo portarti a casa o vuoi stare con me?»

«Se mamma mi vede conciata così mi romperà l'anima... Portami da te, per favore...»

Annuisce e si allontana, chiudendo lo sportello. Fa il giro e quando anche lui entra, accende il motore. Si avvia presso le strade di Cosenza e giro la faccia per ammirarlo. Perfino quando guida è affascinante.

Mi tolgo la cintura e come una gattina mi metto su di lui, senza impedirgli di guardare la strada. Mi accoccolo tra le sue braccia e gli bacio il collo con dolcezza. Gli sbottono un po' la camicia e gli accarezzo gli addominali.

«Charlotte, non mi stuzzicare, potresti pentirtene.» mi avverte, ma io non riesco a stare ferma con lui.

Lo amo da morire e lo so che non sa nulla di me, ma mi sono innamorata a furia di vederlo in TV ogniqualvolta che era accanto a gente importante come il sindaco e altri.

𝐇𝐢𝐭𝐦𝐚𝐧 ➳ ᴄᴏᴍᴇ ᴠᴇʟᴇɴᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora