Capitolo 19: Nuova Identità

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|| Questo capitolo serve per farvi capire chi sta proteggendo Jey e perché non ritorna dalla sua famiglia. Buona lettura🫶🏻

La gente ha cicatrici in tanti posti impensabili. Sono mappe segrete delle storie personali, diagrammi di tutte le vecchie ferite. La maggior parte delle nostre ferite guarisce, lasciando solo cicatrici, ma alcune non guariscono. Certe ferite le portiamo con noi ovunque, e anche se si sono rimarginate da tempo, il dolore resta.
(Dalla serie TV Grey’s Anatomy)

Un mese fa...
1 Ottobre 2011.
New York.

Seshat

Vedo molte luci che mi passano sopra la testa. Non riesco a muovermi mentre osservo il soffitto. Giro a malapena il volto e guardo un infermiere con la mascherina sulla bocca che spinge la barella su cui sono distesa.

Sento ancora il bruciore sulla pelle, come se mi avessero spinta tra le fiamme. Non so come abbia fatto a sopravvivere, sta di fatto che è stato un vero e proprio miracolo, anche se avrò le conseguenze sulla mia pelle per tutta la vita.

Con i miei eravamo qui a New York. Ci eravamo trasferiti perché prima abitavano in Sicilia. È bastata una sera a cambiare la mia vita, a farmi rimanere orfana.

«Chi è la paziente?»

«Jane Udinova. È Russa. Sua madre era italiana, quindi comprende benissimo la nostra lingua.»

Il lettino si ferma e i miei occhi si puntano su una donna dalla chioma rossa. Non sembra affatto un medico e quello sguardo compiaciuto non mi piace.

Si avvicina e mi sfiora il volto ustionato. Al contatto strizzo le palpebre e gemo. Mi fa male tutto, come se dei coltelli mi stessero tagliuzzando la pelle.

«Benvenuta alla Blade Corporations. Non appena ti rimetterai in sesto, cambierai identità. Non sarai più Jane Udinova, ma Seshat Rebeldev. Ti trasformerò in un'assassina perfetta.» mi sussurra all'orecchio quando si abbassa e poi si raddrizza.

Mi indica un uomo di bell'aspetto. Lo conosco già e dentro di me sorrido perché è il mio ex ragazzo. Nonostante ci eravamo lasciati, non ho mai smesso di amarlo. I miei occhi diventano lucidi e vorrei stringerlo, ma conciata così non posso fare nulla.

Sono un mostro.

«Lui è Jey. Sarà il tuo addestratore quando ti sentirai meglio e in forma.» mi informa e poi mi lascia in mano sua.

Jey si avvicina con una siringa. Quel liquido è verde come i frullati che mi faceva mamma per farmi bere cose sane e proteiche.

«Farà male, ma guarirai in fretta.» mi dice e affonda l'ago nella gamba sinistra con tutta la forza che ha.

Un gemito rimbomba in questa stanza e inarco la schiena quando manda giù quel liquido verdognolo.

Ormai in circolo, la mia carne brucia dall'interno facendomi gridare dal male e Jey mi prende la mano. Gliela stringo, ed è come se la pelle malandata si stia staccando. Compare quella nuova e poco dopo il dolore svanisce completamente.

Jey mi pulisce il volto e mi accarezza i capelli. Anche quelli sono cresciuti, visto che si erano bruciati nell'incendio.

«J-Jey... Non voglio diventare un'assassina...»

«Non hai scelta. O così o la morte. Ti conviene obbedire. Non mi vuoi dare mica dei dispiaceri, vero?»

«No... Non potrei mai...»

Avvicino le dita sul suo volto e sfioro le sue guance. Il contatto dura poco perché si allontana. Mi dà le spalle e non riesco a smettere di guardarlo.

𝐇𝐢𝐭𝐦𝐚𝐧 ➳ ᴄᴏᴍᴇ ᴠᴇʟᴇɴᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora