Capitolo 1

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I primi raggi del sole attraversano la mia finestra facendomi svegliare.
Giro su un lato portandomi il cuscino sul viso con l'unica intenzione di riprendere a dormire.

Pochi minuti dopo suona la mia sveglia facendomi capire che era il momento di alzarmi.
Con molta fatica mi alzo e mi trascino in bagno, guardando la mia immagine allo specchio noto e miei lunghi capelli neri arrufatti in un chignon in cima alla testa, dei residui di mascara che mi colano un po' sugli occhi troppo grandi per il mio viso, ho davvero un aspetto orribile.

Mi dirigo verso la doccia e apro il rubinetto facendo attezione alla temperatura dell'acqua per non rischiare di bruciarmi.
Estrago via i vestiti e con due passi sono sotto l'acqua tiepida.
Mi concedo una mezz'ora buona per la mia doccia, dopo essermi assicurata di aver sciacquato ogni parte del corpo esco dalla doccia avvolgendo l'asciugamano intorno a me, prendo il phon e inizio ad asciugarmi i capelli.

Una volta finito prendo la mia piccola valiggetta che contiene alcuni trucchi, sinceramente non sono una ragazza vanitosa a cui piace andare in giro conciata esageratamente come la maggior parte delle ragazze della mia scuola, ma un po' non fa male a nessuno.

Prendo il tubetto di mascara e lo applico sulle mie lunghe ciglia, successicamente un po' di glos color rosa bebé sulle labbra e premo l'una contro l'altra per spalmare l'eccesso.

M'incammino verso la mia stanza e scelgo cosa indossare, oggi é lunedì, niente educazione fisica per fortuna, quindi posso indossre i miei tanti amati jeans scuri, decido di accompagnarli con una semplice maglia bianca e le mie vans.

"Madison muoviti o arriverai in ritardo"
Urla mia madre dal corridoio, é sempre così attenta con gli orari, al contrario di me che sono quasi.. diciamoci la verità, sono sempre in ritardo.
"Arrivo, arrivo" urlo in risposta.

Mi vesto velocemente e mi do un ultima occhiata allo specchio, 'niente male Madison' mi congratulo mentalmente, prendendo la mia tracolla e corro giù per le scale.

"Eccomi, buongiorno"
Dico sorridendo e do un bacio sulla guancia di mia madre
"Buongiorno tesoro" sorride lei. "Andiamo, tua sorella é già in auto"
"É sempre di fretta"
"No, é responsabile con gli orari" sorride mia madre. É vero, Rebecca fa sempre il possibile per essere o almeno sembrare la figlia perfetta, pur essendo due anni più piccola di me vuole essere il centro dell'attenzione a tutti i costi.

Mi dirigo verso la macchina e la vedo che sta al telefono, come fa a stare sempre attaccata a quel coso? ma non si stanca mai?

"Becca, quello é il mio posto"
Mi ignora e continua a parlare al telefono di qualcosa che mi sembra essere un piercing sull'ombelico.
Alzo gli occhi al cielo
"Rebecca per favo.."
"Madison, sali dietro e andiamo" mi interrompe mia madre, obbedisco e salgo dietro di lei mettendomi la cintura di sicurezza.

"Si ok.. va bene.. a dopo..baci" dice mia sorella dopo un po' al microfono del suo cellulare e riattacca.
"Mamma, Jennifer si é appena fatta il piercing, é una figata" strilla sorridendo
"Oh bello" risponde appena mia madre pensando alla strada "ma non ne farai uno"
"Come? Perché no? Tutte le mie amiche lo hanno fatto" piagnucola come se avesse ancora sette anni.
"Mad, non hai fatto colazione" mia madre cerca di cambiare discorso.
"Prenderò qualcosa al bar con Jack, non preoccuparti"
Rebecca si gira di scatto come se avessi appena impecato
"Quindi..?" sorride esageratamente troppo per i miei gusti.
"Quindi cosa?" Domando confusa.
"Sai..tu e il figlio dei Gilingsky, girano voci che state insieme, é vero?"
"Non badare a quello che dice la gente Rebecca" mi precede mia madre. La gente parla così tanto, due semplici amici non possono uscire insieme?
"Ascolta la mamma, comunque no, siamo solo amici"
"Si certo, farò finta di crederci" si sistema al suo posto.

Guardo fuori dal finestrino.
Jack ed io ci conosciamo dai tempi delle elementari, é sempre stato un ottimo amico, moltti dicono che abbia una cotta per me, ma non provo niente per lui, gli voglio solo bene come amici, niente di più.
Passo i successivi venti minuti ripetendo quello che avevo studiato il giorno precedente, sono abbastanza brava a scuola, ma la matematica non é il mio forte, e non ho intenzione di prendere un brutto voto nel test di oggi.

Mia madre parcheggia ed io scendo dopo averla salutata, Rebecca va incontro alle sue amiche ed io inizio a camminare verso il parcheggio sul lato destro dell'edificio della Lincol High School sapendo che avrei trovato Jack ad aspettarmi.

Come pensavo, è poggiato contro il muro, indossa dei classici jeans chiari con una maglia nera con sopra la sua giacca di pelle e con quel gran sorriso sulle labbra come sempre.

"Mad" urla appena mi vede.
"Hey" sorrido prima che mi avvolga in un travolgente abbraccio.
"Com'é stato il weekend?" Mi domanda poggiando il braccio intorno alle mie spalle.
"Noioso" sorrido. "Hai studiato?"
"Mmh Mr.Ray mi regalerà un'altra insuficienza lo so" scherza lui, sorrido.
"Non andrai da ness..."

Vengo interrota dalla vista di un'Audi A3 rossa che entra nel parcheggio, non avevo mai vista una da queste parti, osservo come tutti ammirano la sua entrata, la mia bocca forma una piccola 'o' appena ci parcheggia davanti, non ero pronta a quella visione, neanche a quella che avrei visto dopo.
Il motore di spegne e la portiera si apre, dal posto del guidatore scende un ragazzo, alto e biondo, lo squadro dalla testa ai piedi, indossa delle scarpe rosse, delle Supra credo, dei pantaloni neri a cavallo basso, una maglia rossa con sopra una catena, occhiali da sole e un capello nero messo al contrario, 'wow, chi é chi é' esulto dentro di me. Non avevo visto un'Audi A3 in questo parcheggio figuriamoci un ragazzo con quella bellezza mozzafiato, si abbassa e prende lo zaino dall'interno della sua macchina mettendolo sulla spalla e cammina dopo aver bloccato le portiere.

"Dicevi?" La voce di Jack mi riporta alla realtà.
"Mmh? Si, ho fame" cammino verso la caffetteria, 'sarà di qui? É nuovo? Quali corsi farà? Cosa ci fa in questa scuola?' Penso tra me e me e dimentico che Jack mi stava parlando.

"Per lei un Cappuccino con della cioccolata a parte e per me un caffé macchiato al ghiaccio per favore" sento ordinare Jack mentre prendo posto al nostro solito tavolo accanto alla vetrata.
"Cinque minuti e sono pronti" sorride la ragazza alla cassa.
Jack mi raggiunge minuti dopo e mi porge la mia tazza.
"Grazie" sorrido.

Passiamo il tempo a parlare di come le lezioni dell'ultimo anno ci stesse portando fuori di testa e a discuttere di quale mascotte dells squadra di calcio della nostra scuola sia stata la migliore durante gli altri anni.
"Sono le otto meno un quarto mad, muoviamoci"
"Si, non voglio arrivare in ritardo" mi alzo lasciando i soldi della nostra colazione ed esco accanto a Jack.
Ci salutiamo mentre lui prende le scale per andare in laboratorio ed io verso gli armadietti.

Per fortuna non c'è troppa gente nei corridoi e raggiungo subito il mio armadietto, ma per mia sorpresa trovo una figura piazzata davanti. 'Aspetta ma..' mi avvicino un altro po' e tutti i miei dubbi spariscono, ho visto solo un ragazzo indossare pantaloni così bassi al punto di far vedere le molle dei boxer.

"Sei nuovo o cerchi di derubarmi?"
Il ragazzo si gira di scatto.
"scusa?"
"Quell'armadietto che cerchi di aprire, é il mio"
Mi guarda e poi sposta lo sguardo su uno dei fogli che ha in mano. Poi dice solo un "Oh".
"Posso?" chiedo gentilmente, mi porge il biglietto e osservo i numeri scritti
"É questo" indico un armadietto poco distante dal mio.
Annuisce "grazie".

Inserisco il codice nel mio lucchetto e lo apro, prendo il libro di Scienze Politiche, preferirei non doverla studiare, é così noiosa e complessa, la campanella suona e il corridoio svuota velocemente, guardo il ragazzo sottecchi attraverso l'anta del mio armadietto e lo noto guardarr a destra e sinistra armeggiando con il foglio in mano.
Chiudo il mio armadietto e mi avvicino.
"Posso aiutarti?" Mi offro, annuisce e indica un punto sulla mappa dell'edificio, chissà, magari é straniero e non sa parlare.
"Vieni, ti accompagno" lo guardo attentament visto che ci mette a rispondere, avrà almeno capito?
Alla fine annuisce. Bene.
Inizio a camminare lungo il corridoio e lui mi segue.
Dopo qualche minuto arriviamo davanti alla porta della classe di Religione Mondiale.
"Ecco" gli ripasso il foglio.
Annuisce ancora una volta "Grazie".
Sorrido e mi volto per raggiungere la mia classe.

Questo é il primo capitolo, é un po' corto ma scriveró di più e cercherò di aggiornare giornalmente.
Scusatemi gli errori grammaticali, ma spero vi piaccia♡

Adriana

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