Capitolo 3

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Al suono della campanella mi affretto a rispondere alle due ultime due domande prima che il professore ritiri i fogli.

"Mad com'é andata?" Mi chiede Jack alle mie spalle.
"Direi e spero bene" lo spero davvero, l'ultima cosa che mi serve é non essere amessa agli esami finali per una stupida insufficienza in matematica.
"Avrai una F" sorride mentre usciamo dalla classe.
"No grazie, te la puoi tenere" incammino verso il mio armadietto dove il "tipo figo" armeggia con il suo lucchetto. Ho deciso di chiamarlo così. Mi ha beccata a guardarlo un paio di volte durante il compito, mi ha anche rivolto un sorriso facendomi sentire strana.

"Mad, ti suona telefono" Jack mi da una leggera gomitata per distogliermi dalla distrazione, non me ne ero accorta di fissare quel ragazzo.
Il modo in cui agrotta la fronte facendolo sembrare arrabbiato, come muove le dita per inserire il codice nel lucchetto, e poi, il modo in cui si lecca le labbra mi fa mordere d'instinto il mio labbro inferiore.
Scuoto leggermente la testa e prendo il telefono.

"Mamma"
"Mad, non posso venire a prendervi"
"Come mai?"
"Un incidente sulla settantasei"
"Oh, va bene, non preoccuparti, posso andare a piedi"
"Si va bene, ho il telefono scarico, a dopo"
"A dopo" dico e riattacco.

"Che succede?"
Rimetto il telefono in tasca e cammino.
"Un incidente, mia madre non può venire a prenderci"
Mi fermo al mio armadietto e inserisco il codice.
Mi trattengo dal non guardarmi intorno perché so che avrei visto quel ragazzo a pochi passi da me.

É talmente bello e sicuro di se che un po' intimidisce.
"Ok, ti accompagno io" dice Jack.
"Oh non preoccuparti" rimetto a posto i libri che ho usato durante la giornata e mi giro per guardarlo.
"No, insisto" sorride dolcemente, é sempre così gentile, il mondo sarebbe più bello se ci fossero altri come lui.
"Va bene, vado a dirlo a Becca e ti raggiungo"
Sorride come se avesse vinto alla lotteria e incammina verso il parcheggio.

Vado all'ingresso e mi guardo intorno, Rebecca é accanto alle ragazze e ragazzi definiti 'popolari', sinceramente non capisco il perché, non hanno nulla di speciale, le ragazze sono super truccate con le tette enormi in quelle divise da Cheerleaders un po' troppo strimizzite, i ragazzi sono stronzi e prepotenti.
Direi come nei film.

Mi avvicino a mia sorella tirandola leggermente da un braccio per ottenere la sua attenzione.

"Cosa vuoi Mad" sbotta seccata e incrocia le braccia al petto.
Ecco che 'Rebbecca la ribelle' deve  trattarmi come una qualunque davanti ai suoi amichetti.
Ma non posso darle questa soddisfazione.

"Senti mocciosa, ti volevo solo avvertire che sto andando a casa con Jack, mamma non può venire a prenderci vieni con noi?"

Alcuni ridono e lei diventa rossa e stringe gli occhi come se mi stesse minacciando appena sente il nomignolo che le do quando voglio farla arrabbiare, almeno ho il vantaggio di chiamarla così essendo la maggiore. Sorrido vedendo che ho ottenuto quello che volevo.

"No, rimango con loro, vai pure tu e il tuo fidanzatino, avrete la casa libera"
"Magari si decide a dare il primo bacio" sento sussurrare Jennifer alle ragazze seguita da risate da parte dei ragazzi.

Cerco di ignorarli, non mi interessa quello che dicono, preferirei tenere la mia vita privata fuori dai petecolezzi liceali.
"Ok, fai come vuoi" mi giro per andarmene ma a quanto pare la mia cara sorellina non é soddisfatta.
"Mi raccomando Mad, appena finite cambia le lenzuola, mamma non sarà contenta di vedere la tua verginità sul letto"
Scoppia in una risata insieme agli altri.

Ma che cazzo la prende oggi? Di solito é maleducata e mi risponde male, ci tiene davvero a fare la grande e la spaccona davanti a quelli che definisce amici.
Mi fermo nei miei passi e so di essere rossa come un pomodoro, ma ora non mi importa vorrei solo schiaffeggiarla, mi giro e mi avvicino un po' troppo che lei fa un passo indietro.

"Primo punto, non ti dovrebbe importare quello che faccio o no della mia vita visto che a me non frega un cazzo di quello che fai della tua.
Due, la prossima volta che quel tizio viene a casa nostra solo per scoparti fatemi due favori, il primo, non urlare come una gatta in calore, secondo, butta il preservativo nella spazzatura" indico il moro che non ricordo il nome poggiato sul coffano della macchina guardandolo disgustata e poi continuo "punto tre, non dimenticarti di prendere la medicina per l'allergia, ciao mocciosa"

Le scompiglio i capelli notanto la sua reazione, ha la bocca leggermente aperta e i pugni serrati, so di aver svelato il suo piccolo segreto, nessuno di loro sapevano che Lenox o una cosa simile si scopava mia sorella.

Ha solo sedici anni, possibile che sono l'unica ad avere un po' di rispetto per se stessa qui?
Vedo che rimane senza parole e mentre gli altri ridono fanno commenti vado via.

Sorrido sapendo di averla vinta
Cammino fimo ad arrivare al parcheggio e Jack è poggiato all'auto cantanto Yeah di Chris Brown, sorrido e lo raggiungo.
"Andiamo?".
Annuisco e salgo in machina.
Metto la cintura e lui fa lo stesso, gira la chiave e parte.
Poggio la testa accanto al finestrino e guardo fuori.
Ascoltiamo How to save a life dei The Fray, una delle mie preferite.
Nessuno dei due dice neanche una parola finché lui non pacheggia davanti a casa.

"Grazie" sorrido slacciandomi la cintura.
"È un piacere lo sai"
"Vuoi restare per pranzo?"
"No, mi piacerebbe ma devo aiutare Ethan a traslocare, magari domani a cena?"
Sorride
"Si andrà benissimo, così non dovrò subire la noia di quella cena"
Mia madre ha deciso di preparare una cena per presentarci il tipo che sta frequentando da un po'. Ha anche un figlio più o meno della mia età.

La famiglia si allarga, non sopporto neanche mia sorella figuriamoci un fratello,ma questo é qualcosa a cui non voglio pensarci ora.
Mi avvicino e gli lascio un bacio sulla guancia.
"A domani piccola"
Sorride e scendo dall'auto.
Lo saluto con la mano ed entro in casa..

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