Capitolo 1 - Elise

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Inspirare.

Espirare.

Inspirare ancora.

Respirava lentamente godendosi ogni boccata d'aria, riempiendosi i polmoni di salsedine e profumo di speranza.

Aveva sempre desiderato fuggire; scappare da quella vita che ormai le andava troppo stretta, che la soffocava.

Non avrebbe mai pensato che la sua occasione giungesse con quella strana anziana dai lunghi capelli bianchi.

Riane le era parsa subito una persona di cui ci si poteva fidare e quando, con occhi pieni di aspettativa, le aveva offerto un lavoro nella sua piccola libreria, non era riuscita a dire di no.

Sua nonna l'aveva guardata come se fosse stata folle, come se fino a quel momento fosse stata sicura che non avrebbe mai accettato; ma in fondo non era lei quella che guardavano storto, non era lei l'argomento dei sussurri nei bar e non era di certo lei che la gran parte della gente del posto si assicurava di evitare.

Era stanca di sentirsi in quel modo, così fuori posto e poco gradita.

Per questo ora si trovava su quella piccola spiaggia a sfidare il vento che le soffiava contro.

Skye era un'isola magnifica.

Era una terra selvaggia e misteriosa.

Poteva sentire la sua magia ad ogni respiro e percepirla in ogni cosa che toccava.

Era tutto ciò che avesse mai potuto desiderare.

−Elise? Forza, dobbiamo andare o quando arriveremo le cose più fresche saranno già finite.

L'anziana la osservò rimanendo quasi sconvolta da quanto somigliasse a Davida e allo stesso tempo quanto fosse il suo opposto.

Era una ragazza dalla corporatura minuta e il suo modo di vestire non aiutava per nulla la sua fisionomia: aveva cercato di nascondere i fianchi un po' troppo larghi sotto un lungo maglione di un anonimo grigio scuro, non accorgendosi che in quel modo non faceva altro che peggiorare la situazione. I capelli scuri, leggermente mossi sulle punte, del bel color mogano della nonna avevano preso solo la sfumatura e la carnagione rosata era macchiata sulle guance da una forte couperose.

Le labbra asimmetriche, con il labbro inferiore più gonfio di quello superiore le donava un aspetto leggermente imbronciato, doveva averle prese dal padre mentre il naso grazioso dalla madre, donandole nell'insieme un aspetto gradevole.

Non riusciva a capire perché la vedesse così simile alla vecchia amica finché non incontrò il suo sguardo.

Aveva notato che alla presenza di altre persone il suo sguardo si riempiva di allegria e vivacità, come se vedesse il mondo per la prima volta, ma quando era sola o credeva di esserlo, gli occhi si velavano di tristezza come se i pensieri ronzanti nella sua mente le offuscassero la vista.

Anche se il colore dell'iride era diverso, aveva lo stesso sguardo di sua nonna prima che incontrasse quello straniero, Conrad.

Elise le sorrise e con passo svelto la raggiunse di fronte alla dépendance che le aveva offerto.

Era piccola, ma le piaceva.

Vi erano solo una camera da letto, un bagno con doccia e un soggiorno di medie dimensioni in cui poteva guardare la tv e accedere alla cucina che divideva con Riane.

Il tutto arredato con mobili in legno chiaro, uno scomodo divano in tartan e colori che andavano dal sabbia al blu oltremare.

−Stavo guardando il mare.

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