Capitolo 19 - Amore

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−È vero?

Elise mantenne lo sguardo fermo in quello del warg. L'aveva salvato? Era vero? Sì.

Non sapeva spiegarsi il come, ma ci era riuscita. L'aveva capito nell'esatto momento in cui lui aveva pronunciato il suo nome.

−Quando...

La voce le venne meno per l'emozione. Anche solo ricordare quegli attimi la turbava in modo profondo. Si sforzò di prendere un bel respiro e mantenere il contatto visivo con il lupo. Fenris la guardava stoico, aspettando che lei andasse avanti. Non ce la fece e abbassò lo sguardo, poi sospirò.

−Non respiravi. Eri immobile in quella posizione innaturale.

Si strinse nelle spalle cercando di calmare il battito del suo cuore. La gola le doleva.

−Eri freddo. Non era normale che fossi così freddo, come se, oltre che alla vita, ti avessero strappato via anche la tua anima. Ho perso il controllo. Quando hai detto il mio nome, Cielo, è stato come se...

Non riuscì a finire la frase. Il caldo e massiccio corpo del maschio la circondò in un abbraccio possessivo e disperato. Una mano a stringerle la nuca e l'altra sulla schiena, cercando di tenerla più stretta possibile.

−Come se ogni cosa fosse andata al suo posto.

Quelle parole sussurrate le fecero sfuggire un singhiozzo dalle labbra. Capiva! Fenris capiva esattamente cosa aveva provato!

Ne fu talmente felice che non riuscì a contenere l'emozione. Il luminoso giallo, come raggi di sole, si disperse nella stanza avvolgendo tutto ciò che incontrava sulla propria strada. Sicuramente Fenris la percepì perché le rispose a modo suo, in quel modo che solo la vilia poteva percepire e la fece rimanere di nuovo senza fiato.

Come una calda coperta, quell'emozione l'avvolse, sovrapponendosi alla sua felicità. Non aveva colore, ma poteva sentirla. Non poteva vederla, ma era talmente potente che non ce n'era alcun bisogno. Poteva sentirla sulla sua pelle, nelle sue viscere e nelle sue ossa. Era come immergersi nella sua scintilla, pura luce bianca, ma allo stesso tempo era completamente diversa. Così calda quasi da bruciare, ma così ricca da colmarle il cuore. E i polmoni. E gli occhi. Ed ogni altra parte di lei.

Si ritrovò a sollevare il capo e, incredula, incontrare i suoi occhi famelici. Così profondi ed espressivi che il cuore mancò un battito per poi riprendere a tutta velocità. E con la stessa velocità vederlo chinarsi su di lei e rapirle le labbra in un bacio altrettanto famelico e bisognoso. Talmente carico di sentimento che il warg non ebbe bisogno di nessuna parola perché lei aveva già compreso. Aveva compreso e aveva fatto sì che pure lui percepisse lo stesso calore, avvolgendolo con il proprio.

Lo sentì tremare e stringerla ancora di più, sfregando le labbra contro quelle di lei in un disperato tentativo di mettere sotto controllo quel sentimento.

Quando Elise si allontanò, avevano il fiato corto. Fenris aveva appoggiato la fronte contro la sua, gli occhi ancora chiusi e le mani a stringerle il viso. I pollici ad accarezzarle le guance, asciugandole quelle poche lacrime d'emozione che le erano sfuggite. Lo osservò: le labbra leggermente aperte, il fiato corto e le ciglia lunghe.

Si morse il labbro inferiore e trasalì riscoprendolo sensibile e gonfio, ma sorrise.

−Quindi è così che stanno le cose.

La voce di Riane interruppe la loro bolla e istintivamente, Fenris rese la sua postura più rigida e l'attirò di nuovo a sé, spostandosi leggermente per mettersi fra la vecchia e la sua compagna. La donna rimase a guardarli per alcuni interminabili secondi, poi tirò le labbra malinconica.

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