−Fenris!
La sentì soffocare una risata cercando di non perdere l'equilibrio.
Era ormai notte inoltrata. Il fuoco si era spento, ma a loro non importava. Da alcune sere che avevano preso l'abitudine di fermarsi a parlare nella sala vuota e quella non faceva eccezione.
Quella sera, dopo aver scrutato le bottiglie di liquido ambrato, Elise gli aveva confessato di non aver mai bevuto whiskey in vita sua; così, un'ora e tre bicchieri più tarti, se l'era ritrovata completamente ubriaca a farfugliare parole senza senso logico al nulla.
−Andiamo Tesoro. È ora di andare a dormire.
Ridacchiò fra sé alla smorfia contrariata della ragazza. Brilla era ancora più divertente.
−Non ho bisogno di dormire, sono una vilia, amico! Tipo donna bionica o cose così...
La fece alzare di nuovo dal divano, questa volta la sorresse per la vita, circondandola con un braccio. Era piacevolmente calda contro le sue dita e non riuscì ad ignorare il piacevole formicolio che quel calore gli provocò.
−Donna bionica o no, hai bisogno comunque di dormire.
−Sei così noioso. No-io-so!
Strinse le labbra trattenendo una risata e raccontandole cose senza logica la condusse, per non dire trascinò, senza fretta alla sua stanza. Il cigolio della porta bianca risuonò nel corridoio buio. Non gli servì accendere la luce, conosceva quella casa come le sue tasche.
Sorreggendola e guidandola nell'oscurità, tra risolini e parole confuse, riuscì a convincerla ad accoccolarsi sotto le coperte. Istintivamente le si sedette accanto e senza rendersene nemmeno conto, fece scorrere le proprie dita fra i suoi capelli. Accese la piccola lampada sul comodino e si soffermò a studiarla: i lunghi capelli sparsi sul cuscino, le leggere lentiggini sulla fronte e sul naso e gli zigomi alti la facevano sembrare una bambina, ma le labbra, le labbra asimmetriche con il labbro inferiore più gonfio erano per lui una continua tentazione. La sentì sospirare.
−Fenris?
Sorrise. –Sì?
La guardò muoversi sotto le lenzuola fino a rannicchiarsi completamente.
−Sono felice di essere qui.
E lui, seppure cercasse in tutti i modi di negarlo a sé stesso e a chiunque, dovette ammettere che sì, anche lui ne era felice.
−Fenris!
Erano diversi minuti che lo stava chiamando. Fissava il mare oltre la scogliera. Il flusso continuo e ritmico delle onde lo aiutava a riflettere. La storia di sua madre gli faceva sempre lo stesso effetto ogni volta. Rabbia e frustrazione lo riempivano e si plasmavano su di lui fino a diventare solidi come macigni.
Ed ogni volta trovava la forza di controllarsi solo nella solitudine di quella scogliera. Si isolava e lasciava che lo scrosciare malinconico lo calmasse.
−Fenris?
L'aveva trovato. Riusciva a percepirla alle sue spalle. Il profumo dolce dei frutti rosso che la caratterizzavano si fondeva al profumo del mare e gli arrivava alle narici incantatore.
Sua madre sosteneva che la scintilla di Heks fosse troppo luminosa e positiva per poter sfruttare lo stesso potere della gammel, eppure faticava ancora a lasciarsi andare in sua presenza.
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Vilia
WerewolfSeconda storia della serie Warg's Blood. Una nuova vita. Una nuova casa. Una nuova nazione. L'offerta di lavoro di Riane, una vecchia amica di famiglia, è tutto ciò che Elise abbia mai desiderato. L'isola di Skye sembra perfetta, con le sue alte sco...