Capitolo 8 - Novità

14.6K 843 100
                                    

Era una mattina grigia, la notte prima la pioggia era tornata a cadere sulla città ed ora, mentre camminava svelta verso il suo nuovo lavoro, gli scarponcini che calzava picchiettavano sul terreno producendo quel classico rumore umido ad ogni passo che compiva.

L'odore della pioggia le riempiva riempiva i polmoni e l'umidità le arricciava i capelli rendendoli ingestibili.

Erano passate due settimane dall'ultima volta che aveva parlato con Fenris e, come si era promessa, aveva preso le redini della sua vita facendo sentire la sua voce.

Si era trasferita in città. Atur l'aveva aiutata a trovare un piccolo bilocale vicino al pub di Gais e gliene era infinitamente grata.

Stringendosi forte nel cappotto passò oltre il piccolo ponte in legno e proseguì sulla via principale della città fino a intravedere l'insegna della tavola calda, Gil's.

Era stata fortunata. Shireen l'aveva tenuta informata su diverse opportunità di lavoro e quando Mary, una delle cameriere, aveva deciso di trasferirsi dal fidanzato a Glasgow, l'aveva subito chiamata permettendole così di avere un colloquio col proprietario, Neall, prima ancora che potesse esporre un annuncio.

Quando spinse la porta in legno rosso e vetro, la vecchia campanella tintinnò facendo notare la sua presenza ai presenti. Appena alzò lo sguardo dal pavimento scivoloso dell'ingresso, i primi occhi che incontrò furono proprio quelli azzurri e luminosi di Neall.

Era giovane, molto più giovane di quello che si sarebbe mai aspettata. Non doveva avere più di ventotto anni e, a differenza della gran parte della popolazione di Portree, non era molto alto. Portava i capelli castani tagliati molto corti dando risalto agli zigomi, mentre la mascella scolpita veniva messa in risalto dalla rasatura ben fatta.

Appena le sorrise poté sentire le farfalle volarle nello stomaco, lo conosceva solo da una settimana ma sette giorni erano bastati per far sì che il suo cuore s'invaghisse di lui.

L'imbarazzo le imporporò le guance sottraendo qualche anno alla sua già giovane età.

−Buongiorno.

Quella mattina indossava dei jeans scuri nuovi di zecca, una maglia a maniche lunghe che metteva splendidamente in risalto le sue spalle larghe e un berretto blu scuro.

Sbatté le palpebre alcune volte sorridendo incerta. L'aveva appena salutata?

−Buongiorno!

Nel momento in cui lo salutò a sua volta, si maledisse. La voce le era uscita di un'ottava più alta del normale, talmente sottile da sembrare stridula. Con imbarazzo sempre maggiore, lo guardò scivolare via dal bancone su cui era seduto e avvicinarsi a lei. Trattenne il respiro.

−Sta piovendo?

L'aveva superata fino a scostare la leggera tenda e sbirciare il cielo.

Era talmente vicino che Elise poté sentire il suo profumo, sapone e qualcos'altro di speziato e dolce, forse cannella o cardamomo. Era talmente strana la sensazione che provava in quel momento che non riusciva a capirla nemmeno lei, possibile che bastasse solo il suo profumo per mandarla in confusione?

−No. Non credo.

Di nuovo la voce le uscì mal ferma, si sentiva davvero una sciocca lì davanti a lui mentre balbettava risposte idiote.

Non credo? Sono stata fuori fino a due secondi fa e non credo? Cielo, quanto sono idiota. Si maledisse ancora e ancora e ancora.

−Elise? Ci sei?

Shireen la stava chiamando e come al solito sapeva che appena fossero state da sole le avrebbe fatto il terzo grado. Non le aveva ancora detto quello che provava per Neall, lui aveva molti più anni di lei e aveva preferito tacere, ma aveva imparato a conoscere Shireen e non le sarebbe servito molto tempo per scoprire la verità.

ViliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora