A svegliarla, il mattino dopo, fu lo strano tintinnio delle grucce nel suo armadio. Si mosse leggermente sotto le coperte, immergendo il viso nel cuscino morbido e profumato. Inspirò e non riuscì a fermare il sorriso che le nacque sulle labbra. Il profumo di Fenris. Riusciva ancora a sentirlo su quelle lenzuola.
La sera prima l'aveva baciata e il suo cuore aveva preso a battere talmente forte che per poco non aveva preso il volo come un piccolo colibrì. Era stato delicato ed estremamente dolce, si era preso cura di lei e l'aveva trattata con rispetto, come se fosse stata il tesoro più prezioso al mondo; come se la sua vita dipendesse totalmente dalla sua serenità. L'aveva portata a letto e si era rannicchiato con lei sotto le coperte, parlandole, raccontandole storielle divertenti per tranquillizzarla fino a quando non aveva lasciato che la stanchezza la facesse scivolare in un sonno profondo e ristoratore.
Sorrise fra sé, stiracchiandosi e trattenendosi dal ridacchiare come una tredicenne alla sua prima cotta. Sentì il materasso sprofondare leggermente al suo fianco e aprì gli occhi, sbirciando da sotto le folte ciglia, trovandosi di fronte il viso sorridente del suo warg. Pensò che fosse bellissimo.
Lui. Svegliarsi con quella sensazione di leggerezza ed immersa nel suo profumo. Vederlo sorridere. Sentire il petto gonfio di felicità. Le farfalle nello stomaco. Ogni cosa.
−Sorgi e splendi, Tesoro! Avevo in mente di prepararti una fantastica colazione a sorpresa, ma poi ho pensato 'Hei! Già di mio sono una fantastica sorpresa, niente e nessuno potrebbe battermi!'
Lo guardò sorriderle nel modo in cui Annie le aveva descritto: il sorriso sghembo, gli occhi leggermente socchiusi e brillanti e le piccole rughe d'espressione e fargli da contorno.
E fu lì. Fu esattamente quello il momento in cui sentì il cuore stringersi in una morsa deliziosamente dolorosa. Fu quello l'attimo in cui si accorse di essere innamorata di lui e deglutendo, provando a sciogliere il nodo di felicità che le si era formato in gola, ricambiò il suo sorriso.
−Fantastico, ma soprattutto modesto.
Ridacchiò ancora come una tredicenne.
−Vero? Sono troppo un bel fusto!
A quel punto scoppiò in una fragorosa risata, che si intensificò all'espressione di finta offesa del warg.
−Fusto? Sul serio?
Fenris tirò di nuovo le labbra e si chinò su di lei portando una mano dietro la sua nuca.
−Mi stai prendendo in giro?
Il tono minaccioso era completamente rovinato dal suo sguardo malizioso. Elise gli scoppiò di nuovo a ridere in faccia.
−Certo che no, super fusto! Ma avrei preferito comunque un caffè.
Fenris grugnì una presa in giro e la spinse scherzosamente facendola ricadere a pancia in su in preda ad una ridarella feroce.
−Dai! Non prendertela! Fa tanto anni '50, ma puoi sempre essere il mio bel fusto sei ti va.
Lo disse scherzando, ma lo sguardo intenso e carico di parole non dette di Fenris le fece trattenere la risata. Quasi inconsciamente calò la barriera sulle sue emozioni e lasciò entrare quelle del segugio scoprendone una nuova. Calda, morbida e leggermente aspra.
−Sono tuo dalla sera in cui mi hai fermato dallo spaccare la faccia a quell'idiota. Che lo volessi o meno, sono sempre stato tuo.
L'imbarazzo le calò sul viso come un velo. Distolse lo sguardo da quello del warg senza riuscire a pronunciar parola e lo fece vagare per il resto della stanza fino a farlo fermare sul suo armadio vuoto.
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Vilia
WerewolfSeconda storia della serie Warg's Blood. Una nuova vita. Una nuova casa. Una nuova nazione. L'offerta di lavoro di Riane, una vecchia amica di famiglia, è tutto ciò che Elise abbia mai desiderato. L'isola di Skye sembra perfetta, con le sue alte sco...