Il caldo rassicurante della cucina le imporporava le guance mentre, chiacchierando con Eir, lasciava che l'acqua del lavello le raggrinzisse le dita. Era passata quasi una settimana dal suo arrivo, ma solo quel giorno la padrona di casa si era decisa ad accettare il suo aiuto.
Chiuse il rubinetto in ottone e asciugò l'ultimo piatto prima di voltarsi.
Era una cucina rustica, una parete era stata rivestita con dei vecchi mattoni rossi, decorati con vecchi utensili in rame; il tavolo in legno, circondato dalle sedie imbottite, era al centro esatto della stanza e sul delicato centrotavola in pizzo era riposto un vaso con dei fiori dai colori caldi.
Eir era appoggiata al ripiano accanto ai fornelli, in mano una tazza di caffè e un sorriso sulle labbra.
−Sai? È piacevole avere un'altra ragazza in casa.
−Troppo testosterone, vero?
La donna scoppiò a ridere, divertita dall'intesa che avevano trovato.
−Sono più di ventisei anni che mi ritrovo circondata da uomini, amo i miei figli e amo mio marito, ma a volte mi ci vuole un po' di compagnia femminile.
−Fenris non ha mai portato a casa delle ragazze?
La madre del segugio scoppiò ancora una volta a ridere.
−Fenris non è quel che si dice un gentiluomo. So di per certo che ha avuto delle ragazze, è l'unica motivazione che posso dare alle sue fughe notturne, ma non ce ne ha mai fatto conoscere nessuna. Nessuna a parte te.
−Abbiamo un accordo− Si ritrovò a sorriderle nervosa. –Io aiuto lui e lui aiuta me. Nulla di più. Siamo solo...
−Non c'è bisogno di mettersi sulla difensiva. Mi ha già spiegato il vostro accordo.
La bionda si portò una mano alle labbra, nascondendo il sorriso sornione che le era fiorito in volto. Sicuramente non poteva dirle che pure suo figlio si era messo sulla difensiva e questo non poteva far altro che rendere il tutto più interessante.
Elise si rilassò sulla sedia e tirò un sospiro di sollievo.
−Ha anche detto che siamo legati dal cód, è così che li chiamate gli accordi qui?
Quella era solo una delle innumerevoli volte che l'aveva interrogata su diverse parole. Era brava in inglese, ma la sua cultura arrivava fino ad un certo punto e alcune parole le sfuggivano completamente.
−Ti ha detto questo?
La più vecchia cadde in un silenzio pensieroso per alcuni secondi.
−Il cód è un codice di comportamento che seguono i warg. Ogni branco ha un suo cód ed ogni componente è tenuto a rispettarlo.
−Qual è quello di Skye?
Eir sospirò.
−Conosci te stesso.
Quel cód non aveva alcun senso con le azioni di Fenris. Era un codice riflessivo, che spronava i warg ad avere più coscienza di sé stessi e di quello che li circondava. Non avrebbe potuto legarla a lei. Non con quel cód.
−E quello di Fenris?
−E chi lo sa− Rispose misteriosa. –Solo lui sa qual è il suo cód.
−Ma anche lui fa parte del branco, no?
−Certo, ma è pur sempre un segugio. Come tu sei pur sempre una vilia− Si raddrizzò sulla sedia. –I segugi posso legarsi ad un branco, ma allo stesso tempo rimanere indipendenti. Per questo lui ne ha uno tutto suo. Dicono che pure Slevin ne avesse uno, ma sono solo dicerie.
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Vilia
WerewolfSeconda storia della serie Warg's Blood. Una nuova vita. Una nuova casa. Una nuova nazione. L'offerta di lavoro di Riane, una vecchia amica di famiglia, è tutto ciò che Elise abbia mai desiderato. L'isola di Skye sembra perfetta, con le sue alte sco...