Il battito del suo cuore le rimbombava nelle orecchie. Era fin troppo nervosa per i suoi gusti e sapeva che il warg se ne sarebbe accorto.
Cercando di fare meno rumore possibile, trascinò i piedi fino all'entrata della cucina e rimase in religioso silenzio, studiando i movimenti del padrone di casa.
Era quasi comico da guardare: così ingombrante nel suo metro e novanta, in quella piccola stanza pareva fuori posto come se stesse riordinando una cucina per bambini.
Si era legato i capelli in una crocchia disordinata per comodità, mentre con movimenti meccanici riempiva la lavastoviglie con i piatti dei giorni precedenti.
Per un attimo il pensiero che stesse riordinando per lei le attraversò la mente, ma accantonò l'idea ritenendola troppo ridicola.
Era girato di spalle, non poteva vederla eppure una parte di lei era assolutamente convinta che avesse percepito il suo sguardo.
−Hai intenzione di rimanere lì a fissarmi o ti decidi a darmi una mano?
Ogni suo dubbio fu spazzato via con quell'unica frase. Tirò le labbra in un sorriso e avanzò fino al tavolo in legno, sedendosi su una delle sedie scomode.
−Il disordine è il tuo, non spetta a me mettere in ordine.
Queste erano le esatte parole che sua nonna le rivolgeva sempre un attimo prima che iniziasse a giocare. Le pronunciava sempre con un tono ambiguo, talmente strano da farla sentire in colpa per la maggior del tempo; così in colpa che alcune volte aveva preferito rinunciare al gioco piuttosto che darle un dispiacere col suo disordine.
Ma Elise non sarebbe mai stata in grado di riprodurre quel tono, così le uscì un misto tra il divertito e l'indignato che fece alzare un sopracciglio all'uomo
−Fino a prova contraria sei in debito con me, tesoro.
Fenris ghignò, pronto a godersi la reazione della femmina di fronte a lui.
Elise alzò gli occhi al cielo infastidita dal vezzeggiativo con cui l'aveva chiamata. Poi la sua mente catturò il resto della frase facendola innervosire.
−In debito? Per cosa?
Stringeva la coperta contro il petto proteggendosi inconsciamente dall'affermazione del segugio.
Lui tirò ancora di più le labbra in un sorriso tagliente.
−Ho evitato che allagassi la città. In più avrei potuto dire alla vecchia dove ti trovavi e lasciarti a lei, ma ho preferito portarti qui e far credere agli altri di aver perso le tue tracce.
Sgranò leggermente gli occhi sorpresa, anche se la cosa che la sorprese di più fu il fatto che, dopo averle detto che nessuno sapeva che era lì con lui, non era spaventata. Non provava nemmeno un briciolo della paura che avrebbe dovuto provare. In fin dei conti era uno sconosciuto, uno sconosciuto molto più forte di lei che odiava quelle della sua specie.
−Confusa?
Il suo tono divertito le arrivò ovattato.
Confusa? No. Forse?
Non lo sapeva nemmeno lei.
−No. Sono solo...
Sì bloccò alcuni secondi, cercando la parola più adatta per descrivere quello che provava.
−Sollevata.
Ed era esattamente così che si sentiva. In quel momento non sapeva assolutamente come affrontare l'anziana senza scatenare un'altra tempesta e il fatto che lei non potesse trovarla, la faceva sentire al sicuro.
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Vilia
WerewolfSeconda storia della serie Warg's Blood. Una nuova vita. Una nuova casa. Una nuova nazione. L'offerta di lavoro di Riane, una vecchia amica di famiglia, è tutto ciò che Elise abbia mai desiderato. L'isola di Skye sembra perfetta, con le sue alte sco...