Capitolo 7 - Regole

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Il silenzio aveva invaso la stanza.

Le due donne si stavano osservando, una con sfida e l'altra con preoccupazione.

Fenris percepiva il vento soffiare sulla casa, i vetri tremavano sotto la sua furia e il legno delle porte scricchiolava in modo sinistro.

L'odore di umidità e pellet gli riempiva i polmoni mentre, con gli occhi puntati su Heks, aspettava l'inevitabile scontro con la gammel.

Elise si era alzata lentamente in piedi, era arretrata fino all'angolo formato tra la cucina e il muro e si era chiusa in sé stessa; ogni suo atteggiamento, dalla postura al suo sguardo, gli faceva capire quanto fosse a disagio, ma per il momento non intervenne.

La ragazza doveva imparare in fretta a farsi rispettare e quella situazione era un ottimo allenamento.

Il tintinnio ritmico del pellet nella stufa e il fischio del vento erano gli unici rumori che riempivano l'aria.

Riane si fece avanti, aprì una mano nella direzione della giovane vilia e fece un passo.

Elise cercò lo sguardo del segugio in cerca di aiuto, il sangue le ribolliva ancora nelle vene, ma non voleva scatenare di nuovo una tempesta. Era infuriata con l'anziana, non con gli abitati di Skye.

Quando i suoi occhi finalmente trovarono quelli blu scuro del warg, lui le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi beffardi. La stava prendendo in giro?

Dannazione, la stava prendendo in giro! Di nuovo!

Non solo non la stava aiutando minimamente con Riane, rideva pure di lei! Proprio lì, di fronte all'alpha!

In risposta assottigliò lo sguardo, fulminandolo.

Come si permetteva? Gli aveva concesso il suo aiuto, erano alleati!

Si maledisse ancora una volta per essere stata tanto sciocca da credere a uno come lui, in fondo Riane l'aveva avvertita di stare in guardia, ma...

Improvvisamente il flusso dei suoi pensieri si arrestò; c'era qualcosa che non andava, qualcosa che mancava e proprio in quel momento si accorse del silenzio che si era creato.

Nessun scricchiolio sinistro, nessun vetro che vibrava, nessun fischio.

Il vento era cessato.

Riportò velocemente lo sguardo su Fenris che questa volta le sorrideva compiaciuto, le rivolse un occhiolino che la imbarazzò all'istante e in quel momento capì.

Capì che se avesse distolto la sua attenzione dalla rabbia avrebbe potuto controllarsi; dentro di sé rise di quanto fosse stata sciocca a non capirlo prima. Era così che il warg l'aveva calmata la prima volta ed ora, poco prima che perdesse di nuovo il controllo, l'aveva aiutata di nuovo.

Tirò le labbra in un piccolo sorriso. Con la coda dell'occhio vide la donna fare un altro passo e scattò, spostandosi velocemente verso destra sfruttando il tavolo come protezione.

−Non avvicinarti.

L'avvertimento le era uscito con un filo di voce, ma questo bastò per far fermare la vecchia e mettere in allerta il capo branco che fino a quel momento era rimasto in disparte.

−Elise. Bambina, io...

Al suono della voce dell'anziana, una raffica di vento colpì di nuovo la casa.

Heks.

Fenris pronunciò solo quella parola e quello le bastò.

Riprese di nuovo il controllo e, seppur non le piaceva essere così dipendente dal warg in quella situazione, in quel momento gli fu grata.

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