Capitolo 5 - Indecisione

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−Fai sul serio?

Non lo sopportava.

Non sopportava la sua voce, i suoi modi arroganti, il suo stupido sorrisetto, il suo essere così sicuro di sé; persino il suo modo di camminare la infastidiva.

−Fra tutte le risposte che potevi darmi, hai scelto 'ma non te lo vengo a dire tutti i giorni'? Sul serio?

Le parlava con quel suo solito tono beffardo.

Se non fosse stato tanto alto, le sarebbe piaciuto tirargli un pugno dritto sul naso e magari riuscire così a zittirlo una buona volta.

Era corsa via, ma dopo alcuni attimi se l'era ritrovato di nuovo al suo fianco mentre blaterava contro di lei.

Calma. Devi stare calma.

Di solito non si comportava in quel modo, non aveva mai avuto reazioni di quel genere con nessuno.

Era sempre stata docile nei confronti degli altri, litigava raramente e rispondeva in malo modo ancora più di rado.

'Se non hai nulla di carino da dire, non dire nulla'

Questo è quello che le ripeteva sempre sua madre, Silvia, e questo era quello che aveva sempre fatto.

Ma non dire nulla, non significa non pensare e Elise pensava in continuazione.

Pensava alle rispostacce che avrebbe voluto dare a chi la offendeva, pensava a come avrebbe potuto vendicarsi della figlia del vicino che aveva tagliato i capelli alle sue bambole per invidia o a come avrebbe voluto riversare ogni briciolo della sua rabbia contro la sua famiglia che non provava nemmeno a capirla. Eppure non aveva mai trasformato i pensieri in parole.

Aveva sempre sorriso e si era controllata.

Un controllo che con Fenris pareva non avere. La mandava fuori dai binari che si era imposta, facendola andare nella direzione sbagliata.

−Mi stai ignorando? Non è da te, Heks.

A quell'ultima provocazione, si voltò di scatto incontrando il sorriso di scherno del warg.

La stava di nuovo prendendo in giro.

−Cosa vuoi?

Lo vide tirare gli angoli della bocca all'insù, rimanendo a fissarla divertito dalla sua irritazione.

Sentì la rabbia ribollirle nelle vene, con un mezzo grido di irritazione si voltò riprendendo a passo spedito il percorso.

−Andiamo, ragazzina. Non ti arrabbiare.

−Zitto.

−Ti sei offesa? Povero tesoro.

La schernì ancora.

−Vattene!

Non lo guardava nemmeno in faccia, teneva lo sguardo davanti a sé sperando che seguisse i suoi consigli e la lasciasse in pace.

−Non credo di poter esaudire il tuo desiderio. Mi è stato ordinato di trovarti e riportarti a casa sana e salva.

Di nuovo la vide fermarsi di colpo, voltarsi e inchiodarlo con quei strani occhi color mercurio.

−Mi prendi in giro?

Allargò il sorriso sornione, sarà stata anche insignificante come aspetto fisico, ma il carattere di certo non le mancava.

−Purtroppo no, Heks. Pensala in modo positivo, potrai vedermi praticamente nudo e bagnato ancora per un po'. Dovresti esserne grata.

Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse vicino.

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